Mi
si chiede da molte parti di dare qualche chiarimento e, di conseguenza,
qualche indicazione o consiglio riguardo alle prossime elezioni. La
lettera che pubblico qui accanto riassume con onesta semplicità il
pensiero di tutte le altre ed è per non deludere le loro aspettative
che mi sono decisa a scrivere le poche considerazioni che seguono.
Confesso che non lo avrei fatto, se non ci fosse stata questa fiducia a
spingermi. Non c’è, infatti, nessun partito oggi in Italia, nessun
movimento, nessun leader che si proponga di agire esclusivamente
negli interessi degli Italiani, che delinei realisticamente il quadro
di questi interessi e quali siano le cose essenziali da fare per
salvaguardarli. Alla base di questa mancanza ci sono motivi di vario
genere. Alcuni nascono dalla profonda ignoranza dei politici e degli
amministratori, accompagnata da una smisurata presunzione. Su
quest’ignoranza e presunzione non si può influire in tempi brevi dato
che sono dovute alla mistificazione della “uguaglianza democratica” e
alla assolutizzazione del potere da parte dei leader dei partiti. Sono
loro che hanno scelto per noi
le persone che ci devono comandare, e le hanno scelte in base alla loro
obbedienza e fedeltà ai capi, obbedienza e fedeltà accompagnate
da caratteristiche che non hanno nulla a che fare con la competenza e,
tanto meno, con l’amore per l’Italia. Nomi noti come quelli dei parenti
di politici di lungo corso; nomi noti come quelli di vedove o figlie o
sorelle pronte a sfruttare la fama raggiunta con la tragica uccisione
dei loro congiunti; l’appartenenza al genere femminile assunta di per
sé a sapere onnivalente; per non parlare del patrimonio di voti
assicurato da coloro che hanno lasciato per lunghi anni mano
libera alle strutture criminali. Candidati di questo tipo sono
presenti in tutti gli schieramenti e sarebbe sufficiente questa
constatazione a farci comprendere che non è il nostro interesse a
guidarli ma piuttosto quello di prendere in giro la democrazia
accalappiando gli elettori nel modo più facile e
spregiativo. Dobbiamo, quindi, per quanto riguarda le prossime
elezioni, riferirci soltanto alla situazione che ci troviamo davanti e
scegliere di conseguenza, mettendo a tacere la ripugnanza che tale
situazione ci ispira e il desiderio di sottrarvisi rinunciando a
votare. Dato che l’unico potere che conta è quello dei capi
dei partiti, prima di guardare ai programmi che presentano, dobbiamo
riflettere su quanta fiducia possiamo avere nella loro volontà di
realizzarli una volta vinte le elezioni. E’ ovvio, infatti, che senza
questa sicurezza è inutile votare. Da questo punto di vista è indubbio
che il più affidabile sia il centro destra, sia per alcuni aspetti
psicologici dei suoi leader che per quanto riguarda gli indirizzi di
massima della loro politica. Di fatto tanto Berlusconi quanto Fini e
Bossi sono creatori di un movimento più che di un partito e non ne
dipendono, tanto che difficilmente tali movimenti sopravvivrebbero, o
almeno rimarrebbero identici se i fondatori venissero a mancare. (Non
si pensi al lungo passato del partito oggi presieduto da Fini: è
soltanto per le capacità politiche di Fini e il prestigio che è
riuscito a dare ad una vecchia immagine screditata che il partito lo
segue su strade che in realtà sono del tutto aliene alla psicologia dei
suoi elettori). Possiamo ritenere, quindi, che il centro
destra non aumenterà le tasse dato che in concreto è questa l’unica
caratteristica “liberale” che può contraddistinguerlo sul piano
ideologico da tutte le sinistre, compresa quella di Veltroni. Sì, è
triste constatarlo, ma è così: gli ideali sono ormai racchiusi
soltanto nei soldi. Sicuramente Berlusconi terrà fede alla promessa che
ha fatto in prima persona: togliere l’ICI sulla prima casa. Anche in
questo vale il ragionamento che abbiamo già fatto: Berlusconi non può
mancare alle sue promesse perché non si può nascondere dietro a nessun
partito, come sono soliti fare i leader della sinistra, e dietro a
nessuna altra volontà che la sua. E’ esclusivamente la sua faccia che
ne uscirebbe distrutta. Naturalmente sarà molto importante che vengano
eletti amministratori del centro-destra nei Comuni e nelle Regioni dato
che le tasse sulle abitazioni rappresentano uno dei loro maggiori
introiti e non sarà facile metterne a tacere le pretese.
Anche per quanto riguarda qualche vantaggio economico per le famiglie
si può pensare che qualcuna delle proposte che sono state avanzate si
realizzerà. Non ci è stato detto, però, dove si troveranno i soldi,
cosa preoccupante data la pessima congiuntura economica già in atto e
che probabilmente si aggraverà nel prossimo futuro. Nessuno, né a
destra né a sinistra, ha fatto un elenco delle spese da ridurre, anzi.
I reciproci programmi comportano enormi aggravi di bilancio. La
differenza che per ora siamo in grado di vedere consiste da una parte
nel progetto berlusconiano di rilanciare l’economia attraverso grandi
opere pubbliche e dall’altra nel proposito di Veltroni di affidarsi al
recupero della evasione fiscale proseguendo l’azione già intrapresa da
Prodi. E’ inutile soffermarsi qui ad analizzare gli aspetti economici
negativi della seconda via, come, per esempio, l’incertezza sulla
quantità di denaro che può essere recuperato e che pertanto non può
essere iscritto a bilancio, così come la restrizione dei consumi
mano a mano che i cittadini vengono privati del maggior reddito di cui
godevano. Un’analisi, questa, che è già stata fatta in abbondanza da
vari economisti e commentatori politici. Ma ci sono aspetti
molto più gravi di quelli economici nella caccia all’evasione e dei
quali nessuno parla, neanche a destra. Sono le restrizioni della
libertà, il controllo dello Stato su ogni comportamento del cittadino
attuato attraverso il movimento del denaro. In questi giorni sono
state prese a livello europeo alcune decisioni che dimostrano la
volontà degli Stati di distruggere la libertà del singolo
cittadino, la sua vita privata e la sua indipendenza come “persona”,
conoscendone, controllandone e prendendo nota di ogni mossa,
annegandolo contemporaneamente nel mare informe dell’indistinto, del
virtuale, del Potere silenzioso che, senza che l’individuo se ne
accorga, lo prevarica. Con la solita giustificazione – una
giustificazione del tutto invalida ma che nessuno contesta - di dover
contrastare gli affari illeciti, sono stati quasi completamente
eliminati i passaggi di denaro in contanti e per assegno, obbligando
all’uso della carta di credito. Non ho bisogno di spiegare che cosa
significhi: non possediamo più neanche il più piccolo margine di vita
privata. Come mai le Istituzioni nazionali ed europee non si sono
dedicate al controllo delle spericolate e illecite attività finanziarie
delle Banche invece che perseguire e tassare i piccoli movimenti dei
nostri conti correnti? Domanda inutile fino a quando i cittadini non si
ribelleranno. Ma i cittadini non si ribellano, plagiati dalla retorica
di una inerte democrazia che ha tolto loro qualsiasi volontà.
Le “grandi opere” programmate da Berlusconi sono anch’esse piene di
aspetti negativi. Il principale lo conosciamo bene: è la presenza
dominante della criminalità organizzata e dalla quale nessuno ci dice
come faremo a liberarci. Le centrali nucleari, per esempio, sono opere
che per ovvi motivi di intrinseca pericolosità, non possono correre
neanche il più piccolo rischio di inadempienza criminale nella loro
costruzione. Non parliamo, poi, del ponte sullo Stretto o del tunnel
sotto le Alpi. Anche volendo prescindere dal loro intollerabile impatto
ambientale (è uno dei difetti maggiori del centro destra non aver mai
voluto prendere in considerazione l’ambientalismo degli
elettori), chi potrà sottrarre alle mani delle varie mafie che
spadroneggiano in Italia almeno le forniture di cemento? In
conclusione, credo che si debba necessariamente votare per il
centro-destra, se non vogliamo precipitare in una crisi economica
ancora più grave di quella nella quale già ci troviamo. E’ una
decisione sgradevole e che obbliga a far sentire contemporaneamente il
proprio no alle grandi opere. Nessuno degli schieramenti ci salverà né
dall’unione europea, né dalla perdita dell’italianità. Ma almeno
il processo sarà ritardato imponendo un freno all’immigrazione e
al predominio musulmano. Dobbiamo sperare in questo ritardo e
impegnarci ad approfittarne. Approfittarne per salvare l’Italia dalla
estinzione culturale, storica, fisica. Un compito immane; ma tanto
entusiasmante da costringerci a lavorare al di là della speranza.
Ida Magli Roma, 30 Marzo 2008
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