editoriale
Inaugurazione della dittatura
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 21 Luglio 2008 Negli
Mercoledì 23 luglio 2008 il Senato della Repubblica Italiana approverà
il trattato di Lisbona. Sarà votato insieme al “pacchetto sicurezza”
senza che ai cittadini sia stata detta da parte del Governo, da parte
dei politici e di quasi tutti i mezzi d’informazione, una sola parola
non soltanto sulla sua approvazione ma neanche sul suo contenuto, sulle
conseguenze che comporta. Basterebbe questo silenzio, questa precisa
volontà di passare sopra la testa dei cittadini in modo da non
suscitare in loro neanche la minima curiosità, per testimoniare che non
esiste democrazia al mondo che possa impedire ai detentori del potere
di realizzare i propri scopi. E gli scopi di coloro che detengono il
potere sono sempre gli stessi, in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo:
aumentare il proprio potere. Quando è impossibile farlo con le guerre,
lo si fa con i trattati.
Col trattato di Lisbona i
governanti portano finalmente a termine lo studiatissimo progetto di
crearsi un vasto Impero eliminando i singoli Stati, i confini fra le
singole Nazioni e unificando formalmente, a forza, i singoli
popoli. Questi, dopo essere stati costretti a perdere la sovranità
monetaria con l’adozione di un’unica moneta e dopo essere stati
bombardati per anni da tutti i più importanti pulpiti, inclusa la
scuola, sulla “ bellezza” dell’unificazione europea, vengono adesso
ufficialmente sottoposti alle medesime leggi, alle medesime autorità,
ad una sola polizia, ad una sola Corte di giustizia, ad un solo
casellario giudiziario che conterrà i loro dati biometrici ( foto
scannerizzata del volto, impronte digitali, DNA). E’ una direttiva
europea, questa, infatti, che risale al 2004, non una improvvisa
decisione del governo italiano.
Vogliamo protestare perché non è
mai stato chiesto in proposito il parere degli Italiani? Ebbene non è
soltanto la mancanza di un referendum che fa paura, ma la esplicita
volontà di tutti gli Stati di instaurare, con l’unione europea, la più
assoluta dittatura. E, con la dittatura, quello indispensabile stato di
polizia che impedirà qualsiasi ribellione. Non è infatti soltanto il
governo italiano a non aver mai voluto chiedere il parere dei
cittadini, ma i governi di tutti i 27 Stati che formano oggi l’Unione
europea. Il governo italiano si era furbescamente e proditoriamente
garantito fin dall’inizio libertà d’azione collocando le operazioni
europee nell’ambito della “politica estera”, in quanto questa è
sottratta alla consultazione popolare da un apposito articolo della
Costituzione. Sono politica estera i soldi che abbiamo in tasca? E’
politica estera la celestiale bandiera con le stelle ( mariana o
massonica: l’interpretazione è libera) che sventola ovunque e che pure
non è citata nella Costituzione? Sembra abbastanza improbabile, ma,
malgrado tutto gli Italiani sono stati zitti. Non ha mai protestato
nessun Partito, neanche quelli abituati a dire sempre di No, e dunque
come avrebbero potuto protestare i cittadini? Ma, come dicevamo, nessun
governo ha ratificato il trattato di Lisbona facendo ricorso al
referendum. Perfino la Gran Bretagna – quella che un tempo era
considerata la democrazia per antonomasia e che da oggi non lo è più –
lo ha approvato quasi in segreto qualche giorno fa, “ovviamente” senza
referendum dato che era ben noto che gli Inglesi, se chiamati ad
esprimere la propria volontà, avrebbero detto di No. L’unico Stato dove
si è svolto un referendum ( obbligatorio per legge) è stata l’Irlanda,
con risultato negativo. Come potrebbe, infatti, un popolo essere così
folle da voler perdere la libertà, l’indipendenza, la patria, il
possesso della propria terra?
Rimane il fatto che nelle
democrazie è molto facile realizzare dei colpi di Stato ( tale è
infatti l’adozione del trattato di Lisbona) e togliere ai cittadini
l’essenza della libertà, lasciandogli quella apparente. Un tempo ci si
organizzava in società segrete per ribellarsi alle dittature. Oggi, con
la consegna del proprio corpo ( impronte digitali, DNA) si è tornati
alla condizione di schiavi, anche se la catena al piede non si vede. E
nessuna società segreta, nessuna ribellione sarà possibile.
21 luglio 2008
Ida Magli
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