editoriale

Sperare nelle donne?

di Ida Magli

ItalianiLiberi | 29/10/2008

  Ho deciso di rispondere pubblicamente alla lettera di Claudia non soltanto perché si tratta di un problema: sperare nelle donne oppure no, dal quale dipende qualsiasi azione, sia dei maschi che delle femmine, per il futuro dell’Occidente; ma anche per riuscire a convincere (esponendolo in internet ad un pubblico molto vario e diverso da quello dello specifico Convegno cui ho parlato)  il maggior numero di persone della urgenza di questa scelta. Non abbiamo, infatti, davanti a noi tutto quel tempo che sarebbe stato necessario, per lasciarla maturare attraverso il divenire naturale della storia.
Dunque, accetto la sfida di Claudia: perché mi rivolgo ai maschi invece di esortare le donne a creare un’altra cultura? Perché non ho fatto altro, con tutto il mio lavoro fino ad oggi, che dare alle donne gli strumenti indispensabili per comprendere quale sia il posto loro assegnato nel sistema culturale creato dai maschi e poter creare così una cultura diversa. Ed è proprio perché le donne, anche le più avvedute, le colleghe universitarie, le insegnanti, le giornaliste, le parlamentari, non hanno raccolto né adoperato neanche uno degli studi, delle ricerche, dei dati più evidenti che ho messo a loro disposizione per comprendere i fondamenti della Cultura in generale, e delle singole culture create dai maschi, che mi sono convinta di non poter contare su di loro per salvarci. Dico “salvarci” perché il punto è proprio questo: siamo in gravissimo, impellente rischio di veder morire la civiltà occidentale, quella stessa civiltà attraverso la quale le donne, io per prima, hanno potuto imparare a riflettere su stesse, sul valore del “soggetto” e di conseguenza sui propri diritti. Nessuno si illuda di poter prevalere sulla forza di penetrazione e di dominio dei musulmani. Soltanto le donne avrebbero potuto (e forse siamo ancora in tempo purché si faccia immediatamente) opporre la diga più potente e più valida agli occhi di tutti, almeno in Europa, contro lo spirito del Corano in quanto è il Corano a dichiarare che “le donne sono di un grado inferiore ai maschi“ (Sura della vacca, 228) e a tenerle soggiogate alle leggi dell’Antico Testamento su cui il Corano si basa. E’ di pochi giorni fa la notizia, data da tutte le fonti d’informazione, sulla lapidazione in Somalia di una donna di 23 anni rea di adulterio. Non ha incontrato Gesù sulla sua strada questa povera giovane, quel Gesù che non ha esitato ad accusare di adulterio tutti i maschi presenti per salvare l’adultera condotta alla lapidazione. Sono passati oltre duemila anni da allora, le lapidazioni continuano tutti i giorni nei paesi ove vige la legge islamica, anche a pochi passi da noi come in Libia, ma noi stiamo zitti. Non parlano i Papi, i Vescovi, che ne avrebbero l’assoluto dovere in quanto si proclamano rappresentanti di Gesù; ma non parlano neanche le donne, quelle che oggi dispongono del potere parlamentare, del potere giornalistico e che hanno permesso l’instaurazione della più astuta e della più dispotica delle leggi: quella che proibisce, pena il carcere, la critica delle religioni.
Ho scritto molti libri per spiegare quale sia stata la vera rivoluzione di Gesù: non l'aver fondato il Cristianesimo, ma aver liberato le donne (Gesù di Nazaret, Rizzoli, S.Teresa di Lisieux, Rizzoli, Sulla dignità della Donna, Guanda, Storia laica delle donne religiose, Longanesi, Il Mulino di Ofelia, Bompiani), ma le donne non ne hanno approfittato, anzi: le credenti chiedono il sacerdozio, ossia chiedono il potere per continuare a far vivere la medesima cultura creata dai maschi e fondata sull'uccisione della vittima.

Ho cominciato a studiare il progetto europeo non appena lo Stato Italiano ha firmato il Trattato di Maastricht. Ero sicura che il silenzio che aveva accompagnato un progetto di proporzioni così enormi nascondesse la più assoluta prevaricazione sugli interessi dei popoli. Era il 1994. Cominciai a battere a tappeto tutta l’Italia dal Sud al Nord tenendo conferenze sull’Europa nei paesi e nelle città, accolta da tutti con simpatia ma con l’evidente scherzosa curiosità di chi pensa: ma chi te lo fa fare? Nessuno ne sapeva nulla, neanche a Scandiano, luogo di nascita dell’europeista per definizione, l’umile condottiero che ha portato a suon di tasse gli Italiani in Europa. Mi convinsi allora che era indispensabile l’aiuto dei mezzi di informazione e pregai tutti i giornalisti e i parlamentari che conoscevo, o che mi conoscevano, uomini e donne, ma soprattutto donne, di organizzare dei dibattiti sul tema dell’Europa. Sono passati 14 anni: qualche cosa è stato fatto alla radio; in televisione, che io sappia, nulla. Neanche là dove sarebbe obbligatorio: alla Rai. A questo servono le battaglie per collocare il proprio uomo a capo della vigilanza: che vigili su quello che non si deve far sapere ai cittadini. E le giornaliste? Hanno incrementato le rubriche di cucina, il pettegolezzo, il gossip, le discussioni calcistiche e di partito, rafforzando la propria funzione di “strumento di comunicazione fra i maschi”; non molto di diverso o di più vero di quello che i maschi hanno sempre fatto.
Decisi allora di scrivere l’ennesimo libro. In pochi mesi pubblicai con Bompiani il libro dal titolo blasfemo: “ Contro l’Europa “. Per la prima volta nella mia carriera di scrittrice di successo fui costretta, per farne la presentazione, a chiedere asilo alla Stampa Estera. Proprio così: i librai non osavano metterlo in vetrina. Era il 1996. Vi era previsto praticamente tutto quello che è successo: l’impoverimento materiale, psicologico, culturale dei popoli, l’estensione al Nord della mentalità e della criminalità del Sud, l’impossibilità di realizzare un unico Stato Europeo, la penetrazione dell’Oriente in Europa e la vittoria finale dell’Islamismo. Non si tratta di nient’altro che dell’applicazione degli strumenti di analisi dell’antropologia culturale ma l’antropologia è stata messa a tacere ovunque proprio perché rivela in profondità i meccanismi del potere.
E le donne? Si lamentano di non possedere potere a sufficienza, ma la verità è che non mettono a frutto quello di cui dispongono per cambiare le basi della cultura. L’Europa avrebbe dovuto essere il loro campo di battaglia, se non altro perché si presentava come una struttura ancora in fieri. Non l’hanno fatto neanche quando si è cominciato a vedere con chiarezza la predominanza musulmana. Perfino quando ho denunciato in Contro l‘Europa l’incremento della infibulazione, con l’arrivo di tanti immigrati africani, le donne non si sono mosse. Si sono susseguiti per anni in Italia diversi Ministri della Salute di sesso femminile, ma della infibulazione si è parlato soltanto per proporre che fosse eseguita nelle strutture di Stato data la sua caratteristica di “tradizione etnica”. La proposta non è stata accettata, ma in cambio è calato il silenzio; un silenzio che forse sta ad indicare una terribile tolleranza nei confronti di uno dei crimini più efferati che siano mai stati inventati e messi in atto. Ho parlato tanto della infibulazione; ho chiesto ad Amnesty International di includerla nelle torture fisiche e psichiche da abolire; ho scritto innumerevoli saggi per  spiegare i suoi significati di “chiusura”, concreta e simbolica, del corpo femminile di cui l’uomo teme il contatto con il trascendente; mi sono soffermata sulle sofferenze inaudite che comporta, sulla sua incidenza nella mortalità delle bambine africane, ma tutto è stato inutile. Nessuno si è mosso. Le donne non si sono mosse.

Perché mi rivolgo ai maschi?  Per non far morire l’Occidente. Per non far morire la musica, la poesia, l’arte dell’Occidente. Sono stati loro a crearle: forse, in un sussulto di aggressività mascolina, si ribelleranno al destino di vigliacchi e di succubi che li attende.

Ida Magli

Roma, 29 ottobre, 2008

 
 
 
 





email del
28.10.2008

No. cara prof Ida, le donne non ti perdonano... cioè, Io non la perdono, ed essendo femmina dell'uomo mi incazzo! (non ho l'ardire di rappresentare tutte... del resto non siamo un gregge!) Ancora una volta e finalmente prof  non si invischi a in analisi "politiche" allucinanti, fa un'analisi antropologica strepitosa e ancora una volta supplica i maschi di provvedere a salvare l'umanità!!!!! Ma lei ci è o ci fa? Ma cosa si aspetta da chi detiene il potere????? Ma usi la sua genialità per incoraggiare le donne a dar vita ad un 'altra cultura... Insomma questa prece ai maschi mi sta facendo schifo!!!! Ho cinquant'anni e una cosa credo di averla imparata: il potere non lo molla nessuno. figuriamoci i maschi!!!!! Eppure, oltre che a Roma alla Sapienza, l'ho incontrata alla libreria anarchica di Milano quando ha presentato il libro contro l'Europa. E c'era pure Valpreda. Era lei o no???? grazie per l'attenzione

C. C.

 
 
 

 

 
 
www.italianiliberi.it  posta@italianiliberi.it