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Le armi, le guerre e il Ponte sullo Stretto di Messina
di Antonio Mazzeo Da “infoaut.org” | 12/11/2008
Non
ci sono solo politici filo-Berlusconi, signori dell'acciaio e del
cemento e cosche mafiose di mezzo mondo a guardare con interesse alla
realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Anche i militari
statunitensi che risiedono nelle basi in Italia sembrano attendere con
impazienza l'avvio dei lavori dell'opera. "È un progetto assai
ambizioso, di cui si è discusso per decenni", scrive Stars and Stripes,
l'organo ufficiale delle forze armate USA. "La realizzazione richiederà
anni, ma una volta completato, il Ponte permetterà di viaggiare tra le
basi dell'US Navy di Sigonella e Napoli più velocemente. Attualmente le
auto devono affidarsi alle navi per attraversare lo stretto che separa
la città siciliana di Messina dal continente". Per il Pentagono,
dunque, la megainfrastruttura è importantissima per velocizzare -
presumibilmente - i collegamenti via terra tra le due maggiori stazioni
aeronavali che la Marina USA possiede nel Mediterraneo, la base
siciliana di Sigonella e il complesso operativo di
Napoli-Capodichino-Gaeta, veri e propri trampolini di lancio per le
operazioni di guerra in Africa, Medio Oriente ed Afghanistan.
Ovviamente i comandi USA considerano estremamente positivo pure il
piano di potenziamento della rete autostradale e ferroviaria d'Italia,
Passante di Mestre e TAV in testa. "Diversi dei maggiori progetti
stradali in via di realizzazione - scrive ancora Stars and Stripes -
sono vicini alle comunità in cui vivono ed operano militari
statunitensi. Aviano e Vicenza, in particolare, beneficeranno di un
paio di questi progetti. Gli interventi sull'A28 permetteranno alle
comunità che vivono attorno la base aerea di Aviano di collegarsi
direttamente con l'A4, l'autostrada che collega Milano a Venezia".
Ancora più rilevante dal punto geostrategico e militare l'articolato
piano per l'Alta Velocità ferroviaria nel Centro e Nord Italia, specie
quello relativo al cosiddetto "corridoio 5" che per l'Unione europea
dovrebbe collegare Lisbona a Kiev. Il corridoio attraversa il nostro
paese sull'asse Torino-Genova-Milano-Trieste, lambendo alcune delle
principali basi aeree e terrestri sotto comando degli Stati Uniti e
della NATO (Solbiate Olona, Ghedi, Vicenza Camp Ederle e Dal Molin,
Aviano, ecc.). Nel caso del Ponte sullo Stretto è comunque certa la
valenza militare dell'infrastruttura, non fosse altro che per la sua
difesa da attacchi o atti terroristici sarà necessario attivare un
imponente e costosissimo sistema bellico (missili terra-aria e
anti-nave, cacciabombardieri, unità navali e sottomarini, reparti di
pronto intervento, ecc.), che comporterà un ulteriore colpo di
acceleratore ai processi di militarizzazione del Sud Italia. Attorno al
progetto di attraversamento stabile dello Stretto di Messina ruotano
poi gli interessi del capitale transnazionale che controlla il
complesso militare industriale e, congiuntamente, le imprese impegnate
nelle costruzione delle basi militari e delle grandi opere più
impattanti dal punto di vista sociale ed ambientale. Un Ponte oggetto
dei desideri di imprese, industrie e contractor in mano ai Signori
delle Guerre del XXI secolo.
Dalle basi Usa al Ponte Il
primo aspetto relativo al connubio Ponte-Guerra riguarda il portafoglio
lavori di alcune delle società chiamate alla progettazione e alla
realizzazione della megaopera nello Stretto di Messina. Esse, infatti,
sono contestualmente tra le protagoniste nella costruzione e
ampliamento delle principali basi USA e NATO in Italia. E non solo.
Impregilo, ad esempio, capofila dell'associazione temporanea d'imprese
general contractor per il Ponte, nel 2006 ha concluso i lavori di
ammodernamento dell'aeroporto militare di Capodichino (Napoli), a
disposizione delle forze aeree della US Navy e della NATO operanti in
Europa, Africa e Golfo Persico. Sino al giugno del 2006, la stessa
Impregilo, tramite la controllata Impregilo Edilizia e Servizi, ha
detenuto il 60% delle quote sociali di "Gricignano 3", società attiva
nei servizi di facility management presso l'ospedale della Marina
militare americana di Gricignano d'Aversa (Caserta). Impregilo è
inoltre impegnata nel completamento di due tratte dell'Alta Velocità
ferroviaria a maggiore impatto socioambientale, la Bologna-Firenze e la
Novara-Milano, nonché nella costruzione del passante autostradale di
Mestre. Specie le ultime due opere, sono quelle che assumono per il
Pentagono un'importanza strategica nella rete di collegamento tra i
comandi e i reparti USA ospitati nelle regioni nord-orientali d'Italia.
In cordata con Impregilo per i lavori del Ponte c'è poi l'azienda
leader della Lega delle Cooperative, la CMC - Cooperativa Muratori
Cementisti di Ravenna, che arriverà nello Stretto con i manager ed i
mezzi che operano ininterrottamente da dodici anni nella base siciliana
di Sigonella. Questa infrastruttura dell'US Navy è al centro di un
vasto programma di potenziamento infrastrutturale. Nel gennaio 2008 si
sono conclusi i lavori del cosiddetto "Mega IV Multiple Buildings Naval
Air Station", con la realizzazione di una scuola all'interno di NAS1
(la zona adibita a centro residenziale per i militari americani) e di
altri sette edifici con varie destinazioni d'uso, prevalentemente
uffici ed officine, nell'area operativa di NAS 2 (lo scalo aeroportuale
con i depositi di armi e gli hangar per cacciabombardieri e
pattugliatori). L'intero ammontare dei lavori, per un valore di 59,5
milioni di euro, sono stati appannaggio della CMC. Nella base
Sigonella, la cooperativa di Ravenna ha pure portato a termine le opere
del Piano Mega III, finanziati nel 2001 dal Dipartimento della Marina.
Con il Mega III sono stati realizzati strade, parcheggi, piazze, aree
attrezzate a verde, sei edifici polifunzionali, un centro commerciale
ed un complesso sportivo e ricreativo per le truppe USA. Ancora più
sostanzioso il valore di questo programma: alla CMC sono andati infatti
76,3 milioni di euro. Altri 80 miliardi di vecchie lire finirono invece
alla "coop" nel 1996 per il Piano Mega II (la realizzazione di alloggi
per i sottufficiali americani ed altre sei palazzine adibite a uffici e
centri operativi). La cooperativa "rossa" compare poi nel consorzio che
dovrà realizzare la galleria di circa 10 chilometri a Venaus, in Val di
Susa, nell'ambito dei lavori per l'Alta Velocità ferroviaria
Torino-Lione (siamo ancora nell'ambito del cosiddetto "corridoio 5").
E, come se non bastasse, nel marzo 2008 le forze armate USA hanno
sottoscritto con la CMC un contratto per 245 milioni di euro per la
costruzione delle infrastrutture che ospiteranno nell'aeroporto Dal
Molin di Vicenza, i militari in forza alla 173^ Brigata Aerotrasportata
dell'US Army, attualmente operativa dalle basi di Camp Ederle
(Vicenza), Bamberg e Scweinfurt (Germania). Al banchetto di guerra, la
Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna partecipa insieme al CCC -
Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, il colosso della Lega
delle Cooperative di cui la stessa CMC è socia. Tornando in Sicilia, un
significativo ruolo pro-Ponte e pro-basi è stato assunto da importanti
società di costruzioni locali. La Demoter di Messina, ad esempio,
azienda leader nella movimentazione terra - affermatasi pure in
Trentino Alto Adige, Toscana e Calabria - è stata la subappaltatrice
del consorzio Ferrofir (socie Astaldi, Di Penta e Impregilo) nella
realizzazione della lunga galleria dei Peloritani tra Villafranca
Tirrena e Messina, predisposta in vista del costruendo passante
ferroviario del Ponte sullo Stretto. Nel maggio 2005, la Demoter ha
inoltre rilevato gli ultimi lotti per il completamento, sull'A-20
Messina-Palermo, degli svincoli ai quartieri di Giostra e Annunziata,
previsti come penetrazione autostradale verso Capo Peloro e la futura
torre siciliana del Ponte. Per questi lavori, la Demoter si è associata
con la veneta Cordioli e C. e con A.I.A. Costruzioni di Catania,
società che ha realizzato un edificio "per la gestione delle munizioni"
nella base aerea USA di Aviano, l'air terminal per passeggeri e merci
della base NATO di Napoli-Capodichino e alcuni alloggi per i militari
statunitensi di stanza in quest'ultima infrastruttura militare. L'A.I.A
Costruzioni ha inoltre partecipato alla realizzazione del nuovo
aeroporto di Catania Fontananossa (utilizzato periodicamente da
velivoli militari delle forze armate italiane e statunitensi);
dell'albergo "Navy Lodge", dell'ospedale "Med-Dental" e di un complesso
scolastico della base USA di Sigonella. La società messinese Demoter ha
pure eseguito lavori per 5,2 milioni di euro per il completamento del
cosiddetto "Residence Mineo" che ospita, nel territorio dell'omonimo
comune siciliano, 400 alloggi familiari per il personale americano in
forza a Sigonella. L'intervento è stato realizzato per conto della
Pizzarotti Parma, altro colosso italiano delle costruzioni che ha
partecipato alla gara per il general contractor del Ponte in cordata
con il gruppo Astaldi di Roma. La Pizzarotti è un'azienda leader nella
realizzazione di basi militari in Italia. Nel 1979 le fu affidata la
costruzione di una serie di infrastrutture all'interno della Stazione
aeronavale di Sigonella quando la base fu scelta dagli strateghi di
Washington come centro operativo e base avanzata nel Mediterraneo
orientale e in Medio Oriente della Rapid Deployment Force, la Forza
d'Intervento Rapido delle forze armate USA. A metà anni '80 la
Pizzarotti partecipò pure alla costruzione di numerose infrastrutture
nella base di Comiso (Ragusa), utilizzata dalla US Air Force per
l'installazione di 112 missili a testata nucleare. La stessa Pizzarotti
ha realizzato in Sicilia il complesso "Belpasso Housing" che ospita 526
alloggi indipendenti per il personale di Sigonella. Più recentemente
(anno 2003), il "Department of the US Navy" ha assegnato alla società
di Parma la costruzione di un complesso di edifici da adibire a
residenze per 300 marines, nella base di Camp Ederle, Vicenza (costo 20
milioni di euro). La Pizzarotti ha poi eseguito i lavori di
ristrutturazione ed ampliamento delle banchine della base navale USA di
Santo Stefano (arcipelago de La Maddalena), utilizzata sino alla
primavera 2008 come base appoggio per i sottomarini nucleari di stanza
nel Mediterraneo. Un'altra partner d'Impregilo e CMC nella
progettazione e costruzione del Ponte, Società Italiana per le Condotte
d'Acqua, ha realizzato un hangar di rimessaggio e alcuni fabbricati
nella base elicotteri dell'Aviazione dell'Esercito di Lamezia Terme,
dove opera il 2° Reggimento "Sirio" (velivoli AB 205 e AB 412). Sempre
in Calabria, Condotte ha costruito gli edifici destinati alla Scuola
Allievi Carabinieri di Reggio Calabria (otto palazzine in tutto per una
superficie netta di 65.000 metri quadrati e un volume utile di 253.000
metri cubi). A fine anni '80 la società partecipò ai lavori di
realizzazione dello stabilimento Alenia Aeronautica di Nola (Caserta).
A quel tempo Condotte era di proprietà del gruppo IRI ed era presieduta
dal generale Mario de Sena, ex comandante dell'Arma dei Carabinieri.
Nel 1994 la società passò poi sotto il controllo di Iritecna che in
quegli anni era pure azionista della Stretto di Messina S.p.a.. Lo
stabilimento Alenia di Nola è utilizzato oggi per l'assemblaggio di
componenti destinate a velivoli civili e militari. L'attività
produttiva di Alenia Aeronautica comprende, tra gli altri, il C-27J,
aereo da trasporto tattico, o gli ATR42MP e ATR72ASW, velivoli
appositamente sviluppati per missioni di pattugliamento marittimo,
recentemente venduti pure ad India, Libia e Nigeria. Alenia riveste
inoltre un ruolo chiave in alcuni dei programmi militari internazionali
più importanti, come i cacciabombardieri Eurofighter Typhoon e Joint
Strike Fighter F-35 e il dimostratore UCAV Neuron. Ad ulteriore
conferma della vocazione militare di buona parte delle convitate al
banchetto dei lavori del Ponte, l'incarico delle attività di
monitoraggio ambientale, territoriale e sociale per la fase ante
operam, di costruzione (in opera) e di esercizio (post operam)
dell'infrastruttura e dei suoi collegamenti stradali e ferroviari, è
stato affidato ad un raggruppamento d'imprese in cui compare la Theolab
Srl, una dei maggiori laboratori di analisi ambientali, chimiche e
microbiologiche in Italia, di proprietà del Gruppo Tazzetti di Volpiano
(Torino). Theolab vanta una lunga esperienza come contractor dell'Air
Force Centre for Environmental Excellence, la struttura specialistica
dell'Aeronautica militare degli Stati Uniti che esegue i monitoraggi
ambientali delle proprie basi in Europa.
Export d'armi in attesa dell'affare dello Stretto La
Società Stretto di Messina, concessionaria pubblica per la
realizzazione del Ponte, ha e ha avuto nel proprio consiglio
d'amministrazione alcuni dei personaggi più significativi della storia
recente del complesso militare industriale italiano. Giuseppe
Zamberletti, Presidente della Stretto di Messina, è stato uno dei
politici particolarmente attivi nella campagna orchestrata dalle grandi
imprese belliche per la modifica della legge 185 del 1990 che regola
l'export di armi, a favore della piena "liberalizzazione" in materia.
"Siamo contro le norme, introdotte dall'area parlamentare più
utopistica e massimalista, realmente assurde, come quelle relative ai
paesi in via di sviluppo", ha dichiarato lo stesso Zamberletti in
occasione di un seminario organizzato nella primavera del 1999
dall'Istituto ricerche e informazioni difesa (Istrid), insieme alle
maggiori aziende belliche nazionali. Emmanuele Emanuele, sino
all'aprile 2005 nel consiglio d'amministrazione della società
concessionaria per il Ponte, è consigliere dell'Agusta S.p.A., una
delle maggiori aziende del mercato mondiale degli elicotteri da guerra
(un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro ed un portafoglio ordini
per oltre 7,6 miliardi). L'Agusta opera in joint venture con la
britannica Westland ed è controllata da Finmeccanica, la holding in
buona parte a capitale pubblico che ha assorbito le principali
industrie italiane operanti nel settore militare, aerospaziale e
dell'energia nucleare. Oltre ad Agusta, Finmeccanica controlla Alenia
Aeronautica, Selenia Communications, Ama, Aermacchi, Galileo Avionica,
AnsaldoBreda ed Ansaldo Energia. Ex consigliere d'amministrazione di
Finmeccanica è stato pure il dott. Pietro Ciucci, odierno
amministratore delegato della Società Stretto di Messina, ma
soprattutto presidente di ANAS, l'ente che è l'azionista di riferimento
della concessionaria pubblica. Del Consiglio di Amministrazione di
Finmeccanica è stato pure membro il professor Ernesto Monti, presidente
del Gruppo Astaldi, grande sconfitto nella gara per il general
contractor del Ponte. Anche l'odierno presidente del consiglio
d'amministrazione di Impregilo, Massimo Ponzellini, è stato consigliere
d'amministrazione di Finmeccanica. Ponzellini sbarcò alla holding
militare dopo aver ricoperto l'incarico di direttore generale del
Centro Studi Nomisma e dirigente superiore dell'IRI negli anni della
presidenza di Romano Prodi. Successivamente Massimo Ponzellini fu
nominato vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti (BEI).
Nel 2001 il manager intervenne direttamente per esprimere la
disponibilità della banca di cui era rappresentante a "sostenere, fino
al 50%, il finanziamento del Ponte sullo Stretto". Amministratore
delegato della holding di controllo del complesso militare industriale
italiano è stato Alberto Lina, amministratore delegato di Impregilo
sino al 2007. Gli anni di Lina alla guida di Finmeccanica sono stati
segnati dalla firma di importanti accordi internazionali. Dopo la
fusione di Agusta con Westland, nel luglio 1998 il manager promosse la
partnership tra Alenia Difesa e la britannica General Electric Company,
dando vita alla joint venture "Alenia Marconi Systems N.V." per lo
sviluppo di radar terrestri e navali e sistemi di comando e controllo
missilistico. La sede della nuova società fu fissata nei Paesi Bassi
mentre furono aperti due uffici amministrativi a Chelmsford e Roma. La
propensione della società di costruzioni con sede a Sesto San Giovanni
per i manager con larga esperienza nel settore militare potrebbe
apparire, in prima battuta, come semplice frutto del caso; se si guarda
però alla composizione e agli investimenti di alcuni dei suoi maggiori
soci, è forte il sospetto che essa sia invece effetto della
compenetrazione finanziaria "armi-cemento". Dopo il turbinio di
acquisizioni e cessioni di pacchetti azionari che hanno caratterizzato
gli ultimi due anni d'Impregilo, sono principalmente le banche e i
fondi d'investimento privati stranieri ad esercitare oggi il controllo
sulla società di costruzioni. Dal 14 luglio 2008, ad esempio, Deutsche
Bank detiene il 5,45% del capitale azionario di Impregilo. L'istituto
tedesco è, in patria come in Italia, tra i finanziatori della
produzione bellica ed importante erogatrice del credito a favore
dell'export militare. Secondo la Campagna di pressione alle banche
armate, solo lo scorso anno Deutsche Bank ha dato copertura al
trasferimento di armi italiane all'estero per un valore di 173,9
milioni di euro, pari al 14,2% dell'intero export, seconda solo al
gruppo bancario Unicredit. Deutsche Bank non si limita però solo alle
attività creditizie. Il gruppo bancario detiene infatti direttamente
una quota di circa 45,8 milioni di dollari di EADS - European
Aeronautic Defence and Space Company, holding aerospaziale con sede in
Olanda. EADS fu creata nel 2000 da tre importanti società del complesso
militare-industriale europeo: Aerospaziale Matra (Francia),
Daimler-Chrysler Aerospace (DASA, Germania) e Construcciones
Aeronáuticas (CASA, Spagna). Per fatturato, la holding è oggi il
secondo maggiore gruppo aerospaziale al mondo (dopo Boeing) e il
secondo produttore di sistemi d'armi in Europa dopo BAE Systems. Alla
inarrestabile crescita di EADS ha fortemente contribuito Deutsche Bank,
la quale, oltre ad acquisirne una quota, ha assicurato dal 2003
importanti finanziamenti per la realizzazione del "Programma
Industriale a Medio Termine" di EADS e, due anni dopo, erogando un
credito per tre miliardi di euro per lo sviluppo di alcune delle sue
più importanti linee di produzione. Tra i sistemi d'arma che hanno
contribuito all'affermazione economica del gigante europeo, si
annoverano le differerenti versioni degli elicotteri "Eurocopter",
l'elicottero multiuso NH-90, ma soprattutto i velivoli cargo prodotti
dal Consorzio Airbus, controllato per l'80% da EADS. Con sede
principale a Tolosa (Francia) ed oltre 55.000 dipendenti, Airbus
produce sia numerosi modelli utilizzati per il trasporto civile, sia i
velivoli militari multiruolo A310 e A330 MRTT ed il quadrimotore da
trasporto tattico A400M, quest'ultimo acquistato da diversi paesi
dell'Unione europea, Stati Uniti, Turchia, Malesia e Sud Africa. Il 29
febbraio 2008, a seguito del megacontratto per 35 miliardi di dollari
sottoscritto dall'US Air Force con la società statunitense Northrop
Grumman e relativo alla costruzione di 179 aerei cisterna KC-45, EADS è
stata scelta come principale subcontraente. Di fatto il KC-35 sarà una
versione modificata dell'esistente Airbus 330 e sarà utilizzato per il
rifornimento in volo dei cacciabombardieri. Quello con Northrop Grumman
- EADS è il contratto economicamente più rilevante mai firmato dal
Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America. EADS e Northrop
Grumman, accanto a General Dynamics Canada, alla francese Thales, alla
spagnola Indra Sistemas e all'italiana Galileo Avionica (Finmeccanica),
compaiono nel consorzio "Transatlantic Industrial Partnership for
Surveillance - TIPS", costituito in vista della realizzazione dell'AGS
- Alliance Ground Surveillance, il programma della NATO di sorveglianza
globale terrestre, il cui comando potrebbe essere insediato nella base
siciliana di Sigonella. Anche in questo caso si tratta di una grossa
commessa, 532 milioni di euro, la più grande nella storia dell'Alleanza
Atlantica. Il nucleo vitale del sistema AGS sarà costituito dall'uso di
aerei radar con e senza pilota, satelliti e sofisticati sistemi di
telecomunicazione. Fonti NATO hanno confermato che saranno utilizzati
gli aerei europei Airbus 321 (EADS) e i velivoli senza pilota Global
Hawk (Northrop Grumman). Nel portafoglio clienti di EADS ci sono poi
altri paesi che fronteggiano conflitti o che sono all'indice per la
persecuzione di minoranze o violazione dei diritti umani. Sono stati
prodotti da EADS gli elicotteri da guerra utilizzati dall'India per
alcuni attacchi in Nepal. Il consorzio europeo vanta inoltre
un'importante presenza azionaria in AviChina, società che ha venduto
componenti aeree militari a Cina, Sudan e Birmania. Forti le critiche a
livello internazionale anche per la produzione delle munizioni "PR
Cargo" da parte della joint-venture TDA S.A., costituita da EADS e
dalla francese Thales. Esse sarebbero assimilabili alle "clusterbomb",
le famigerate bombe a grappolo che al momento dell'esplosione generano
altre centinaia di bombe più piccole che possono non esplodere,
occultandosi nei campi in attesa di colpire alla stregua delle mine
anti-uomo. A causa della produzione di bombe "PR Cargo", il Fondo
Pensioni Statale della Norvegia aveva preannunciato nel 2005
l'esclusione del finanziamento a favore della joint-venture TDA S.A.,
provvedimento rientrato dopo la presentazione di un rapporto di EADS
che negava la violazione del Trattato di Ottawa che bandisce la
produzione di mine terrestri. I Fondi norvegesi, tuttavia, si sono
rifiutati di finanziare EADS a causa della sua compartecipazione nel
Consorzio MBDA, produttore di sofisticati sistemi missilistici, nonché
direttamente interessato allo sviluppo di armi nucleari. Il Consorzio
MBDA è stato creato nel 2001 da EADS, BAE Systems ed Alenia Marconi, la
società di Finmeccanica costituita negli anni della gestione di Alberto
Lina, poi amministratore delegato Impregilo.
Banche armate e finanziarie nuclearizzate Tra
le azioniste della società general contractor del Ponte sullo Stretto
c'è un altro colosso bancario straniero, l'ABN Amro, con sede in
Olanda. Dopo essersi dichiarato disponibile a coprire in parte il
finanziamento dei lavori dell'opera, nel gennaio 2008 ABN Amro ha
deciso di entrare direttamente nel capitale d'Impregilo accettando la
richiesta di IGLI (la finanziaria di controllo formata dai gruppi
Benetton, Gavio e Ligresti) di rastrellare sul mercato sino al 3% delle
azioni della società. Dopo un anno, il gruppo bancario deciderà se
restare in Impregilo oppure trasferire a terzi le azioni acquisite (al
momento rappresentano il 2.18% del capitale della società di Sesto San
Giovanni). Lo storico istituto olandese è proprietà di una holding che
vede la partecipazione, tra gli altri, del Banco Santander Central
Hispano S.A. e della Royal Bank of Scotland. Come nel caso di Deutsche
Bank ci troviamo di fronte a due gruppi europei che intervengono
finanziariamente a favore del settore della produzione e del commercio
dei sistemi di guerra. Insieme ad altri cinque istituti spagnoli,
nell'aprile 2008, il Banco Santander ha sottoscritto un accordo con
EADS (la compagnia spaziale in cui è presente Deutsche Bank) per
l'erogazione di un credito di 554 milioni di euro a garanzia di una
commessa della forza aerea del Brasile relativa a dodici aerei da
trasporto C-295 e all'ammodernamento di otto pattugliatori P-3 "Orion".
L'istituto spagnolo controlla inoltre il 50% di Vista Capital,
finanziaria che detiene a sua vola il 23% del Grupo Maxam Corp.,
holding a cui fanno riferimento sei imprese spagnole del settore
difesa, la più nota delle quali è Explosivos Alaveses - Expal,
produttrice di esplosivi, detonatori, spolette, ecc.. Il 22 maggio
2008, gli ingressi dell'impianto Expal di Madrid sono stati occupati
simbolicamente da Greenpeace-España per denunciare il suo utilizzo per
la produzione di bombe a grappolo BME330, capaci di disseminare tra le
180 e le 512 submunizioni in un'area ridotta. Anche in questo caso gli
ordigni non esplosi si convertono in potenziali mine anti-uomo. Il
Banco de Santander vanta poi una partecipazione pari allo 0,92% della
Indra Sistemas SA, la maggiore impresa bellica spagnola, partner della
"Transatlantic Industrial Partnership for Surveillance - TIPS" che
realizza il sistema AGS NATO. Indra produce principalmente simulatori,
sistemi di tiro e componenti per la difesa elettronica; partecipa
inoltre all'assemblamento dell'aereo da combattimento Eurofighter, del
carroarmato Leopard, della fregata F-100 e dell'elicottero Tigre,
destinato ai programmi militari dell'Unione Europea e della NATO. La
società spagnola interviene pure nell'equipaggiamento del missile
statunitense "Sparrow" e, in associazione con Thales, nello sviluppo
del simulatore di volo per l'aereo da trasporto militare A400M di
Airbus. The Royal Bank of Scotland, l'altro importante gruppo che ha
acquisito Amro Bank, è la seconda banca del Regno Unito e la quinta al
mondo, vantando una capitalizzazione di oltre 75 miliardi di euro.
Forte è la sua presenza nei servizi bancari a favore delle società
britanniche produttrici d'armi. L'istituto con sede ad Edimburgo è in
possesso di pacchetti azionari di grandi industrie militari per un
valore complessivo di 36,4 milioni di sterline. In particolare, The
Royal Bank of Scotland detiene il pacchetto di maggioranza di
Doncasters Group Ltd, società con impianti in Europa, Cina, Messico e
Stati Uniti, ed operante nel settore ingegneristico e della produzione
di componenti aerospaziali. Il suo fatturato ha superato nel 2006 i 940
milioni di dollari e tra i maggiori clienti compaiono Boeing, Pratt
& Whitney, Rolls-Royce e Honeywell. La filiale francese di
Doncasters lavora per conto del Consorzio Airbus; nel giugno 2007 è
stato pure sottoscritto un accordo con Europrop International per la
produzione negli stabilimenti di Shewsbury (Gran Bretagna), di
componenti per il motore dell'aereo militare Airbus A400M, lo stesso
velivolo a cui lavora la spagnola Indra Sistemas. Un'altra azionista
Impregilo (3%), la Banca Popolare di Milano, è stata per anni
un'operatrice tecnica finanziaria delle transazioni di armi prodotte da
industrie italiane. Il valore delle operazioni eseguite in questo
settore nel 2006 dall'istituto è stato di 17,7 milioni di euro. A
seguito delle pressioni esercitate dalla Campagna Banche Armate e da
Banca Etica (di cui è socia la Banca Popolare di Milano), il 7 gennaio
2007, i vertici del gruppo milanese si sono impegnate per il futuro ad
"un ulteriore sensibile riduzione della proprie operazioni" a favore
dell'esportazione di armi. La banca ha tuttavia ammesso di aver
effettuato nel biennio 2005-06, quarantasei operazioni d'incasso per un
valore complessivo di 61.890.000 euro. È stato inoltre autorizzato il
pagamento "di un compenso d'intermediazione per euro 1.576.000" ed
effettuato un "incasso di euro 771.000 nell'ambito di un programma di
coproduzione intergovernativa per il quale non necessita preventiva
autorizzazione". Francia, Gran Bretagna, Grecia, USA, India e Turchia i
paesi destinatari delle transazioni che hanno "riguardato
essenzialmente componenti per aeromobili e in minor parte unità di
filtrazione per navi". A rendere ancora più inestricabile il rapporto
che lega Impregilo al complesso militare industriale internazionale, ci
pensano i fondi d'investimento privati che ne controllano importanti
quote sociali. Il 5,8% circa del pacchetto azionario della società di
costruzioni è in mano a Centaurus Capital, fondo lanciato nel 2000 da
alcuni manager impiegati presso la francese BNP Paribas. I fondi
Centaurus detengono il 30% della compagnia olandese Stork B.V., attiva
nella costruzione e assemblaggio di componenti aeree. Le commesse nel
settore militare riguardano il cacciabombardiere F-35 Lightning II,
l'Airbus SAS A380 e l'elicottero multiuso NH90. Cambiano le aziende ma
sono quasi sempre gli stessi gli strumenti di morte. Lo scorso anno il
fondo d'investimento ha fatto ingresso nel settore delle nuove
tecnologie, investendo insieme ad altri partner europei 28,5 milioni di
dollari su Gemfire Corporation, società con sede in California e
Livingston (Gran Bretagna), produttrice di circuiti elettronici,
impianti di telecomunicazione e fibre ottiche utilizzati nell'industria
aerospaziale. Altro fondo di "gestione risparmio" presente in Impregilo
(9,8% delle azioni) è Fidelity Management and Research - FMR LLC, del
gruppo Fidelity Investments di Boston. Si tratta di uno dei maggiori
attori statunitensi del settore, di proprietà del miliardario Edward
Crosby "Ned" Johnson III, già ufficiale dell'US Army. Un legame
profondo quello con l'establishment militare, al punto che due dei
maggiori piani d'investimento offerti da Fidelity, il Promoting
Fidelity's Destiny I and II, sono diretti quasi esclusivamente al
personale militare USA. FMR LLC controlla inoltre il 4,8% del capitale
di Prysmian Cables & Systems S.p.A., la società con sede a Milano
che nel 2005 ha acquisito le partecipazioni e le attività della
Divisione Cavi e Sistemi di Pirelli & C. Prysmian è tra i leader
mondiali nella produzione di fibre e cavi ottici per la trasmissione di
video, dati e voce nel settore civile e militare. La controllata
Prysmian Cavi e Sistemi Energia Italia vanta tra i suoi maggiori
clienti la Marina Militare italiana. Prysmian Cables & Systems è
inoltre una delle principali società internazionali operanti nel
cablaggio di centrali nucleari. Nel luglio 2008, la China Nuclear Power
Engineering Company le ha affidato la progettazione, produzione e
installazione dei cavi speciali che verranno utilizzati per cablare due
nuove centrali in fase di costruzione nelle province di Liaoning e di
Fujian. Oltre a Impregilo e Prysmian, Fidelity Management and Research
è presente nell'azionariato della FIAT (5%), della megacorporation
dell'hamburger MC Donalds Co. (3,7%), e di Ansaldo STS (1,9%), società
del gruppo Finmeccanica. Ansaldo STS produce ed installa tecnologie
avanzate per il trasporto ferroviario e metropolitano ed è una delle
aziende più impegnate nell'Alta Velocità, con commesse in Italia,
Francia, Giappone, Cina e Corea del Sud. La società è pure partner di
Impregilo e Società Italiane Condotte d'Acqua nei lavori di
realizzazione della tratta ferroviaria Verona-Padova. Ha inoltre
implementato parte delle componenti di controllo elettronico della
linea ferroviaria Parigi-Londra che attraversa il tunnel del Canale
della Manica.
Iraq. Prima le bombe, poi gli appalti Nel
complesso scenario Ponte-Guerra sono poi presenti gli uomini e le
società che hanno diviso il loro impegno tra l'attività a favore della
realizzazione della megainfrastruttura nello Stretto di Messina e la
"ricostruzione" dell'Iraq dopo la devastante campagna di bombardamento
della coalizione internazionale guidata da Washington. Tra gli ex
componenti del consiglio d'amministrazione della Società Stretto di
Messina S.p.A., hanno fatto parte due personaggi che ricopriranno poi
un ruolo determinante nei piani d'intervento "civile" nel martoriato
paese mediorientale: l'on. Vito Riggio, e l'ex manager Montedison, Lino
Cardarelli. Vito Riggio, odierno presidente dell'Ente nazionale per
l'aviazione civile - ENAC, è pure membro del consiglio
d'amministrazione del "Consorzio italiano infrastrutture e trasporti
per l'Iraq", con sede legale a Roma e soci ANAS, Ferrovie dello Stato,
Italferr, ENAC ed ENAV. Al consorzio sono stati affidati lo studio e la
realizzazione del piano generale iracheno dei trasporti. Organo
committente l'Amministrazione della coalizione occupante (CPA), il
governo provvisorio insediato a Baghdad dagli Stati Uniti e dagli
"alleati" subito dopo la conclusione dell'invasione. Strettamente
dipendente della CPA è stato il PMO (Program Management Office),
l'organismo che ha coordinato gli aspetti economici, finanziari e
industriali della ricostruzione e di cui è stato vicedirettore,
appunto, Lino Cardarelli. Il ruolo di governatore "provvisorio"
dell'Iraq e capo della CPA è stato ricoperto dallo statunitense Paul
Bremer, direttore esecutivo e consulente "senior" ai tempi dell'attacco
aereo contro le Torri Gemelle di New York, del gigante delle
assicurazioni MMC - Marsh & McLennan Companies. Con un fatturato
annuo superiore ai dodici miliardi di dollari, 26.000 dipendenti e
clienti in oltre 100 paesi del mondo, MMC - Marsh & McLennan
Companies controlla interamente Marsh S.p.A., la società con sede a
Milano che si è aggiudicata il bando di gara relativo al broker
assicurativo dei rischi dei lavori di realizzazione del Ponte sullo
Stretto. La durata dell'incarico sarà per 108 mesi, in relazione alla
tempistica di realizzazione dell'opera ed ai primi due anni di
esercizio della stessa. MMC - Marsh è oggi tra le compagnie
assicurative più impegnate a livello mondiale nella copertura dei
rischi per tutti i segmenti dell'industria nucleare (dalla
progettazione, alla realizzazione e funzionamento dei reattori
atomici). Nel luglio 2007, la controllata Marsh Inc., ha pure dato vita
a Filadelfia ad un centro d'eccellenza per l'energia nucleare (U.S.
Nuclear Energy Center of Excellence). "Il centro interverrà a favore
delle industrie del settore nucleare a copertura dei rischi operativi e
degli investimenti", ha dichiarato James R. Pierce Jr., direttore capo
di Marsh Inc.. "Oggi, data l'attenzione globale allo sviluppo delle
fonti energetiche alternative al carbone, le industrie statunitensi
stanno tornando all'opzione dell'energia nucleare e ciò comporta la
rinascita di questo settore. Il nostro obiettivo sarà quello di
sostenerle a valutare e gestire l'insieme dei rischi associati al
design, sviluppo, costruzione, operatività e sicurezza degli impianti".
Che non si tratti solo di nucleare "civile" lo dimostra la nomina a
capo del Centro d'eccellenza di J. Shannon Moyer, già a servizio per
otto anni dell'US Navy come comandante di sottomarini atomici. MMC -
Marsh & McLennan Companies ha pure attivato una divisione
specializzata nell'offerta di servizi assicurativi per i rischi che
derivano dal "terrorismo internazionale". Si tratta in buona parte
della copertura dei contratti delle grandi transnazionali nelle aree
del pianete dilaniate dai conflitti (Iraq e Afghanistan, ad esempio).
Come ricorda la saggista Naomi Klein, autrice di No logo e Shock
Economy, proprio gli uffici centrali della società di assicurazioni
erano ospitati nella Torre Nord del World Trade Center, e furono
distrutti dagli attacchi lanciati l'11 settembre 2001. Il crollo del
grattacielo causò, tra gli altri, la morte di 295 dipendenti Marsh.
L'Amministrazione della Coalizione occupante presieduta da Paul Bremer
e il Program Management Office con vicedirettore Lino Cardarelli hanno
distribuito milioni di dollari ai general contractor chiamati alla
"ricostruzione" di aeroporti, porti, reti stradali e infrastrutture
petrolifere iracheni. Le società, ovviamente, sono in buona parte
statunitensi; tra esse spiccano innanzitutto Bechtel, Luois Berger e
Parsons, tutte concorrenti all'affare del Ponte sullo Stretto. Bechtel
è forse il maggior colosso militare-industriale-nucleare mondiale, ma
esercita un ruolo predominante anche nel settore energetico, dei
servizi e del controllo privato delle risorse idriche. Con sede a San
Francisco (California) e un fatturato annuale di oltre quindici
miliardi di dollari, Bechtel è profondamente radicato nelle forze
armate e nell'establishment politico repubblicano degli Stati Uniti. Il
vice presidente di Bechtel Corporation, Jack Sheehan, è stato sino al
1998 generale dell'US Marine Corps, e ha ricoperto pure l'incarico di
responsabile del NATO's Supreme Allied Commander Atlantic, e comandante
in capo del Comando USA per l'Atlantico. Del consiglio
d'amministrazione di Bechtel ha fatto parte per un lungo periodo George
Shultz, potente ex segretario di stato degli Stati Uniti d'America
durante la presidenza di Richard Nixon. Consulente legale di Bechtel è
stato pure l'ex segretario della difesa, Caspar Weinberg, mentre
Kenneth Devis, odierno vicepresidente del gruppo californiano, ha
occupato l'incarico di vicesegretario per l'Energia
dell'amministrazione di Gorge Bush padre. Gorge W. Bush figlio ha
invece nominato il presidente del board esecutivo, Riley P. Bechtel,
quale membro del proprio Consiglio di Presidenza per le Esportazioni.
Bechtel ha progettato il Canale della Manica, tra le realizzazioni più
fallimentari della storia dei trasporti. La società, inoltre, è stata
tra le prime ad offrire alla Stretto di Messina S.p.a. la disponibilità
alla partecipazione progettuale ed esecutiva del Ponte; nel 1997 i suoi
manager incontravano pure a Messina i vertici della società
concessionaria e l'allora presidente, oggi onorario, Nino
Calarco. Nonostante Bechtel International Inc. sia stata presente
alla fase di pre-qualifica per l'individuazione del cosiddetto "Project
Management Consultant" (PMC), che avrà il compito di svolgere le
attività di controllo e verifica della progettazione definitiva,
esecutiva e della realizzazione dell'opera da parte del Contraente
Generale, il gruppo californiano non ha presentato un'offerta alla gara
effettuata a fine 2005. Forse alla fine il management della società ha
ritenuto poco vantaggioso il rapporto costi-benefici del Ponte.
Bechtel, oltre a contratti per milioni di dollari in Iraq, è impegnata
con la Lockheed Martin nel nuovo programma di potenziamento del sistema
missilistico nucleare e di sorveglianza spaziale avviato nell'atollo
Kwajalein ("Reagan Test Site"), Isole Marshall, per conto dell'US Army
Space and Missile Defense Command. Altri appalti per circa cinque
miliardi di dollari sono stati ottenuti dal Dipartimento per l'Energia
degli Stati Uniti per sviluppare gli impianti di processamento di
uranio per la fabbricazione di testate nucleari di Oak Ridge,
Tennessee. Bechtel Corporation gestisce inoltre la stazione per i test
nucleari del Nevada, dove vengono eseguiti in profondità e con cadenza
periodica i cosiddetti "esperimenti subcritici" (dal costo di circa
venti milioni di dollari l'uno). Anche il gruppo Luois Berger, società
d'ingegneria con sede in New Jersey, ha concorso, senza successo, al
bando di gara per il Project Management Consultant del Ponte sullo
Stretto. Luois Berger è guidato da un italo-americano, tale Nick
Masucci, e ha come portavoce un altro italo-americano, Tom Nacastro.
Oltre che in Iraq, il gruppo statunitense è presente nella
ricostruzione di importanti infrastrutture nell'Afghanistan sotto
occupazione internazionale, dove ha anche assegnato subappalti a
piccole imprese edili umbre. La gara per il PMC è stata invece vinta da
Parsons Transportation Group che così seguirà la progettazione
definitiva del Ponte di Messina. Colosso statunitense del settore
ingegneristico e delle costruzioni, Parsons ha sede a Pasadena
(California) e filiali in oltre 80 paesi del mondo. In Iraq, il Program
Management Office ha affidato al gruppo Parsons contratti per milioni
di dollari per la ricostruzione di decine d'infrastrutture civili e
militari (ancora Naomi Klein ricorda un appalto di 186 milioni di
dollari per costruire 142 cliniche mediche, di cui solo sei erano state
completate nel 2007). Dal CPA di Bremer, Parsons ha pure ricevuto, in
joint-venture con una società di costruzioni con sede in Colorado, 28,5
milioni di dollari per monitorare l'attività di altri quattro grandi
contractor statunitensi in Iraq. Parsons Transportation Group, che per
il regime di Saddam Hussein aveva realizzato il ponte "14 luglio" sul
Tigri e la megacentrale elettrica di alimentazione della città di
Bagdad, nonché progettato la metropolitana sotterranea della capitale,
è stato pure contrattato dal Corpo d'Ingegneria dell'Esercito USA per
lo "sminamento e la distruzione di armi" ed il recupero delle maggiori
reti petrolifere e dei gasdotti iracheni. Per conto dell'US Air Force,
il gruppo Parsons ha riabilitato le infrastrutture della base di Taji,
una delle più importanti aree operative delle forze armate della
coalizione alleata. La società statunitense è infine subappaltatrice
del colosso Bechtel International Inc. per la realizzazione di un
megaprogramma infrastrutturale (sistemi idrici, ospedali, centri
educativi, caserme, stazioni di polizia e prigioni) coordinato dal PMO
e finanziato in parte da USAID, l'agenzia di cooperazione USA. Sempre
in Iraq, contratti complessivi per 200 milioni di dollari sono finiti
invece alle imprese italiane "amiche" del Ponte, principalmente
Snamprogetti e Tecnimont (in gara per il Project Management Consultant
dell'opera) e Techint della famiglia italo-argentina dei Rocca, a capo
dell'impero internazionale dell'acciaio e azionista di riferimento di
Impregilo sino alla primavera del 2007. La stessa Impregilo continua ad
aspirare ad importanti commesse civili nel martoriato paese arabo. La
società di Sesto San Giovanni è del resto di casa nello scacchiere
mediorientale: nel piccolo emirato di Abu Dhabi, Impregilo ha
realizzato numerosi dissalatori e la più grande moschea del mondo.
Ancora ad Abu Dhabi, Giuseppe Zappia, l'imprenditore italo-canadese
sotto processo a Roma con l'accusa di aver operato per conto di Cosa
Nostra per un'abortita operazione di finanziamento dei lavori del
Ponte, ha progettato un acquedotto di oltre 400 chilometri ed ottenuto
ben otto contratti di costruzioni civili. Negli Emirati Arabi Uniti,
Giuseppe Zappia ha anche lavorato alla realizzazione dei campi base
utilizzati dalle forze armate USA per sferrare i suoi attacchi all'Iraq
durante le due più recenti Guerre del Golfo.
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