editoriale
Italiani in via d'estinzione
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 2 Settembre 2007
Perché
vanno a fuoco ettari e ettari di boschi in Italia e in Grecia?
Per avere “terreno” dove stanziarsi e vivere. Non si tratta della
solita camorra o della solita mafia, ma di un motivo di plateale
evidenza: gli esseri umani hanno bisogno di spazio, e provenendo
dall’Africa e dall’Oriente vogliono a tutti i costi impadronirsi di
quello più abbordabile: l’Italia, che è ormai quasi del tutto piena, e
la Grecia, piccola per estensione ma luogo di ancoraggio utilissimo per
tutti gli altri luoghi dell’Europa d’Occidente (Turchia aiutando).
Nell’antichità, così come nel medioevo, i movimenti di numerose
popolazioni avvenivano per mancanza di cibo sufficiente: di solito
dalle campagne, quando il raccolto era stato scarso, si emigrava nelle
città, le quali erano sempre in condizioni di ricevere merci, anche di
nascosto, e di attivare mercati, sia pure in nero. Oggi il problema
della mancanza di cibo non esiste più dato che le comunicazioni per
mare e per aria assicurano l’arrivo di merci anche dai più lontani
luoghi di produzione. (Ciò non toglie che si tratta di vie che possono
venire interrotte facilmente, ma i nostri politici non sono soliti
pensare mai più in là del giorno per giorno). Per le folle che dal Nord
Africa e dal Vicino Oriente vogliono occupare l’Italia e la Grecia,
penetrando poi in tutto l’occidente europeo, adesso quello che manca è
il terreno dove costruire case, scuole, moschee e finalmente vivere nel
panorama che conoscono e che amano: quello privo di boschi. A che
servono i boschi, infatti?
Dunque i politici la
smettano di riferirsi a “piromani” come a spettri, emanando
immediatamente un decreto che obblighi chiunque sia colto con strumenti
incendiari a ricovero forzato in ospedale psichiatrico, in osservazione
come “piromane”, in quanto pericoloso a sé stesso e agli altri. E’
difficile avere le prove dell’atto criminoso? La giustizia italiana ci
ha abituato a processi interminabili nei quali le prove compaiono e
scompaiono con grande facilità; non ci scandalizzeremo per una scarsità
di prove in più. Intanto, mettiamoli dentro. E’ sicuro che il ricovero
forzato in ospedale psichiatrico farà scomparire subito chiunque abbia
voglia di dichiararsi, invece che un criminale pagato per appiccare il
fuoco, un poveraccio affetto da mania incendiaria. E se i giornalisti
ci aiutassero in questo chiamandoli sempre criminali invece che
piromani, gliene saremmo molto grati. I veri piromani sono talmente
rari che praticamente non esistono statistiche in grado di
quantificarli. Coloro che in Cina o in India si uccidono dandosi fuoco,
non sono piromani, ma seguaci del proprio costume culturale o religioso.
E’ indispensabile bloccare immediatamente, con la maggiore severità
possibile, il costume che è stato inaugurato già da diversi anni di
aumentare il territorio per gli immigrati con gli incendi e che ha
preso questo anno la forza che abbiamo visto proprio perché
praticamente lasciato a se stesso, senza vere condanne. I governanti
non se ne dimentichino con le prime piogge, come sono soliti fare: gli
italiani non se ne dimenticano. Chi pagherà l’immenso danno subìto? Chi
pagherà il costo di tutti gli interventi che sono stati necessari per
frenare in qualche modo le fiamme? Chi pagherà i morti, la perdite dei
propri beni, le sofferenze che ci sono state inflitte? Non ci sono i
Verdi al governo? Da loro vogliamo tre cose: che in Italia non entri
più nessuno; che vengano immediatamente ripiantati gli alberi; che gli
Italiani vengano tutelati come i panda.
Roma, 28 agosto 2007