editoriale
Contro la ratifica del Trattato di Lisbona
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 25 Giugno 2008
Il
giorno in cui il Governo avrà ratificato il Trattato di Lisbona non
esisterà più l’Italia come Nazione. Gli Italiani non possederanno più
una patria; così come, con la eliminazione dei confini, già non
possiedono più un proprio territorio. La sovranità e l’indipendenza
saranno soltanto un ricordo. “Breve ricordo” per un popolo che è stato
dominato, occupato, governato da stranieri per la maggior parte della
sua storia. Chi avrebbe mai potuto pensare che, dopo una guerra
così tragica, combattuta per il folle sogno di Mussolini di essere alla
pari con la Germania, ci saremmo ritrovati a voler essere ancora
dominati, guidati dalla Germania? Questo è infatti il vero motivo della
costruzione europea: la Germania comanderà sull’Europa con la pace
invece che con la guerra. Gli Italiani non debbono mai dimenticare
le terribili parole pronunciate dal Cancelliere Helmut Kohl per
convincere i governanti dei maggiori Stati d’Europa della necessità di
realizzare l’unificazione europea ( il termine “unificazione” è infatti
l’unico appropriato): “Voi avrete sempre paura dei Tedeschi… soltanto
se legherete la Germania come i Lillipuziani hanno legato Gulliver , vi
sentirete al sicuro dalla sua forza… la Germania è il vostro destino”.
Sono parole del 1995 che io avevo già messo in rilievo per la loro
profonda significatività nel libro Contro l’Europa. E’ evidente che la
metafora di Gulliver è truffaldina: nella fiaba i Lillipuziani hanno
legato Gulliver, qui invece siamo legati tutti ed è la Germania a
fornire le corde e a tenerne i capi nelle mani. In tutti gli anni che
sono passati da allora gli alti e bassi dell’operazione unificazione
europea sono stati dettati prevalentemente dalla determinazione
indiscussa della Germania ad assumere la guida dell’Impero e
contrastata strenuamente dalla Francia nel tentativo di prenderne il
posto. Gli Italiani non sanno praticamente nulla delle lotte che si
sono svolte fra Francia e Germania, e che tutti gli altri Stati hanno
considerato “naturali”, per esempio al momento dell’adozione della
moneta unica (quando Prodi e Ciampi brindavano con le lacrime agli
occhi alla nascita dell’euro, felici di sottomettersi) per ottenere il
controllo della Banca Centrale Europea. Manco a dirlo ha vinto la
Germania. Qualcuno si è chiesto, forse, perché mai la sua sede debba
trovarsi a Francoforte? Alla Francia è stato concesso il contentino di
una sub-direzione attraverso quel tal Trichet che possiede come suo
unico titolo di merito quello di essere francese. La battaglia fra
Francia e Germania ovviamente continua. Sarkozy ha appena annunciato
con toni imperiali quale sarà la grandeur del suo semestre a capo
dell’Impero. Del resto può fare quello che vuole. Non ci sono né limiti
né controlli a quello che fanno i vari capi e capetti nella splendida
isola dell’UE. I soldi poi scorrono a fiumi fin dall’inizio. Se nel
1999 la Commissione Santer, della quale facevano parte anche i due
benemeriti italiani che portano il nome di Monti e Bonino, fu costretta
dimettersi in blocco “per frodi, sprechi e nepotismo” (come recita
la Gazzetta Ufficiale), da allora la Corte dei Conti europea si rifiuta
di firmare il bilancio che risulta incontrollabile non soltanto per le
abituali frodi, sprechi e nepotismo, ma anche per la presenza della
criminalità organizzata. Ci si potrebbe chiedere come mai nessun Di
Pietro si metta in allarme davanti a simili reati, ma la risposta
sarebbe sempre la stessa: l’Unione Europea è esclusivamente al servizio
dei governanti e un profondo silenzio ne accompagna da sempre le
operazioni. (Per una maggiore informazione in proposito si può vedere
l’ampio servizio di Ivo Caizzi pubblicato dal Corriere Economia il 23
giugno 2008) .
Gli Italiani, dunque, fra pochi giorni
dipenderanno da governanti che, non soltanto non
sono stati eletti, ma di cui non conoscono neanche il nome (provi in
questo momento qualcuno di coloro che mi stanno leggendo a ricordare i
nomi degli attuali membri della Commissione). Essi sono però i
Ministri, il Governo di noi tutti. Sotto il nome di “Commissione” è
stato camuffato infatti il governo assoluto dell’Europa unificata per
impedire ai 300 milioni di sudditi di comprendere quale fosse la
realtà. E’ un governo assoluto in quanto anche il cosiddetto
“parlamento”, che siamo chiamati ad eleggere, non è un parlamento. Si
tratta di un’altra invenzione per ingannare i sudditi visto che non è
un parlamento un organismo che non fa le leggi. Questo è il modo
tenuto fin qui dai capi di Stato per realizzare il loro Impero con lo
pseudo-consenso dei cittadini. Senza gli innumerevoli inganni con i
quali il progetto è stato portato avanti, senza l’incredibile, totale
complicità dei mezzi di informazione, senza il deliberato tradimento da
parte di coloro che hanno giurato la loro fedeltà alla Nazione, senza
la terribile vigliaccheria di quei capi di Stato che sono anche Re
e
nei quali perciò i sudditi ripongono una fiducia che supera i secoli
(ci sono molte importanti monarchie nell’unione europea quali, per
esempio, quella inglese, quella spagnola, quella belga, quella danese,
quella svedese) l’UE non esisterebbe. Adesso, con la ratifica da
parte dei governi del cosiddetto Trattato di Lisbona, si compirà
l’ultimo atto di questa macroscopica truffa. Inutile dire che fin
dall’inizio c’era la volontà di eliminare ogni strumento democratico in
quanto è ovvio che non potrebbero camminare insieme tanti Stati diversi
senza un governo assoluto. Il giorno del conflitto verrà. Per ora
l’importante è non suscitare dubbi o opposizioni da parte dei sudditi.
Nessun referendum, quindi, visto che le uniche volte che è stato
attuato un referendum il risultato è stato sempre negativo. Gli
Irlandesi hanno messo l’ultimo bastone fra le ruote? Vadano al diavolo!
Noi ratifichiamo ugualmente e vadano al diavolo anche le regole che
avevamo firmato sulla necessaria unanimità. A che pro conservare la
faccia della democrazia? Ormai siamo giunti quasi al compimento di quel
governo assoluto per il quale abbiamo tanto lavorato e non possiamo
metterlo a rischio all’ultimo momento. Anche il governo italiano perciò
ha dichiarato di essere sul punto di ratificare il Trattato di Lisbona.
Nel
tentativo di suscitare almeno un minimo di informazione e di dibattito
fra i cittadini prima che la ratifica avvenga, ho presentato ai membri
della Commissione Affari Costituzionali della Camera un appello
affinché venga verificata la compatibilità del Trattato con la
Costituzione italiana. Nel pubblicarne il testo spero che i Lettori si
rendano conto di quanto sia dubbia questa compatibilità e che esprimano
anche soltanto con un nome il loro consenso all’iniziativa.
Roma, 25 Giugno 2008 APPELLO DI IDA MAGLI CONTRO LA RATIFICA DEL TRATTATO DI LISBONA, PER IL DIRITTO, PER L'ITALIA, PER LA COSTITUZIONE:
AppelloIdaMagli.doc |
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