La
Sicilia è bella perché è un’isola. Il suo fascino consiste soltanto
nell’essere un’isola; nella sua storia, vera ma soprattutto “mitica”,
come l’isola più difficile da raggiungere, stregata da Sirene
pericolose e conturbanti. Dei Siciliani si sopportano i caratteri
chiusi, i cupi silenzi narrati da Verga, esclusivamente perché sono i
caratteri di un profondo mistero: quello di un’isola più isola di
tutte. Non sarebbe esistito uno scrittore come Verga, tanto meno un
Pirandello se non fossero nati nell’isola Sicilia, se non fossero stati
plasmati dalla “isolanità”. Non si può fare alla Sicilia, all’Italia,
una violenza così devastante perché quello che si vuole edificare non è
un ponte, una struttura di comunicazione, ma un mostro di dominio, che
imporrà se stesso al paesaggio gridando a gran voce che il Potere è
stato in grado di sfregiare la meravigliosa, dolcissima bellezza che la
natura ha donato all’Italia. A che serve questo ponte? La
sproporzione fra la sua portata e il pezzetto di terra che deve
raggiungere è tale da far comprendere subito che il suo scopo non è
quello di trasportare turisti o merci ma quello che si sono prefissi da
molti anni i progettisti dell’unione europea: fare di tutte le nazioni
un solo territorio. E’ stato fatto con il tunnel sotto la Manica, è
stato fatto con il ponte fra Svezia e Danimarca, lo si è fatto
togliendo i confini fra i vari Stati, e per quanto riguarda l’Italia lo
si vuole fare con il ponte di Messina e il tunnel sotto le Alpi
riducendo esplicitamente l’Italia a un corridoio (si chiamano così,
infatti, i due progetti: corridoio n°1 e n°5). Nessuno si è azzardato a
dare conto del risultato assolutamente fallimentare, sia dal punto di
vista del bilancio economico che da quello psicologico e culturale,
delle opere già realizzate. Gli Italiani, però, chiedono al governo di
tenere conto, prima dei desideri “allucinatori” dell’Europa, degli
interessi dell’Italia. Non è nell’interesse dell’Italia devastare
il proprio paesaggio, un paesaggio osannato attraverso i secoli dai più
grandi pensatori e poeti. Il centro destra è di solito sospettoso nei
confronti dell’ambientalismo, e ne ha ragione in quanto gli
ambientalisti sono spesso troppo radicali nelle loro pretese. Ma qui
non si tratta soltanto di ambientalismo. E’ in gioco la natura
dell’Italia e tutta la sua storia. Ci sono poi dei motivi immediati
e concreti che lo sconsigliano. Il più importante riguarda il pericolo
di infiltrazione della criminalità organizzata che nessuno si può
permettere in un’opera ad alto rischio come questa. Alto rischio
significa che le forniture dei materiali (è sufficiente pensare
all’acciaio e al cemento e agli scandali già verificatisi in questo
campo) debbono corrispondere in tutto e per tutto a quelle richieste.
Il ponte non è una necessità di salute pubblica cui sia lecito
provvedere militarizzando la zona come si è fatto per le discariche. Se
poi si vuole dare respiro all’economia attraverso le opere pubbliche,
ce ne sono moltissime e urgenti. Gli acquedotti, per esempio, a
cominciare proprio da quelli siciliani, per non parlare delle strade e
delle ferrovie. Sono lavori di cui potremo godere subito e ai quali
nessuno, neanche la sinistra e gli ambientalisti, si opporrà. Ida Magli Roma, 24 Maggio 2008
|