STAMPA                                         

La nuova Schengen e la lezione rumena

di Giuseppe Sarcina 
Corriere economia | 12 Novembre 2007

 

  Parlando della «crisi romena» il premier Romano Prodi ha commentato: chi poteva immaginare che da quel Paese sarebbero arrivati così tanti immigrati? In modo implicito ha risposto l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in un'intervista pubblicata dalla «Stampa»: «Sull'allargamento europeo siamo stati precipitosi». Nelle prossime settimane il problema si riproporrà in maniera, se possibile, ancora più netta. L'area Schengen, all'interno della quale i cittadini possono circolare senza dover esibire i documenti, si allargherà al blocco dell'Est, dall'Ungheria all'Estonia. In parallelo l'Unione europea dovrà decidere come proseguire i negoziati di adesione con i Paesi dei Balcani, dalla Serbia al Montenegro.

Per i sostenitori della società e dell'economia aperte non ci sono dubbi: il processo di ampliamento europeo deve continuare. È questa la
strada per moltiplicare le opportunità di crescita dell'Europa. Però la «lezione romena» impone coerenza e coraggio ai governi, a cominciare da
quello italiano. All'orizzonte dei Balcani e della «Schengen allargata» si vedono con chiarezza, già ora, i rischi di una nuova ondata di immigrazione confusa, disordinata. Allora è questo il momento per alzare la voce, per chiedere, e se necessario pretendere, dai nuovi partner, misure che garantiscano tutti, Vecchi e nuovi soci della Ue, oltre ai Paesi confinanti. Prodi usa spesso un'immagine: non si può rimettere il dentifricio nel tubetto. Appunto.

   
                   
 
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