COMMENTO

Gli Irlandesi,
noi e l'Europa


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 29/06/2009




  Ripetere un referendum fino a quando non darà il risultato desiderato, sarebbe anche agli occhi di un bambino una grottesca presa in giro dei diritti dei cittadini se non si trattasse di una delle numerose strategie adottate dai detentori del potere per instaurare nell’UE, insieme alla eliminazione degli Stati, il nuovo sistema di governo. Un sistema di governo che può, a buon diritto, chiamarsi “Dittatura Democratica”. Non possiamo fare a meno di constatare ancora una volta come questo ignobile sopruso avvenga, in Italia e nella maggioranza degli altri Stati, con la complicità del silenzio dei politici e dei mezzi d’informazione, sempre pronti a gridare contro le dittature d’Oriente. In Italia, poi, non abbiamo neanche uno straccetto di partito anti UE che possa far sentire la sua voce, partito che, seppur piccolo, esiste invece in tutte le nazioni costrette, obtorto collo, dai loro governanti a far parte dell’Unione. (Gli Italiani Liberi erano nati con questa intenzione e hanno fatto tutti gli sforzi possibili per riuscirci ma, con l’ostracismo dei politici e dei giornalisti e senza neanche il più piccolo aiuto finanziario, nessun partito può nascere in Italia).

Tutti d’accordo, dunque, sulla morte della civiltà europea; quella civiltà che è stata fino a ieri il faro cui ha guardato il mondo intero. Questo significa, infatti, l’unificazione europea. Un progetto che di per sé comporta la fine delle Nazioni, delle Patrie, delle Lingue, e di conseguenza la fine della Libertà, del Diritto, della Giustizia. Non meravigliamoci perciò se è proprio con l’UE che viene imposta ai popoli una Costituzione (con il falso nome di Trattato di Lisbona) stabilita dai potenti a tavolino e che essi non conoscono e non hanno ratificato; e non meravigliamoci, di conseguenza, se è proprio con l’UE che i cittadini hanno perso, in base al mandato d’arresto europeo, un diritto fondamentale, in vigore fin dall’antica Roma: il diritto al “proprio giudice naturale”. Ma non soltanto questo. In realtà, proprio per il fatto che l’UE è stata costruita esclusivamente per volontà dei governanti e allo scopo di instaurare un Impero dittatoriale, i cittadini sono sottoposti, senza esserne consapevoli, ad una Tirannia che impone, con parole e concetti appositamente inventati, lo stravolgimento della logica e della razionalità, dei sentimenti e degli affetti, per giungere ad annullare l’identità dei popoli e dei singoli individui. L’obbligo del “politicamente corretto”; il divieto della ricerca storica su quanto avvenuto dall’epoca del nazismo e del fascismo in poi; la pena del carcere per i dissenzienti; la pena del carcere – barbarie assolutamente inedita in Europa – anche per i loro avvocati difensori nei processi; l’imposizione a ritenere buono e giusto quello che stabiliscono i politici anche quando è contrario alla natura e alla ragione, sono soltanto alcuni esempi del sistema instaurato per condurci alla omologazione mondiale.

Come è successo molte volte, però, nella lunghissima storia dell’Europa, una sola battaglia può segnare la vittoria o la sconfitta finale. Il nostro destino in questo momento è nelle mani degli Irlandesi. Si tratta di un momento determinante. Un “Sì” costituirebbe, almeno per ora, la fine di ogni speranza di possibile libertà. Ma un “No” sarebbe il No che i 170 milioni di europei avrebbero voluto gridare quando si sono astenuti dal votare alle ultime elezioni per il Parlamento europeo. E anche se siamo certi che i governanti troverebbero il modo di scavalcare il risultato del referendum se fosse loro contrario, questa truffa rimarrebbe, non soltanto come la prova evidente agli occhi di tutti del disprezzo dell’Europa per la democrazia, ma soprattutto come il possibile appiglio in futuro per smascherarli e combatterli.

Ida Magli

29 giugno 2009 



Commissario irlandese dichiara che il Trattato UE sarebbe stato bocciato dalla maggior parte delle nazioni europee

di HONOR MAHONY

29 giugno 2009

Il commissario UE dell'Irlanda, Charlie McCreevy, ha dichiarato che il Trattato di Lisbona verrebbe bocciato dalla maggior parte degli stati membri  se sottoposto a referendum.

A pochi mesi dal secondo referendum del proprio paese sul documento, l'ex-ministro delle finanze, che parla apertamente, ha detto che il 95 per cento dei 27 stati membri avrebbe detto di "no" alle nuove regole istituzionali se fossero state messe ai voti.

Il commissario, responsabile del mercato interno, ritiene che tutti i leader questo lo sappiano benissimo e che sono solo i funzionari delle istituzioni UE ad avere aspettative irrealistiche riguardo alla popolarità del trattato, che mira a snellire il funzionamento dell'UE e a togliere il requisito dell'unanimità per le delibere sulla maggior parte delle politiche comunitarie.

"Quando gli irlandesi hanno bocciato il Trattato di Lisbona un anno fa, la reazione iniziale andava dallo scandalo all'orrore, all'ira e alla frustrazione. Questa sarebbe il punto di vista di molte delle persone che abitano nel cuore di Bruxelles," ha detto McCreevy all'Istituto di ragionieri commercialisti, venerdì scorso, secondo l'Irish Times.

"D'altra parte, tutti i leader politici sanno benissimo che se la stessa domanda fosse stata sottoposta con un referendum anche al loro elettorato, con ogni probabilità la risposta nel 95 per cento dei paesi membri sarebbe stata "NO".

"Io ho sempre tenuto distinte le reazioni di queste due forze: da una parte i 'fonctionnaires' di Bruxelles, quelli che inorridiscono e dall'altra i capi di stato, che sono molto più realistici. Questi ultimi sono ben contenti di non aver dovuto consultare anche loro i propri elettori."

L'Irland ha bocciato il Trattato di Lisbona nel referendum di un anno fa. A seguito di quel voto l'On McCreevy fece notizia col dire che non aveva letto il Trattato da cima a fondo e che nessuna persona "sana di mente" lo aveva fatto.

La sua ammissione spinse i giornalsiti irlandesi a chiedere ad altri politici se avevano fatto "i compiti" richiesti da Lisbona, arrivando a rivelare che non lo aveva letto nemmeno il Primo Ministro Brian Cowen.

A questo giro si pensa invece che gli elettori irlandesi, scossi dagli effetti devastanti  della crisi economica sul loro paese, siano disposti a votare "Sì". I sondaggi più recenti indicano che esiste una maggioranza pronta a dare il via libera al documento.

In un vertice all'inizio di giugno, i leader UE hanno concordato una serie di garanzie da inserire nel Trattato di Lisbona al fine di indurre gli elettori a dire di "Sì".

Il Trattato ha bisogno dell'approvazione di tutti gli stati membri prima di andare in vigore. La ratifica non è stata ancora completata in Germania, Polonia e la Repubblica ceca. Devono firmare il documento i presidenti di tutti e tre i paesi.

(traduzione di Alessandra Nucci)

www.euobserver.com


Irish commissioner says EU Treaty would be rejected in most countries

HONOR MAHONY

Today @ 09:08 CET

Ireland's EU commissioner, Charlie McCreevy, has said that the Lisbon Treaty would be rejected by most member states if put to a referendum.

With just a few months to go before his own country's second referendum on the document, the plain-speaking former finance minister said 95 percent of the 27 member states would have said "no" to the new institutional rules if it had been put to a vote.

The commissioner, in charge of the internal market, reckons all leaders know this and it is only officials working in the EU institutions who have unrealistic expectations about the popularity of the treaty, designed to streamline how the EU functions and removing the unanimity requirement for decision-making in most policy areas.
"When Irish people rejected the Lisbon Treaty a year ago, the initial reaction ranged from shock to horror to temper to vexation. That would be the view of a lot of the people who live in the Brussels beltway," he told the Institute of Chartered Accountants of Ireland on Friday (26 June), reports the Irish Times.

"On the other hand, all of the [political leaders] know quite well that if the similar question was put to their electorate by a referendum the answer in 95 per cent of the countries would probably have been 'No' as well."

"I have always divided the reaction between those two forces: those within the beltway, the 'fonctionnaires', those who gasp with horror [on the one hand] and the heads of state, who are far more realistic. They are glad they didn't have to put the question themselves to their people."

Ireland rejected the Lisbon Treaty in a referendum a year ago. In the run up to that vote, Mr McCreevy stole the headlines by saying he had not read the treaty from cover to cover and that no "sane" person had done so.

His admission prompted Irish journalists to ask other politicians about whether they had done their Lisbon homework, eventually exposing the fact that Irish Prime Minister Brian Cowen had not read it either.

This time round, Irish voters, shaken by the devastating effects the economic crisis has had on the country, are thought more like to vote "Yes". Recent polls have indicated a majority intend to give the green light to the document,

At a summit earlier in June, EU leaders agreed to a set of guarantees on the Lisbon Treaty designed to persuade voters to say "Yes".

The treaty needs to be approved by all member states before going into force. Ratification has also not yet been completed in Germany, Poland and the Czech Republic, where the presidents of all three countries have to sign the document.


www.euobserver.com

 
 
 Irish commissioner says EU Treaty would be rejected in most countries

HONOR MAHONY

Today @ 09:08 CET

link: www.euobserver.com

(testo originale e traduzione in italiano più sotto in questa pagina)
 
 
 

 

 
 
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