Non
possiamo fare altro. Vergognarci. Il degrado di tutte le istituzioni,
ivi compresa la Magistratura, il continuo parlare soltanto di se
stessi, dei propri interessi, dei propri partiti, da parte dei
politici; la loro incapacità, ormai diventato un tratto dominante del
loro carattere, della loro personalità, di ricordarsi che il potere gli
è stato dato dal popolo italiano, sono giunti ormai al limite finale.
Noi italiani, gente comune, non possiamo fidarci di nessun partito, di
nessun politico, neanche di quelli che occupano le massime cariche
istituzionali e che avrebbero come unico dovere quello
di garantire almeno le regole formali. Invece non lo fanno, e non
si accorgono neanche di non farlo. Sarebbe sufficiente riflettere al
fatto che sono stati cambiati i partiti che reggono il governo attuale
senza dimissionare il governo stesso, per comprendere che viviamo nella
illegittimità politica. La nascita del Partito Democratico, infatti,
non è stato un cambiamento di nome, sommando i due maggiori partiti che
erano stati eletti nelle ultime votazioni politiche con a capo Romano
Prodi e che gli hanno dato il diritto di formare il Governo. E’ stato
costituito un nuovo Partito, eletto con nuove, anomale votazioni, con
un nuovo programma e un nuovo leader, tanto che diversi
parlamentari si trovano oggi privi del partito nel quale erano stati
eletti, mentre Veltroni, attuale Sindaco di Roma, funziona ormai
come un secondo capo del governo accanto a Prodi. Tutto questo
nel silenzio generale da parte degli organismi preposti al controllo
della legittimità democratica. Assistiamo ogni giorno alla
caricatura della democrazia, e ad un tale ottundimento etico da parte
dei parlamentari da suscitare un vero e proprio sgomento nei cittadini.
Abbiamo perfino un Presidente della Repubblica Italiana il quale
disprezza se stesso e la nazione di cui è il Capo. Ripete, infatti,
ogni giorno che l’Italia da se stessa non può e non sa fare nulla, e
invoca di continuo gli stranieri, le istituzioni europee, affinché ci
sostituiscano: l’Italia non sa e non può difendersi dalla immigrazione,
non sa e non può controllare i propri confini, non sa e non può
lavorare senza gli immigrati; e senza i loro ottimi cervelli “si
bloccherebbe”. Ma non basta: abbiamo un Capo dello Stato che arriva
perfino ad indottrinare i bambini affinché si ribellino alle
autorità, sventolando la bandiera dell’Europa e cantando l’inno
tedesco, bandiera e inno che sono stati aboliti proprio perché
ogni Popolo appartenente alla comunità europea non ha voluto rinunciare
ai propri. Tragico destino dell’Italia: avere montagne di morti
inutili, sempre traditi e calpestati dai governanti. Adesso,
però, non ne possiamo più. Tranne quei pochi che sono irretiti dai
rituali della politica o perché ancora vi credono, oppure perché
sperano di ottenerne qualche vantaggio per la loro attività o per la
propria carriera, la maggior parte della gente “normale”, quella che
non supera lo stipendio o la pensione mensile dei 1300 euro, quella che
tutte le mattine si alza e va al lavoro, quella che ama la propria
patria, la propria famiglia, la propria lingua, la propria religione,
l’arte, la musica, la bellezza della terra d’Italia, adesso dice: basta.
Mi
arrivano sempre più spesso le esortazioni a formare un Partito degli
Italiani, o almeno un movimento che abbia come suo primo scopo la
salvezza della civiltà italiana, mettendo fine in modo assoluto e
definitivo all’immigrazione e all’opera di distruzione della identità
italiana che è ormai con tutta evidenza l’unico scopo dei nostri
politici. Sebbene mi sia soffermata più volte sui motivi che rendono
difficile l’attuazione di questo progetto, cercherò di esporre nel modo
più conciso e più chiaro la situazione. Per limitare immediatamente
e nel modo più semplice e meno costoso l’immigrazione basterebbe che il
governo sospendesse l’adesione dell’Italia al trattato di Schengen e
ripristinasse le norme che chiudono i confini agli stranieri, anche se
appartenenti alla comunità europea. Proprio oggi Prodi sbandiera come
un atto di forza, deciso in seguito al terribile episodio della
signora aggredita e ridotta in fin di vita a Roma da un romeno, avere
autorizzato i prefetti ad allontanare dal territorio gli stranieri
pericolosi. Decisioni ridicole! Costosissime ed inutili! Per
quanto riguarda l’immigrazione da paesi dell’Africa e del Medio
Oriente, ci dobbiamo convincere che il nostro farli giungere in Italia
non è un atto di bontà o di compassione, ma piuttosto complicità nelle
loro sofferenze. Noi possiamo aiutarli soltanto se rimarranno nella
loro patria (i motivi di questa affermazione li ho già esposti molte
volte e rinvio i lettori, perciò, agli articoli presenti nel sito su
questo argomento e ai libri “Omaggio agli Italiani" e “Il mulino di Ofelia”).
Comunque, questi motivi possono essere riassunti in uno solo: la
religione islamica tiene lontani i maschi dal lavoro della terra e
questa è la causa fondamentale della loro povertà. Noi, come ho detto,
siamo complici delle loro sofferenze proprio perché ubbidiamo ai
politici d’Europa che hanno proibito qualsiasi giudizio sulle
religioni e in particolar modo sull’islamismo. In ogni caso una cosa
deve essere ben chiara: senza fermare immediatamente l’invasione
del nostro territorio da parte degli stranieri, quale che sia la loro
provenienza, l’Italia, la sua indipendenza, la sua civiltà, sono
perdute. So bene che molti di coloro che mi leggono, e anche alcuni
di quelli che mi scrivono, pensano che saremmo più forti se lavorassimo
insieme agli altri paesi d’Europa. Non posso ricominciare a spiegare in
questo breve articolo il fatto che viceversa l’unione europea è stata
voluta dai governanti proprio per distruggere l’Europa, l’indipendenza
dei suoi Stati e l’occupazione del territorio da parte dei musulmani.
Se non volete credere a quello che dico e che scrivo da tanti anni, vi
prego di guardare ai fatti:
ci troviamo come ci troviamo da quando si è incominciato a mettere in
atto il trattato di Maastricht, ossia dall’attuazione della moneta
unica, e in quel trattato c’è scritto appunto che le differenze fra le
Nazioni non debbono più esistere, i confini non debbono più esistere,
le lingue non debbono più esistere; e che la guida politica dell’Europa
è assunta dagli economisti e dalla Banca Centrale, residente a
Francoforte, testimone e suddita del primato tedesco. L’unione
europea è un progetto di distruzione dell’Europa, non di costruzione.
Ammesso che all’inizio qualcuno dei governanti fosse in buona fede, si
trattava comunque di una persona, come spesso accade a coloro che sono
forniti di troppo potere, che fantasticava dietro ad un progetto
allucinatorio, dettato dall’ignoranza e dalla presunzione. Distruggere
le culture significa distruggere i popoli. Infatti la nostra società è
ormai una società patologica, priva di una meta, priva di logica e di
buon senso. Dunque noi potremo salvarci soltanto se agiremo
subito, pensando esclusivamente agli interessi dell’Italia, sapendo che
in questo modo agiamo anche nell’interesse di ogni singolo popolo,
perché soltanto con un proprio territorio, con la propria lingua, con i
propri costumi, con la propria religione, con la propria sensibilità e
intelligenza, un popolo può essere e mantenersi “Popolo”. Se qualcuno,
in Europa, vorrà imitarci, lo farà e ce ne sarà grato. Noi, però,
dobbiamo cominciare da soli, senza aspettare l’aiuto di nessuno.
Vengo
alle questioni pratiche. Mi si chiede di formare un partito o un
movimento per la salvezza della civiltà italiana. Questo è esattamente
il compito che si è prefisso, fin dall’inizio, l’associazione degli
Italiani Liberi. Io ho fatto molti tentativi e ormai so, con assoluta
certezza, che occorrono molti soldi e molta organizzazione. Cose che io
non possiedo e che, almeno finora, nessuno mi ha offerto. Ho scritto
migliaia di pagine: sono stanca anche di scrivere sempre le stesse
cose. Dunque lascio la parola ai lettori. Cosa
propongono di concreto? E per concreto intendo: persone,
organizzazioni, denaro. Io posso garantire una cosa sola: che sotto i
miei occhi nessuno ruberà.
Roma, 1 Novembre 2007
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