eDITORIALE
Sarà un comunista a guidare il Superstato comunista?
di Ida Magli Il Giornale | 13/11/2009
Molti
cittadini si meravigliano della candidatura di D’Alema alla carica più
importante dell’UE. Se ne meravigliano sia quelli della Sinistra, sia e
ancor più quelli che stanno dalla parte di Berlusconi. C’è chi ne è
talmente stupito da scrivere ai giornali per chiedere come mai
Berlusconi appoggi in una sede internazionale un ex comunista, per
giunta un ex comunista che già molte volte si è comportato in passato
in modo contrario agli interessi dell’Italia. Questa è l’ennesima
prova che gli Italiani non sanno, e di conseguenza non capiscono, quale
sia l’idea che ha fatto progettare e realizzare l’unione europea; ma al
tempo stesso è questo il motivo per il quale sia i politici che i
giornalisti non hanno mai voluto dare loro vere spiegazioni, tenendo al
livello più basso e più ingannevole l’informazione su quello che
avveniva. Si tratta di un motivo molto semplice ed evidente: l’UE
è un disegno comunista. Senza spargimento di sangue, ma con terribili
violenze quali la sottrazione di sovranità e d’indipendenza, il cambio
della moneta, l’abolizione dei confini territoriali delle Nazioni, la
consegna del governo a rappresentanti stranieri e dei quali non si
conosce la lingua, tanto per citare soltanto quelle più eclatanti. Ma
sono violenze anche le false istituzioni “democratiche”: uno pseudo-
parlamento, ossia un organismo che, non avendo il potere di fare le
leggi, non è un parlamento ma cui si è dato questo nome per ingannare i
cittadini; il finto “governo” (la Commissione) che aspettava la firma
del Trattato di Lisbona per cominciare a mostrare il suo vero volto: la
nomina del Ministro degli Esteri (“Alto Rappresentante” nella neolingua
orwelliana, ampollosa e roboante, che contraddistingue la burocrazia
delle società comuniste), dotato di sterminati poteri, quali non
possiede neanche il Segretario di Stato americano. Sarà, infatti, Vice
Presidente della Commissione (ossia vice Capo del Governo) e
dirigerà un vastissimo organismo, il Servizio d’Azione Esterna
Europea (EEAS), cui faranno capo anche tutti i Generali e i
responsabili militari e civili delle Missioni all’estero dell’UE, oltre
a tutti i diplomatici dei singoli Stati. Viene, dunque,
“giustamente” proposto un Capo con tutti i requisiti richiesti da una
elefantiaca burocrazia stalinista: nato e cresciuto nel PARTITO,
fedelissimo alle mansioni del Partito tanto da non aver mai svolto
nessun altro mestiere, etichettato come “intelligente” da coloro che,
addetti ai lavori, ben sanno riconoscere le doti giuste per la società
del Grande Fratello: astuzia e impassibilità, qualunque cosa accada.
D’Alema si era preparato a questo momento da lungo tempo. E’ rimasto
silenzioso e sullo sfondo della politica nazionale proprio per apparire
sufficientemente distaccato dall’Italia agli occhi dell’internazionale
comunista europea; ha fondato nel frattempo quell’associazione
“Italiani-Europei” il cui nome, dal sapore squisitamente razzista, è
tutto un programma. Cofondatore di peso degli Italiani- Europei è
Giuliano Amato, appartenente alle più importanti società mondialiste
quali l’Aspen Institut e il Circolo Bilderberg (come, del resto, Romano
Prodi) e pertanto massimo garante della fedeltà di D’Alema al progetto
di distruzione degli Stati indispensabile per giungere finalmente a
realizzare il Governo Mondiale. Poveri Italiani che si preoccupano
che D’Alema non faccia, in Europa, gli interessi dell’Italia! Non sanno
che già nel Trattato di Maastricht è scritto che (Art. 157) ”i
Commissari non possono fare riferimento al proprio Stato di
appartenenza giurando di non servire altri interessi che quelli
dell’UE”, come è giusto che sia visto che l’unione europea presuppone
la fine degli Stati che la compongono. Nessun politico, però, così come
nessun giornalista, ha mai spiegato agli Italiani il contenuto dei
Trattati, neanche attraverso il più piccolo dibattito televisivo, ben
sapendo che soltanto ignorandolo i cittadini non si sarebbero ribellati. Al
momento non sappiamo se sarà D’Alema il prescelto, dato che non sono i
singoli Stati che contano per la nomina, ma i vertici delle Società
Mondialiste, come appunto la Trilateral Commission e il Circolo
Bilderberg, che guidano la politica euro-americana. Quello che possiamo
affermare è che, presente o meno D’Alema, nessuno farà gli interessi
dell’Italia.
Ida Magli 13 novembre 2009
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