Si
è sentito ripetere più volte in questi giorni che il comportamento del
governo Prodi ha fatto perdere la credibilità dell’Italia agli occhi
degli Alleati nella guerra al terrorismo, mentre la sinistra afferma
invece che questo succederebbe se l’opposizione non votasse il
finanziamento della missione in Afghanistan. Ma prima di preoccuparsi
dell’opinione degli Alleati, i politici debbono preoccuparsi
dell’opinione degli italiani, della propria credibilità nei confronti
di coloro che li hanno delegati a governarli anche nella politica
estera. Purtroppo fino dalla fondazione della Repubblica i politici
italiani hanno sempre considerato la politica estera come un campo
d’azione personale, anzi come l’unico, vero campo d’azione nel quale
accumulare potere e prestigio, forti del dettato costituzionale che
impedisce ai cittadini di esprimere la propria volontà nella politica
estera tanto quanto nella imposizione delle tasse (non male per una
democrazia!). Perché proprio di questo si tratta: il giudizio sulla
condotta del governo Prodi e del ministro degli Esteri è prima di tutto
il giudizio degli italiani i quali non ne possono più di essere
considerati come una intera Nazione di vigliacchi, di ipocriti, di
traditori, di stupidi cinici che si ritengono astuti perché riescono a
tradire, senza pagarne il prezzo, i propri figli lasciandoli alla mercè
dei terroristi. L’affare Mastrogiacomo non può essere scisso dalla
questione del finanziamento alle missioni degli italiani nelle varie
zone di guerra proprio perché ha messo in luce negli uomini di governo
l'assunzione di comportamenti incompatibili con la loro funzione che è
quella di salvaguardare un popolo, una società, un gruppo. Le parole
del Presidente della Camera in proposito, ossia che si può essere fieri
di aver salvato una vita umana, mettono sgomento in quanto sono
sgorgate dalla sua coscienza di comunista: la «società» per Marx è data
dai rapporti interindividuali; non esistono né popoli, né nazioni. È
questo il vero retroscena di cui deve tenere conto l’opposizione, e
soprattutto Forza Italia: non deve votare mai insieme alla sinistra, e
tanto più non deve votare nella politica estera perché diventerebbe
complice di princìpi dissolutori della società italiana, complice del
tradimento nei confronti degli italiani prima ancora che del tradimento
nei confronti di Alleati i quali non potranno fidarsi mai più
nell’avere a fianco in una qualsiasi azione di rischio gente pronta
soltanto a salvarsi la pelle. Sicuramente Oriana Fallaci, al posto
di Mastrogiacomo, non avrebbe accettato che la sua patria venisse a
patti con dei terroristi per salvarla, tanto meno avrebbe accettato che
fossero rimessi in battaglia per combattere contro i nostri. Anche
Quattrocchi sicuramente non l'avrebbe accettato: aveva l'orgoglio di
essere italiano, di dimostrarlo nella morte. Sono questi i veri
italiani, gli italiani dei quali Berlusconi deve tenere conto perché
alle prossime elezioni tutto potremo dimenticare o perdonare ai
politici, tranne che di averci ridotto a vergognarci di noi stessi, a
vergognarci davanti ai nostri figli avendo assunto ad unico valore la
propria sopravvivenza a costo di quella del gruppo. E che ne pensano
i cattolici del capovolgimento del principio evangelico del dare la
propria vita per gli altri? Votare a favore del governo sarebbe la vera
«diserzione» in quanto significherebbe avallare i suoi principi,
condividerli e assicurarne la prosecuzione. Ida Magli
Il Giornale del 2007-03-26 pagina 1
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