Tanto
fragore in questa campagna elettorale ma nessuna informazione. Il
silenzio sui temi veramente importanti è totale. Non parlano i
politici, né di destra né di sinistra; non parlano i giornalisti, né di
destra né di sinistra; non parlano gli studiosi, i tecnici del sapere,
non chiamati da nessuno a dire il proprio parere, tanto meno a
“rappresentare” in Parlamento le competenze indispensabili a far vivere
una società complessa e difficile come quella contemporanea. Il sapere
disturberebbe troppo nell’assurdo palcoscenico del più stupido, più
irrazionale sistema di governo al quale i partiti hanno ridotto la
democrazia. Le vedove, i figli, le figlie di chi è stato ucciso
diventano per questo stesso fatto capaci di dirigere la vita di
sessanta milioni di persone; un operaio lo diventa in quanto per sua
fortuna sopravvissuto ad un terribile incidente; le mogli, i figli, le
figlie di potenti e noti politici ereditano la carica all’avvicinarsi
della vecchiaia dei padri… le competenze in qualsiasi campo, da quello
militare a quello scolastico, da quello sanitario a quello giuridico,
scenderanno su di loro per grazia divina, più o meno come succedeva ai
Re nei grandi regni del passato. Il Presidente della Repubblica ha
richiamato tutti a non delegittimare le Istituzioni; ma non è forse
questo meccanismo a delegittimarle? Non è forse quello che abbiamo
sotto gli occhi in questi giorni, non un “teatrino”, ma un grottesco,
mostruoso, immenso teatro della politica?
Berlusconi assicura che si faranno “grandi opere”: centrali nucleari,
il ponte sullo stretto di Messina, la linea ferroviaria ad alta
velocità (TAV) che collegherà Torino a Lione con un tunnel sotto le
Alpi. Né Veltroni né gli altri partiti di opposizione hanno commentato
in nessun modo questa affermazione di Berlusconi: sanno che sono cose
che non piacciono ai propri elettori ma si rallegrano del fatto che se
ne assuma l’impegno Berlusconi dato che si tratta di opere volute e in
parte finanziate dall’Unione europea. Contro la TAV hanno manifestato a
lungo gli abitanti del posto i quali giustamente trovano assurdo
sconvolgere il territorio con una terribile violenza alla montagna per
un scopo che non riguarda in nessun modo gli interessi dell’Italia. Di
fatto l’Unione europea ha ridotto l’Italia a un “corridoio” (il
progetto si chiama così) che collega tutto il continente fino
all’Africa perché vuole, distruggendo i confini naturali oltre a
quelli politici, fingere che l’Europa è un solo Stato, senza divisioni
di nessun genere. Dato che distruggere la storia, la lingua, il
carattere dei popoli si è rivelato fino ad ora praticamente
impossibile, ci si accanisce a distruggere i territori, i paesaggi, le
divisioni create dalla natura con le montagne e con i mari. La Svezia e
la Danimarca, la Francia e l’Inghilterra hanno già obbedito a questa
volontà distruttrice senza ricavarne nessun vantaggio salvo appunto
aver impiegato enormi capitali per cancellare la bellezza di un
paesaggio riflesso nella propria storia, nella propria poesia. I versi
di Shakespeare si ergono solenni e immortali, nella fragilità della
parola, contro l’immensa massa di cemento di un tunnel che li ha
negati ed infranti. Mai più gli Inglesi potranno riconoscersi nella
meravigliosa passione del loro poeta: “Questo altro Eden, questa
indomita fortezza costruita dalla natura contro la guerra, le epidemie;
questa preziosa gemma chiusa nel mare lucente, questi uomini beati,
questa magnifica terra, questo reame, questa Inghilterra.”
Il
ponte sullo stretto distruggerà la bellezza, la storia della Sicilia e,
insieme a questa, quella dell’Italia. Perché, ovviamente, non ha senso,
se non per diventare appunto un “corridoio”, costruire un mostruoso
ponte che non ha quasi nulla da trasportare. Solo in quanto è un’ isola
la Sicilia affascina e giustifica il suo carattere. Ma c’è qualcosa di
diverso e di spaventosamente grave, al di là delle osservazioni
culturali, che impedisce la costruzione in Italia di opere “a rischio”,
come sarebbero tutte quelle cui si riferisce Berlusconi: la criminalità
organizzata. E’ la criminalità organizzata che ha fatto accumulare per
anni i rifiuti in Campania, come documentato dal rapporto della
commissione antimafia intitolato “Camorra, pezzi di Stato, rifiuti“.
Di questo rapporto, che sicuramente si trova nelle mani di tutti i
parlamentari oltre che del Governo, nessuno sembra voler tenere conto,
tanto meno perseguire i politici, i “pezzi di Stato” di cui parla. Noi
pubblichiamo qui accanto, per informare meglio i nostri lettori, un
articolo che lo commenta apparso sul quotidiano Rinascita,
ma il nostro scopo in questo momento è soprattutto quello di mettere in
guardia i paladini delle grandi opere dal realizzare una qualsiasi
opera già di per sé definita “a rischio” dai fisici e dagli ingegneri
dato che non è possibile garantirne la sicurezza. Né è pensabile che la
criminalità indietreggerebbe di fronte a simili enormi affari, al cui
confronto i rifiuti campani non sono neanche inezie. Ma se lo
Stato ha taciuto per tanti anni e si è lasciato corrompere dalla
camorra non soltanto in Campania, ma, come risulta dall’inchiesta
dell’antimafia, anche al nord, attraverso il consorzio “Milano Pulita”,
chi può garantire la sicurezza agli Italiani costruendo centrali
nucleari, scavando sotto le Alpi, basando fondamenta nel più profondo
Mediterraneo?
Ida Magli Roma, 9 Marzo 2008
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