editoriale
Manovre per l'Europa
di Ida Magli ItalianiLiberi | 27/03/2009
I
giovani di Alleanza Nazionale indossano entusiasti le magliette con la
scritta: “ Sono felice di essere italiano” e inneggiano al travaso del
proprio partito nel mondo dell’ottimismo berlusconiano con il nuovo
nome di Partito degli Italiani. Non capiscono nulla, dunque, questi
poveri ragazzi. Non capiscono che l’imperversare di “italianità” di cui
si ammantano con sempre maggiore foga tutti i politici, è la trionfale
maschera con la quale li stanno truffando. All’ultimo congresso di
Alleanza Nazionale, infatti, si parla soltanto del partito; di quello
nuovo, ma ancor più di quello vecchio, mentre il vero scopo della
commedia è la sistemazione nell’Unione europea ( più agevole insieme a
Berlusconi) e la maschera dell’italianità serve soltanto a far sì che
gli italiani non se ne accorgano. Il sistema della
truffa e del silenzio sui veri scopi dell’operazione europea, sistema
che è stato messo in atto fin dall’inizio, ha funzionato molto
bene per cui adesso si tratta di superare l’ultimo scoglio, oscurando
l’aria con tutti i possibili fumi tricolore, dopo di che, ormai
ratificata la Costituzione e ben sistemati nelle istituzioni di comando
europeo, i politici sono convinti di potersi finalmente godere in pace
il vasto potere di un immenso impero. Il Partito degli Italiani fa
parte di questi fumi. Italiani? Quali italiani? Non lo sanno i poveri
cultori d’italianissime magliette che non ci sono più i confini
dell’Italia? Come può esistere una nazione che non possieda un
territorio? Possibile che nessuno si ponga neanche la minima domanda in
proposito? Guardiamola dunque in faccia la realtà. Un’Europa forte,
ricca, fulgido esempio a tutto il mondo di democrazia e di giustizia,
quale la volevano (e ancora fingono di volerla) coloro che l’hanno
progettata e costruita fino ad oggi a colpi di Trattati sulla testa dei
cittadini, non poteva esistere se non uccidendo le singole Nazioni, i
singoli Stati, omogeneizzando leggi, costumi, stili di vita, religioni,
caratteri, psicologie, etiche. Tutto questo è stato fatto nello stesso
modo con il quale sono state unificate le monete: a forza di imperio.
Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi: un’estrema
aggressività interna, la disintegrazione delle strutture sociali di
base (in primis la famiglia), la perdita di quasi ogni ideale di
riferimento da parte dei giovani, la voglia di morte, con la droga, con
l’automobile, col non-senso del sesso, la mancanza di creazione
intellettuale, artistica, scientifica. E' successo, infine, perfino
quello che sarebbe sembrato impossibile fino ad ieri: l’impoverimento
economico. La crisi economica sta mettendo in luce, infatti, anche
attraverso l’inutile farsa dei molteplici Consigli e Convegni, che i
singoli Stati si salvano meglio seguendo il vecchio detto “ognuno per
sé”. Nessuna iniezione di fiducia può indurre i poveri cittadini
d’Europa a credere in ciò che oggi predicano, con tanta sicurezza, gli
stessi economisti e banchieri di Bruxelles che non si sono accorti di
nulla, o hanno finto di non accorgersi, durante gli anni delle grandi
rapine. Si tratta, dunque, di riconoscere che non si possono
sommare le mele con le pere; o meglio: che non è con la volontà dei
potenti che le pere si trasformano in mele. Di questi problemi, però, i
politici non hanno mai permesso di discutere. La mancanza di qualsiasi
dibattito su che cosa sia, e che cosa possa essere in futuro l’Europa,
è la prova migliore della consapevole truffa messa in atto dai
governanti. (Ricordo benissimo il deciso No che mi rispose l’amica
Lucia Annunziata, a quel tempo direttore del TG3, quando le proposi un
dibattito sull’Europa. Da allora sono passati più di quindici anni,
durante i quali ho fatto la stessa richiesta ad innumerevoli politici e
giornalisti, ma di dibattiti non se n’è visto neanche uno). Perfino i
Re, le Regine, tacciono. Eppure, una volta portata a termine la
costruzione europea, essi non potranno più sussistere. L’esistenza
delle Monarchie, infatti, è legata all’esistenza della loro Nazione,
del loro Popolo. Si tratta di un legame mistico, proveniente in origine
da Dio, fondato su una fiducia fortissima, affettiva soltanto in
apparenza in quanto in realtà il sistema della “successione” dinastica
reale garantisce l’identità della successione, la continuità di vita
del suo popolo. Il tradimento dei Re è pertanto davvero un tradimento
atroce, una profanazione, un’uccisione ( gli italiani ne sanno
qualcosa). Nell’Unione Europea esistono ben nove monarchie: Gran
Bretagna, Spagna, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Liechtenstein, Svezia,
Norvegia, Danimarca. In tutti gli anni trascorsi da quando è iniziata
la costruzione europea, Re e Regine hanno messo la loro firma – firma
indispensabile a farli entrare in vigore - su ognuno dei Trattati che
toglieva ai popoli la sovranità, l’indipendenza, la patria, la nazione,
l’identità, la moneta, senza alzare neanche una volta la voce per
pretendere almeno che i loro sudditi fossero informati del vero
significato di quanto avveniva, senza sentire il dovere di prendere
essi stessi la parola per spiegare che cosa significava la loro firma,
perché avevano deciso di porla. Non hanno, però, neanche riflettuto sul
proprio destino, su che cosa ne sarà delle monarchie, una volta
completata l’unificazione. Sperano forse che l’Europa possa diventare
una semplice federazione di Stati? Una federazione in cui possano
convivere Monarchie e Repubbliche? Se è questo che pensano,
perché non parlarne? In realtà il silenzio che da sempre avvolge il
progetto europeo, testimonia del fatto che la decisione finale viene
tenuta nascosta perché sgradita, non soltanto a molti governi, ma anche
alla maggior parte dei cittadini. Nel frattempo Francia e Germania giocano in tandem ad assumere il comando.
Ida Magli Roma, 22 Marzo 2009
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