editoriale
La nostra debolezza è la loro forza
di Ida Magli Il Giornale | 18/08/2009
L’episodio
riguardante la normativa che regola il bagno delle donne musulmane
nelle piscine inglesi può apparire come una semplice notiziola
divertente, giunta a proposito per alleggerire la pesante afa di questo
agosto. Ma in realtà tutto quanto si riferisce al comportamento delle
donne è sempre, in ogni epoca e in ogni società, indicativo dei
significati più profondi che reggono una cultura. Gli antropologi lo
sanno bene: bisogna fare attenzione a come vivono le donne per capire
un modello culturale, per conoscere i valori, i sentimenti, le passioni
degli uomini che lo hanno creato. L’Inghilterra è oggi un paese quasi
completamente sottomesso ai voleri dei musulmani; il che significa che
ha rinunciato, non tanto ai propri costumi, quanto a valutare e ad
attenersi a qualsiasi regola o limite nei propri come negli altrui
costumi. Il risultato, dal punto di vista della struttura di una
società, è sconfortante. Se si è giunti a questo punto, tuttavia, non è
un caso. Coloro che guidano il mondo lo hanno voluto. Gli scopi
delle istituzioni che guidano la politica mondiale sono chiari: i
popoli debbono unificarsi, comprendersi, tollerarsi, assimilarsi, in
modo che non vi siano più differenze fra razze, religioni, costumi,
sistemi di governo, patrie, nazioni, territori, lingue, monete,
mercati. E’ sufficiente fissare l’attenzione sul nome che si sono date
le principali organizzazioni che operano a livello planetario per
comprenderlo: “ Banca Mondiale”, “ Fondo Monetario Internazionale”,
“Istituto Tavistock per le Relazioni Umane”, “Istituto per gli Affari
Internazionali”, “Organizzazione delle Nazioni Unite”, “Unione Mondiale
delle Chiese”, ecc. ecc. La maggior parte di queste organizzazioni
mondiali sono nate alla fine della seconda guerra, sotto il trauma
dell’immensa catastrofe cui nessun paese era riuscito a sfuggire, e
mosse perciò dalla volontà di rendere impossibile il ripetersi in
futuro di un così terribile dramma. Da lì l’idea di un Potere
sovra-nazionale in grado di dirimere le controversie, di impedire la
diffusione delle armi atomiche, di giudicare i criminali di guerra e
così via. Ma questo era soltanto un primo passo. Subito dopo il disegno
è diventato tutt’altro: dall’impedire la guerra a programmare la pace
universale. Dimentichi del fatto che le guerre sono stati sempre i
governanti e non i popoli a scatenarle, i governanti hanno cominciato a
progettare, e un passo alla volta, a realizzare,
l’uguaglianza-unificazione dei popoli, servendosi dell’incremento
dell’informazione di massa e spingendoli ad adottare il più possibile
gli stessi gusti, lo stesso vestiario, gli stessi cibi, gli stessi
divertimenti. A dire il vero questo primo passo non è stato difficile.
La messa in atto della pianificazione mondiale del mercato, privo di
dogane, di dazi, di barriere, con i supermercati forniti ovunque delle
medesime cose, ha di fatto costretto i sudditi, anche senza volerlo, ad
amare o almeno a servirsi di quello che si trovavano di fronte.
L’imposizione di una pubblicità martellante, anche questa simile
ovunque, ha fatto il resto: alla fine anche il più restio ha finito con
l’ascoltare musica pop o con il masticare chewing gum.
Il
secondo passo era più difficile: far circolare popoli diversi tanto
quanto merci diverse. Sono cominciate le immense migrazioni. Al primo
segno di reazione negativa la pressione per convincere i sudditi è
diventata più forte: vi deve piacere. I governi hanno impugnato il
diritto ad imporre la propria volontà, non tenendo nel minimo conto i
risultati di due secoli di ricerca scientifica nel campo della
sociologia, dell’antropologia, dell’etnologia, per non parlare dei
secoli e secoli di storia che provano come non sia possibile la
convivenza nello stesso territorio di due popoli senza che questa
provochi terribili conflitti e alla fine la supremazia dell’uno
sull’altro. Naturalmente il fattore determinante è la differenza delle
religioni perché, contrariamente a quanto ritengono i politici
occidentali, ogni religione è una cultura. Non esiste “cultura” senza
religione. E dunque veniamo al fatto: il musulmanesimo è tanto più
forte, in Europa, quanto il cristianesimo è diventato debole. E’
diventato debole per una serie di fattori (sui quali ovviamente non è
possibile soffermarsi in questo momento) ma di cui si può indicare come
uno dei più importanti proprio l’impossibilità di affidarsi alle
Chiese, quella cattolica come quelle protestanti. Nel momento in cui i
sacerdoti hanno cominciato a predicare, alla pari dei governanti, che
bisogna rinunciare alla propria identità per rispettare quella degli
stranieri, accantonando tutto ciò che si è amato e in cui si è creduto
in passato, in quel momento è avvenuta una rottura profonda, uno
smarrimento interiore irrecuperabile: non ci si è fidati più. La “fede”
è fiducia. Il tradimento delle Chiese, dei Pastori, è diventato
abbandono della religione di cui sono i rappresentanti. In realtà i
Pastori si sono dimenticati di aver sempre predicato che la verità
religiosa è una sola. Il sistema logico dell’uomo non sopporta
contraddizioni. Ed è questa capacità di giudicare in base al sistema
logico l’unica guida dell’Uomo per la sua sopravvivenza. Se tutte le
Religioni sono vere, allora nessuna è vera. In Europa questa semplice
conclusione è stata devastante. E’ l’Europa, infatti, che ha coltivato
il filo logico del pensiero da Aristotele a Galileo fino a giungere
all’esplosione della Scienza. Tornare indietro, adesso, da questa
acquisizione è impossibile.
Ida Magli Roma - 17 agosto 2009
Notre faiblesse est leur force
di Ida Magli Il Giornale | 18/08/2009
L'épisode
concernant les normes qui règlent la baignade des femmes musulmanes
dans les piscines anglaises peut apparaître comme une petite nouvelle
amusante, histoire d'adoucir un peu la chaleur suffocante de ce mois
d'août. Mais en réalité, tout ce qui fait référence au comportement des
femmes est toujours, à toutes les époques et dans toutes les sociétés,
l'indice des signifiés les plus profonds qui régissent une culture. Les
anthropologues le savent bien: il faut faire attention à la manière
dont vivent les femmes pour comprendre un modèle culturel, pour
connaître les valeurs, les sentiments, les passions des hommes qui
l'ont créé. L' Angleterre est aujourd'hui un pays presque entièrement
soumis au vouloir des musulmans en ce qu'elle a renoncé, pas tellement
à ses coutumes, mais plutôt à considérer et à suivre une règle ou une
limite quelconque dans ses propres coutumes et dans celles des autres.
Le résultat est désolant au point de vue de la structure d'une société.
Si on en est arrivé jusque-là, ce n'est pas par hasard. Ceux qui
guident le monde l'ont voulu.
Les fins des institutions qui
guident la politique mondiale sont clairs: les peuples doivent
s'unifier, se comprendre, se tolérer, s'assimiler, de sorte qu'il n'y
ait plus de différence entre races, religions, coutumes, systèmes de
gouvernement, patries, nations, territoires, langues, monnaies,
marchés. Pour le comprendre, il suffit de remarquer le nom que se sont
donné les principales organisations qui œuvrent dans le monde:
« Banque Mondiale », « Fond Monétaire
International », « Institut Tavistock pour les Relations
Humaines », « Institut pour les Affaires
Internationales », « Organisation des Nations Unies »,
« Union Mondiale des Églises », etc. etc. La plupart de
ces organisations mondiales sont nées à la fin de la seconde guerre
mondiale, sous l'effet traumatique de l'immense catastrophe à laquelle
aucun pays n'avait pu échapper, et elles naissent donc de la volonté
d'empêcher à l'avenir la répétition d'un tel drame. D'ici découle
l'idée d'un Pouvoir supranational capable de mettre fin aux
controverses, de prévenir la diffusion des armes atomiques, de juger
les criminels de guerre et ainsi de suite. Mais cela n'était que
le premier pas. Tout de suite, le dessein a changé, passant de la
prévention des guerres à la programmation de la paix universelle.
Oublieux du fait que les guerres ont toujours été déchaînées par les
gouvernants et non par les peuples, les gouvernants ont commencé à
projeter et à réaliser, un pas à la fois, l'égalité-unification des
peuples grâce au développement de l'information de masse, en les
poussant à adopter autant que possible les mêmes goûts, le même
habillement, la même nourriture, les mêmes amusements. A vrai dire, ce
premier pas n'a pas été difficile. La mise en acte de la planification
mondiale du marché, dépourvu de douanes, droits, barrières, avec les
supermarchés immanquablement fournis des mêmes choses, a de fait obligé
les sujets, même malgré eux, à aimer ou en tous cas à se servir de ce
qu'ils avaient autour d'eux. L'imposition de la publicité martelante,
elle aussi semblable partout, a fait le reste.
Le second pas
était plus difficile: faire circuler des peuples différents autant que
des marchandises différentes. C'est alors que les immenses migrations
ont commencé. Au tout premier signe de réaction négative, la pression
pour convaincre les sujets est devenue plus forte: ça doit vous plaire.
Les gouvernements ont nié aux gens le droit de faire valoir leur
volonté, sans tenir en moindre compte les résultats de deux siècles de
recherche scientifique dans le domaine de la sociologie, de
l'anthropologie, de l'ethnologie, pour ne rien dire des siècles et des
siècles d'histoire qui prouvent que la cohabitation dans le même
territoire n'est pas possible sans qu'elle ne provoque de terribles
conflits et, à la fin, la suprématie de l'un sur l'autre.
Naturellement, le facteur déterminant est la différence des religions
car, contrairement à ce que pensent les politiques occidentaux, chaque
religion est une culture.
Venons donc à la question: le
musulmanisme est d'autant plus fort en Europe que le Christianisme est
devenu faible. Il est devenu faible pour une série de facteurs (sur
lesquels il n'est évidemment pas possible de s'étendre ici)
dont on peut indiquer comme l'un des plus importants l'impossibilité de
se confier aux Églises, catholique ou protestantes. Au moment où les
prêtres ont commencé à prêcher, tout comme les gouvernants, qu'il
fallait renoncer à sa propre identité pour respecter celle des
étrangers, en mettant de côté tout ce qu'on a aimé et tout ce en quoi
on a cru dans le passé, à ce moment même, il s'est produit une profonde
rupture, un désarroi intérieur irrécupérable: il n'y a plus eu de
confiance. La « foi » est confiance. La trahison des
Églises, des Pasteurs, est devenue abandon de la religion dont ils sont
les représentants. En fait, les Pasteurs ont oublié d'avoir toujours
prêché que la vérité religieuse n'est qu'une. Le système logique
de l'homme ne supporte pas de contradictions, et cette capacité de
juger sur la base du système logique est le seul guide de l'Homme pour
sa survie. Si toutes les religions sont vraies, alors aucune d'elles
n'est vraie. En Europe, cette simple conclusion a été dévastante. C'est
l'Europe, en effet, qui a cultivé le fil logique de la pensée,
d'Aristote à Galilée, jusqu'à l'explosion de la science. Aller à
rebours de cette acquisition est maintenant impossible.
Ida Magli
Rome - 17 août 2009
traduzione di Espérance
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Notre faiblesse est leur force
Our Weakness is their Strength
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