editoriale
"Carissimi Lettori, Non spaventatevi di fronte a una lettura un pochino impegnativa. Ne vale la pena.
Mettendo
in atto questa proposta vedremo finalmente l’inizio di una liberazione
dai folli banchieri che ci governano tramite l’Europa. Inoltre sarà
possibile così non pagare gli interessi sulla moneta che fabbricano a
Bruxelles e sentirci di nuovi padroni di noi stessi. Pensate che ancora
ieri abbiamo dovuto sopportare seriosissimi moniti su quanto dobbiamo
fare per uscire dalla crisi da parte del Governatore della cosiddetta
“Banca d’Italia”, la quale non è per nulla la banca della nostra
nazione
(come probabilmente sono indotti a credere in base al nome tanti
cittadini italiani) in quanto appartiene ad azionisti privati, così
come appartiene a privati la Banca Centrale Europea" Ida Magli
Autodeterminazione della moneta Un
paese della zona euro può creare, senza entrare in violazione del
trattato di Maastricht, una nuova banca centrale per controllare la
politica monetaria di una sua nuova moneta
di Marco Saba
fonti: Rinascita | 29.05.2009 MONETA NOSTRA, di Marco Saba, inedito 2009, vedi link per alcuni estratti estratto: il progetto CENTROBANCA: le Neolire (ITN)
Per
questo articolo mi sono rifatto in gran parte al lavoro di un insider,
Julian D.A. Wiseman [1], pubblicato nel 2000, e l'ho adattato qui alla
situazione italiana corrente. Non lasciatevi impressionare dalla
terminologia, la questione importante e cruciale, da non perdere di
vista, è: si può fare, sia sotto l'aspetto legale che tecnico, basta
volerlo.
Un paese della zona euro può creare, senza entrare in
violazione del Trattato di Maastricht, una nuova banca centrale per
controllare la politica monetaria di una sua nuova moneta. Questa
interessante possibilità non è abbastanza conosciuta, almeno
apparentemente, nemmeno ad alto livello. In un suo precedente studio,
il Wiseman aveva concluso che, se uno dei paesi europei, o anche tutti,
abbandonassero l'euro, i titoli ed i debiti denominati in euro
rimarrebbero comunque in euro e non sarebbe possibile ritornare alle
vecchie monete nazionali.
Qui si analizza in dettaglio come un
paese europeo, l'Italia, possa introdurre una nuova moneta nazionale.
Questo allo scopo, ad esempio, di attuare una politica monetaria adatta
ad affrontare e lenire la gravissima crisi economica in atto. In questo
saggio, si suppone che l'Italia ne abbia avuto abbastanza degli
illusionisti di Francoforte e che, per motivi politici ed economici,
decida di introdurre una nuova valuta sotto il controllo delle autorità
italiane. Una delle opzioni, per l'Italia, potrebbe essere la strategia
chiamata "Germania 1948". A tutti i cittadini italiani (o a quelli che
soddisfano alcune condizioni in merito a residenza e cittadinanza)
vengono distribuite tremila Nuove Lire Italiane (NLI). Si promulga una
legge che: - rende legali le NLI come valuta sul suolo italico;
(una valuta che sia legale unicamente all'interno dei confini dello
stato ed, eventualmente, a corso libero all'estero) - richiede che tutte le tasse siano pagate con la nuova valuta; - si assicura che tutti gli statali vengano pagati con stipendi in NLI; - crea delle istituzioni (come una banca centrale di stato) per gestire la politica monetaria.
Ci
possono essere varianti sul tema. La variante "1990" potrebbe
permettere che una certa quantità di euro sia convertita in NLI, magari
con un certo limite per ogni persona fisica. Però questa variante
particolare potrebbe soffrire delle "perdite", Gli italiani detentori
di euro potrebbero usarli per acquistare beni da altri italiani o per
prestarglieli, e questi a loro volta potrebbero cambiarli in NLI. In
pratica, tutti gli italiani cambierebbero tutti gli euro possibili
nella nuova valuta, rendendo minime le differenze pratiche tra la
tecnica "1948" e quella "1990".
Prima di analizzare perché lo
stato italiano potrebbe essere riluttante a tentare questa possibilità,
occorre fare delle osservazioni. Cosa determinerebbe il valore delle
Nuove Lire? Una delle variabili più importanti è la quantità della
nuova emissione. Se se ne emettono dieci volte tanto, allora -
rimanendo identiche le altre variabili - ogni unità avrebbe un decimo
del valore relativo. Tra i parametri orientativi che dobbiamo tenere
d'occhio, dal punto di vista demografico, troviamo:
la
quantità dichiarata d'euro emessi per persona, all'interno della
eurozona, e la quantità di debito pubblico procapite. Anche il regime
di tassazione ha una sua influenza. Qualche autore, specialmente Warren
B Mosler nel suo articolo Soft Currency Economics http://www.epicoalition.org/docs/soft0004.htm, sostiene che lo
scopo primario della tassazione è di dare uno scopo e quindi un valore,
alla moneta. Senza andare troppo lontano, è chiaro che se lo stato
italiano impone una tassa sulle sigarette di 10 milioni di Nuove Lire,
allora la Nuova Lira deve avere un valore inferiore rispetto al caso in
cui la tassa fosse solamente di 10 Nuove Lire. Detto questo, c'è un
problema con le due strategie "1948" e "1990"- Il problema consiste
nella manifesta lesione dell'articolo 106 (ex articolo 105a) del
Trattato che stabilisce l'Unione Europea (il Trattato di Maastricht)
[2]: La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di
banconote all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali
nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e
dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote
aventi corso legale nella Comunità. [3] [4] 2. Gli Stati membri
possono coniare monete metalliche con l'approvazione delle BCE per
quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, deliberando in
conformità della procedura di cui all'articolo 189 C e previa
consultazione della BCE, può adottare misure per armonizzare le
denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete
metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per
agevolare la loro circolazione nella Comunità. Così l'Italia non
può legalmente emettere banconote a corso legale nella Comunità eccetto
che con il permesso della Banca Centrale Europea, un permesso
abbastanza improbabile. L'Italia potrebbe uscire dal trattato ma in
pratica vorrebbe dire uscire dall'Unione Europea. Questo sarebbe un impegno troppo gravoso per qualsiasi politico italiano. Quello
che non si sa è che l'Italia potrebbe introdurre una valuta
completamente nuova, in una maniera completamente regolare, senza
ledere il Trattato di Maastricht. E' evidente che non appena l'Italia
inizia i primi passi per dare alla luce la Nuova Lira, la sua posizione
di negoziazione all'interno dell'Unione ne verrebbe parecchio
rafforzata. Gli altri membri dell'eurozona, consci del fatto che
un'uscita dell'Italia potrebbe distruggere il valore dell'euro,
sarebbero disposti a fare pesanti concessioni pur tenere dentro
l'Italia. Questo destreggiamento all'interno della teoria dei giochi
aumenta la possibilità che un politico italiano, magari con una forte
personalità come un giovane premier, voglia tentare la partita. Il
veicolo-chiave potrebbe essere una banca posseduta dallo Stato, magari
creata apposta (oppure, ad esempio, la Cassa Depositi e Prestiti -
Cassa DDPP - dopo averla nazionalizzata al 100%). Il nome della nuova
banca potrebbe essere Banca Centrale Italiana (BCI), anche se per
l'occasione si potrebbe voler usare una denominazione più ambigua, del
tipo: Banca per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BRS). - la BCI
potrebbe essere una ordinaria banca commerciale (come lo fu la Banca
d'Inghilterra tra il 1694 ed il 1946). Comunque sarebbe lo stato a
garantire tutti gli impegni della BCI - la BCI potrebbe emettere
degli strumenti finanziari rimborsabili e perpetui a zero-coupon
(zero-coupon perpetual puttable security). Come vedremo, questi
strumenti avrebbero lo stesso aspetto e funzionalità della moneta, ma
per evitare il conflitto con il Trattato di Maastricht, non sarebbero
"a corso legale". Per enfatizzare il fatto che non sono "moneta" agli
occhi del Trattato, ci riferiremo a questi come a degli "strumenti
finanziari" (security). Una specie di Tremonti-bond ma che non generano
né costano interessi proprio perché sono zero-coupon; - questi strumenti finanziari (SF) dovranno avere un determinato valore. Il
loro valore deriva dal fatto che sono rimborsabili ("puttable"). In
ogni momento entro tre anni dalla prima emissione da parte della
BCI, il portatore potrà rivendere gli strumenti alla BCI per una
certa somma predeterminata di valuta estera. Questo ammontare
prefissato potrebbe essere rimborsato, ad esempio, in Renminbi o
dollari Usa a scelta del portatore. La BCI potrebbe anche decidere che,
passati tre anni dall'emissione, lo strumento finanziario sarebbe
redimibile al valore di mercato.
- gli strumenti finanziari
(SF) non hanno scadenza (ecco perché "perpetui") e non comportano il
pagamento di interessi (quindi sono "zero-coupon") garantendo una
compatibilità etica con i mercati quali quello della finanza islamica
(una compatibilità molto utile, se vuoi comprare petrolio); - gli
SF saranno disponibili in due tipologie: la prima è quella al
portatore, stampata su carta di alta qualità, in denominazioni da 1, 5,
10, 20 e 50. Ogni denominazione potrebbe avere il ritratto di un
importante personaggio italiano, ognuna avrebbe dei requisiti di
sicurezza ed ognuno di questi tagli al portatore avrebbe un numero di
serie progressivo. In altre parole, camminerebbero e parlerebbero come
banconote anche se legalmente sarebbero degli strumenti finanziari al
portatore; la seconda è quella elettronica, tenuta come conto presso la
BCI. La BCI potrebbe decidere di pagare interessi sugli SF depositati
(l'interesse stesso potrebbe essere riconosciuto in NLI, quindi in SF
aggiuntivi) oppure di farsi pagare le spese di deposito o le spese per
gli scoperti di conto (overdraft). Gli scoperti di conto o linee di
credito sarebbero possibili dietro la presentazione di garanzie
collaterali accettabili, come ad esempio titoli di stato emessi da
altri paesi. La politica degli interessi o delle spese rappresenta -
anche se non verrà chiamata così - la politica monetaria.
In
questo modo non si violerebbe il Trattato di Maastricht: il governatore
della Banca d'Italia (un'entità completamente diversa dalla Banca
Centrale Italiana) continuerebbe a partecipare e a votare negli
incontri della BCE ed il posto dell'Italia nelle varie istituzioni
della UE rimarrebbe invariato, senza essere disturbato dalle operazioni
commerciali della BCI di recente formazione. L'Italia potrà e vorrà
continuare a mantenere una sua immagine di innocenza.
Alan
James, membro del CSFB http://www.csfb.com/,
suggerisce di far
partire l'iniziativa in maniera un po' più discreta utilizzando
un'agenzia governativa già esistente, come potrebbe essere il caso
della
Cassa DDPP, piuttosto che usare una denominazione provocatoria come
Banca Centrale Italiana. In qualunque modo venga chiamata, sarebbe di
fatto una nuova banca centrale che emette una sua valuta ed ha il
controllo della politica economica nazionale. Ma poiché la sua valuta
non sarà "a corso legale", la gente non sarà obbligata ad utilizzarla
(potrà sempre usare euro, se lo preferisce). La useranno, allora, su
base volontaria? La gente può essere invogliata ad utilizzare la
Nuova Lira Italiana: la BCI può aprire filiali in ogni maggiore città
italiana e dare 3.000 NLI ad ogni cittadino italiano che le accetta
(con un valore iniziale convenzionale di 1 a 1 con l'euro, fissato per
il primo triennio o fino a che la svalutazione dell'euro non tocca il
20%, cosa possibile anche nel giro di pochi mesi, vista la politica
attualmente adottata dalla BCE). Il governo può rendere le tasse
pagabili in NLI, oltreché in euro, fornendo un ulteriore incentivo. Le
leggi fiscali verrebbero probabilmente combattute nella Corte Europea
di Giustizia, sul terreno del fatto che sono in conflitto col mercato
unico europeo. Ma questo non è un problema, la causa ci metterebbe
almeno due anni ad andare avanti, un tempo sufficiente col quale le NLI
sarebbero ormai un dato di fatto.
Per quanto riguarda la
magistratura italiana non ci saranno problemi, visto che esiste un
difetto assoluto di giurisdizione: "al giudice non compete sindacare il
modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali
sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria" [5]. In
ogni caso, l'appetibilità delle NLI dipenderà dalla facilità di
approvvigionamento da parte del pubblico e dalla stabilità nei
confronti dei prezzi.
E' presumibile che il governo italiano
voglia introdurre questa nuova valuta visto che l'euro continua a
svalutarsi velocemente (ormai ha un valore del 40% rispetto alla prima
emissione). La gente non vorrà mantenere portafogli in euro per
mantenere il proprio potere d'acquisto. Nel passato, l'oro, le
conchiglie e le sigarette americane (nei campi di concentramento prima
e dopo la seconda guerra mondiale) sono state usate come valuta senza
essere a corso legale. Se diventa evidente che l'euro non è più
accettabile, ad esempio anche per via della correlazione con un debito
inestinguibile, un'alternativa (qualsiasi alternativa) tenderebbe a
diventare il nuovo standard. Se l'Italia annuncerà la creazione della
BCI, il valore dell'euro sui mercati valutari crollerà.
Questo renderà automatico il successo della BCI: se lo si fa, funziona. Potremmo
immaginare una situazione in cui l'Italia pretenderà che, purtroppo,
questa era l'unica soluzione possibile. Come reagirebbe l'eurozona? Se
a questo punto i singoli paesi (come l'Italia) hanno perso il loro
potere di veto sulle leggi fiscali europee, allora gli altri paesi
membri dell'eurozona potrebbero mettersi assieme per imporre una
qualche misura punitiva alla BCI. Tuttavia, se una certa parte di
questi paesi (ad esempio, Spagna e Grecia, che condividono un destino
simile all'Italia) si rifiutasse di adottare queste misure, allora
tutti quanti dovrebbero prestare molta attenzione a qualsiasi richiesta
da parte dell'Italia. L'Italia non potrebbe certo chiedere tutto l'oro
del mondo, ma un qualche alto prezzo, a rispetto della sovranità
popolare, sarebbe senz'altro in grado d'imporlo. Il Trattato di
Maastricht è stato un golpe morbido imposto da oligarchi travestiti da
banchieri e statisti, questa sarebbe una risposta pacifica,
proporzionata e abbastanza smaliziata.
Note
[1]
Julian D.A. Wiseman, un economista consulente del banchiere Rohatyn che
è a sua volta direttore di una delle società svizzere dei Rothschild,
mi ha concesso gentilmente i diritti per un mio adattamento ed
aggiornamento del suo saggio per il pubblico italiano, cosa di cui gli
sono grato, purché citassi la fonte del suo sito: www.jdawiseman.com
[2]
Il Trattato di Maastricht (noto anche come Trattato sull'Unione
Europea, TUE) venne firmato il 7 febbraio 1992, sulle rive della Mosa,
nella cittadina olandese di Maastricht, dai 12 paesi membri dell'allora
Comunità Europea, oggi Unione Europea ed è entrato in vigore il 1
novembre 1993. Il testo originale può essere consultato qui:
http://eur-lex.europa.eu/it/treaties/dat/11992M/htm/11992M.html
E'
da notare che, con l'emersione dell'enorme scandalo sulla questione del
signoraggio e del relativo alto tradimento, da tutte le versioni in
italiano ed online del Trattato, sono sparite le firme e l'identità dei
firmatari. Per l'Italia si trattò di Guido Carli * (già governatore di
Bankitalia) e Gianni de Michelis (Membro dell'Aspen Institute),
rispettivamente nelle qualità di Ministro del Tesoro e Ministro degli
Esteri, delegati da Francesco Cossiga - l'allora presidente dellla
repubblica. Giulio Andreotti, come presidente del consiglio, lo
ratificò.
[3] Il testo suggerisce che le banconote emesse
dalla BCE e dalle banche centrali nazionali, sono le uniche a "corso
legale" (corso forzoso) emesse da queste istituzioni. Nulla osta quindi
ad emettere, da parte di altre istituzioni, cartamoneta con altri tipi
di corso (ad esempio, a corso libero).
[4] E' interessante
fare un paragone con la clausola XI del Bank Charter Act del 1844 http://www.ledr.com/bank_act/1844032.htm che dette alla Banca
d'Inghilterra un monopolio sull'emissione di biglietti: ... it
shall not be lawfulfor any Banker to draw, accept, make or issue in
England or Wales, any Bill ofExchange or Promissory Note or engagement
for the payment of Money payable to the Bearer on Demand ...
Ovvero: ...
non sarà legale, per qualsiasi banchiere, il ritirare, accettare,
creare od emettere, in Inghilterra e nel Wales, alcun biglietto di
cambio o nota promissoria o impegno di pagamento di moneta a vista al
portatore ...
Se il Trattato avesse usato questa terminologia, il piano che illustriamo non sarebbe stato possibile.
Come
esempio di una controversia più antica sulle terminologie dei monopoli
bancari, citiamo le frasi tratte dalle pagine 307 e 309 del testo A
History Of Money, di Glyn Davies
http://www.amazon.co.uk/exec/obidos/ASIN/0708313515/jdaw
By
a second [Bank] Act, passed on 26 May 1826, the Bank of England's
century-old monopoly was partly broken, by allowing joint-stock banks
with note-issuing powers to be set up outside a radius of sixty-five
miles of the centre of London. In return, the Bank of England was
explicitly authorised to set up branches, or 'agencies', anywhere in
England and Wales.
[1832] ... Thomas Joplin, a Newcastle
timber merchant, ... was actively promoting a number of [new
joint-stock banks], for fittingly enough, he had been one of the most
powerful forces in bringing about the modification of the Bank of
England's monopoly ... In the mean time he took his quarrel with the
Bank of England a stage further.
According to his meticulous
reading of the original Acts, joint-stock banks, /provided that they
did not issue notes,/ could quite legally be set up even with
sixty-five miles of London, an opinion hotly disputed by the Bank. The
difference arose from the fact that when the Bank was first granted its
monopoly, note issue was considered inseparably essential to banking.
That this was no longer the case seemed a large loophole for Joplin and
his supporters, but a mere unjustified quibble to the Bank of England.
Ed
infatti, quando venne creata la Banca Centrale Europea, l'emissione di
banconote veniva considerata come inseparabilmente legata al "corso
legale". Continuerà ancora ad essere così?
[5] Dal sito della Banca d'Italia: http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio
fonte: Rinascita / Venerdì 29 Maggio 2009
fonti: Rinascita | 29.05.2009 MONETA NOSTRA, di Marco Saba, inedito 2009, vedi link per alcuni estratti estratto: il progetto CENTROBANCA: le Neolire (ITN) vedi anche: http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/05/come-emettere-una-moneta-nazionale.html |
"
Il Trattato di Maastricht è stato un golpe morbido imposto da oligarchi
travestiti da banchieri e statisti, questa sarebbe una risposta
pacifica, proporzionata e abbastanza smaliziata"
"E'
presumibile che il governo italiano voglia introdurre questa nuova
valuta visto che l'euro continua a svalutarsi velocemente (ormai ha un
valore del 40% rispetto alla prima emissione)"
|