editoriale                                         

Commento al discorso
di Napolitano

di Ida Magli 
ItalianiLiberi | 21 Agosto 2007

 

Giorgio Napolitano ha inviato un video messaggio all’apertura dei lavori a Rimini del Meeting di Comunione e Liberazione intitolato “Quale identità per l’Europa”. All’incontro partecipa anche il presidente del cosiddetto parlamento europeo (non ha diritto al nome di “parlamento” un organismo che non fa le leggi), Hans-Gert Poettering, cui Napolitano alla fine del discorso ha mandato un particolare saluto personale.
Faccio un breve commento al discorso di Napolitano (riprodotto qui a fianco nella versione pubblicata dal Corriere della Sera) perché non si può rimanere in silenzio di fronte al fatto che colui che dovrebbe rappresentare la Nazione Italia non ne pronunci neanche il nome e si faccia promotore della sua scomparsa, auspicando che avvenga al più presto l’integrazione di “valori comuni” che sono alla base del progetto europeo.
Che cosa intende Napolitano per “valori comuni”? La lingua italiana con la quale parla e con la quale pensa evidentemente per lui non è un valore dato che non è in comune con gli altri paesi dell’Unione. E l’arte italiana, la musica italiana, la letteratura  italiana, non sono valori? Salvo che Napolitano intenda affermare che la lingua, l’arte, la musica in generale sono valori, cosa che somiglia da vicino alla scoperta dell’acqua calda, quelle italiane sono italiane e di nessun altro; l’unione europea potrà soltanto contribuire a farle sparire, come sta già facendo con la lingua italiana. Bach e Wagner sono tedeschi e il loro genio è il loro e di nessun altro, così come Palestrina e Verdi sono italiani e il loro genio è il loro e di nessun altro. Lo stesso discorso vale per i pittori, per gli scultori, per i poeti, per gli architetti, per gli scienziati. E’ questa semmai la ricchezza dell’Europa: aver prodotto tanti geni in tutti i campi proprio perché alimentati dalle enormi differenze di paesaggio,di cultura, di storia, di lingua, di carattere.
Le persone non sono monete, come forse credevano gli ottusi banchieri messi a capo del progetto di un impero che non riescono a far decollare per l’evidente motivo che si tratta di un impero che non può esistere. Purtroppo il progetto dell’unione europea è stato proposto in modo talmente fraudolento che gli Italiani  non hanno avuto modo né di capire né di discuterne la logica aberrante. E’ stato affermato infatti fin dall’inizio che si deve all’unione europea il fatto che non ci siamo più fatti la guerra. Ma come? Non eravamo usciti sconfitti, annientati, distrutti, dalla catastrofe della seconda guerra mondiale, con la Germania divisa dal Muro, le  truppe americane stanziate ai confini con l’Unione Sovietica e le basi aeree un pò dappertutto; con le case da ricostruire e le sofferenze, le morti, gli orrori della guerra anche civile da chiudere a poco a poco nel cuore? A quale guerra, i possessori del Potere, pensano che avrebbero potuto spingere i popoli d’Europa sotto choc? Da quale impossibile guerra ci avrebbe salvato l’Unione?
Il fatto è che l’unione europea è un'idea comunista. Come tale serve ai politici per distruggere gli Stati nazionali e  ridurre i cittadini a una massa uniforme. Ancora, però, per quanto abbiano speso in questa distruzione montagne di parole e ancora più alte montagne di denaro, non vi sono riusciti…
 
Ida Magli
Roma, 21 agosto 2007    

 
   
 «Non avrà più consensi se resta solo spazio economico»
Napolitano a Rimini:
«Ue non regredisca»

Video del Presidente della Repubblica al meeting di CL, dove è ospite il presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Poettering

ROMA- «L’Unione europea non può permettersi di arretrare, di "regredire" a una "semplice rete di cooperazione intergovernativa"». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lancia di nuovo un appello a fare dell’Europa un soggetto politico e a non cedere a una visione del ribasso dell’Ue dopo il faticoso compromesso raggiunto a giugno sul Trattato. L’occasione è il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini che si è aperto oggi e al quale il Capo dello Stato è intervenuto con un video messaggio proiettato all’inizio dell’incontro intitolato «Quale identità per l’Europa» a cui partecipa, tra gli altri, il presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Poettering. «Il trattato di riforma dell’Unione Europea, che dovrà essere concluso entro l’autunno e in stretta ottemperanza con il mandato approvato dal Consiglio europeo di giugno, potrà migliorare le basi dell’ordinamento comune - sottolinea Napolitano nel suo messaggio - e migliorare la governabilità dell’Unione a ventisette. Ma la complessità dei negoziati, e la rinuncia a significative ambizioni del trattato costituzionale sottoscritto nel 2004, testimoniano il rischio che il processo d’integrazione regredisca ad una semplice rete di cooperazione intergovernativa».
Questo non è ammissibile, prosegue il Capo dello Stato, perchè «è invece necessario continuare a coltivare le antiche e nuove ragioni dell’unità europea come antidoto al riemergere di ogni forma di intolleranza e di estremismo; è necessario continuare a fare dell’unione un soggetto politico e dotarla degli strumenti e dei poteri che sono indispensabili perchè essa possa assolvere, sulla scena internazionale, il suo ruolo di importante fattore di stabilità e di pace».
RISCHO PERDITA DI CONSENSI - Napolitano è convinto, come ha ribadito più volte, che «l’Unione non potrà allargare il consenso di cui ha bisogno, tra i propri cittadini, se continuerà a presentarsi prevalentemente in termini di spazio economico. Se non saprà proporsi all’interno delle proprie frontiere e al mondo intero, come un progetto fondato su valori comuni». «Se non saprà incarnare - continua il presidente nel video messaggio - una visione solidale dei rapporti tra essa stessa e gli stati che la compongono; una visione nello stesso tempo delle relazioni internazionali, basata sul dialogo e sul rispetto dello stato di diritto, sulla ferma difesa dei principi dell’inviolabilità della persona umana e della sua dignità; una visione, infine, degli equilibri necessari tra le esigenze di competitività equità e sviluppo sostenibile».
STORIA EUROPEA INTRECCIO FRA CULTURE - Napolitano guarda alla storia europea per osservare come «l’intreccio tra le culture, i popoli e gli stati d’Europa, che nel passato ha conosciuto guerre e contrapposizioni distruttive, si è tradotto, dopo l’ultimo conflitto mondiale, in una preziosa e originale esperienza di pace, che ha ampliato le possibilità di conoscenza e di progresso per tutti i cittadini del continente». «Ora che l’Europa allargata è chiamata a rinnovare la propria coesione interna e a misurarsi con la competizione globale - prosegue -, la cultura e l’identità europee, basate su valori e tradizioni comuni,sono una fonte essenziale di unità».
Il video messaggio si chiude con un «particolare saluto personale» di Napolitano al presidente del Parlamento Europeo, Hans Poettering «col quale ho avuto tante occasioni di collaborazione e di incontro».
20 agosto 2007
 
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