Ho
provato molte volte a spiegare ai nostri lettori perché con la nostra
Associazione non siamo riusciti, pur avendone la massima volontà, a
presentarci in forma organizzata sulla scena politica e porre così
finalmente le basi per tentare di salvare gli Italiani dalla
estinzione, estinzione fisica e di conseguenza culturale. Spinta da
molte lettere, delle quali potete leggere qui accanto l’ultima in
ordine tempo, ma non ultima nella sua chiarissima forza e nello
schiaffone che mi ha dato, cercherò di riassumere sia le cose già
dette, sia quelle che forse ho dato per sottintese e che invece
necessitano di una spiegazione più esplicita da parte mia. Lo faccio
(spero che almeno per coloro che mi seguono da più tempo questo sia
facile da capire) per sentirmi dire da voi di non rinunciare; perché
attendo che qualcuno trovi delle soluzioni al problema e me le
suggerisca; insomma io mi presento oggi a voi come un malato di una
malattia inguaribile e che tuttavia si aspetta sempre che la diagnosi
sia sbagliata. Le motivazioni concrete più evidenti sono quelle che
ho già fatto notare numerose volte: per organizzarsi occorrono molti
soldi. Come abbiamo visto, con i capitali di Berlusconi un Partito
nuovo si fa in tre giorni. Noi non ne abbiamo, e in tutti gli anni che
sono passati da quando si è formata l’Associazione degli Italiani
Liberi, i capitali non sono arrivati. Tuttavia io sono convinta che il
motivo per il quale è quasi impossibile oggi muoversi in una qualsiasi
direzione che diverga da quelle previste dalla società e dai politici,
si fondi su un “ insieme” di fattori, voluti e non voluti, che hanno
creato l’enorme distesa di sabbie mobili nella quale stiamo
sprofondando. Ne elenco qualcuno.
Il primo: il sistema
politico chiamato “democrazia” è superato. Logoro, inadatto alla
società contemporanea, brutalmente ingiusto, sfruttato dai detentori
del potere in quanto nessuno osa metterlo in dubbio. Di fatto, però,
tutti sappiamo che non è vero che i cittadini hanno il potere. Guardate
a ciò che è successo in questi giorni: hanno scioperato tutti, proprio
tutti, anche quelli, come i Vigili del fuoco e la Polizia, che non
avevamo mai pensato che potessero scioperare, eppure non è cambiato
nulla. Lo sciopero, infatti, unica arma “democratica”, è un’arma contro
noi stessi, un’arma con la quale imponiamo sofferenze e crudeltà
inaudite ai nostri stessi fratelli ( basti pensare allo sciopero totale
dei trasporti o a quello della sanità), ma di per sé serve soltanto se
i politici si degnano benignamente di prenderlo in considerazione. La
sproporzione fra la violenza e il danno per tutta la collettività che
si sprigiona da uno sciopero e i risultati che se ne ricavano, ne
dimostra l’assoluta irrazionalità. Viene adoperato esclusivamente
perché con esso fingiamo di vivere bene in una democrazia.
Il
secondo: il potere politico ha inaugurato la dittatura finanziaria,
sotto le vesti della democrazia, e ha fatto suo il marxismo
impadronendosi del corpo e dell’anima dei sudditi: il sistema sanitario
di Stato, la scuola di Stato, il finanziamento di Stato di tutte
le religioni, di tutti i Partiti, di tutti i giornali. Nel
frattempo, nell’incapacità di capire e di controllare i cambiamenti in
atto della vita biologica e sociale, ha preparato la più grande delle
dittature con l’unione europea e la morte delle Nazioni. Nessun popolo
può sopravvivere privo del proprio nome, della propria identità, della
propria storia, della propria lingua… Nei prossimi giorni sarà firmato
dai governi, senza nessun referendum, il nuovo trattato costituzionale
europeo ed entreranno nell’unione altri nove Stati. Il silenzio quasi
assoluto dei politici e dei giornalisti è la prova che sanno bene che
tutto questo è contro di noi. Il tradimento dei giornalisti è forse uno
dei fattori più gravi dell’abisso nel quale stiamo per sprofondare.
Berlusconi ha detto che il nuovo partito somiglierà al “ partito
popolare europeo”. Non una parola di più. Non una parola sull’Europa.
Non una parola sulla prossima invasione dell’Italia da parte dei nuovi
Stati. Sarebbe sufficiente sospendere il trattato di Schengen, come
hanno già fatto, del resto, Francia, Spagna, Inghilterra. Ma nessun
popolo è governato da traditori tanto quanto il popolo italiano.
Cosa
possiamo fare noi? Io avevo preparato per il Partito degli Italiani un
programma che partiva proprio da queste riflessioni, con una proposta
di cambiamento della struttura del potere e di tutte le forme
obbligatorie di affidamento allo Stato; la chiusura dei confini a tutti
gli stranieri; il ripristino di norme giuridiche che assicurino solo e
prima di tutto la Giustizia; la consegna della libertà e della
responsabilità ad ogni singolo individuo nello scegliere secondo le
proprie attitudini il suo modo di vita e il suo ruolo nella famiglia e
nella società; la salvaguardia e lo sviluppo dell’intelligenza italiana
in tutti i campi del sapere, dell’arte, della musica, della scienza. E,
ovviamente, affidare all’Italia il compito di influire politicamente
sugli altri Stati d’Europa per cambiare gradualmente lo statuto del
progetto d’unione in quanto tutti i governanti sanno che è impossibile
da realizzare se non con la dittatura finanziaria e il primato della
Germania. Mi fermo qui. E aspetto i suggerimenti, le proposte, i rimproveri dei lettori.
Roma, 2 Dicembre 2007
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