Esiste
un solo popolo tanto odiato dai propri governanti da essere condannato
alla morte: il popolo italiano. Io non so se si sia ancora in tempo per
salvare qualche cosa della terra chiamata Italia, della sua storia,
della sua lingua, delle opere create nel susseguirsi dei secoli dagli
innumerevoli geni che da lei sono nati, celebrandola, amandola e
facendola amare con la forza dell’arte, della musica, della poesia,
della scienza, della bellezza. Non posso però non gridare ancora una
volta, dopo averci provato inutilmente da oltre venti anni, che non si
può aspettare neanche un momento di più. Guardiamolo con uno
sforzo di oggettività il panorama che abbiamo sotto gli occhi e
convinciamoci che non si tratta di episodi scollegati l’uno dall’altro,
ma delle metastasi di un cancro ormai profondamente radicato ed esteso
a quasi tutti gli organi vitali; un cancro che era non soltanto
prevedibile già molti anni or sono ma che è stato volutamente
inoculato, alimentato, immettendo di continuo le dosi cancerogene
ovunque potevano essere assorbite e lasciandole libere di agire
intersecandosi e confluendo l’una nell’altra così che nulla potesse
impedirne la circolazione in tutto il corpo moltiplicandone e
sommandone gli effetti letali. Ripeto che la distruzione
della cultura italiana, la consegna del territorio dell’Italia agli
stranieri, è stata perseguita con ostinata pervicacia dai governanti
proprio per raggiungere lo scopo della cosiddetta “società
multi-etnica“ (quindi non italiana) che è di per sé una “non-società“
in quanto è intrinseco alla ragione e ai sentimenti della specie umana
il raggrupparsi in base a dei legami di somiglianza, di parentela, di
reciproca identità. E’ di ieri l’episodio della sommossa cinese, ma
questa è appunto la manifestazione di una metastasi nella quale il
tessuto organico italiano è già stato sopraffatto. Del resto se
esistono le China-town, le Little-Italy è perché appunto gli esseri
umani, tutti gli esseri umani, si riuniscono secondo le proprie
somiglianze, formando “gruppo“ nei confronti di tutti gli
altri gruppi. E’ naturale che sia così; è stato ed è ovunque così. Di
solito si pensa agli Stati Uniti d’America come ad una nazione
multietnica e tuttavia forte e solidale. Ma l’America possiede un
territorio immenso, che ha conquistato sconfiggendo e riducendo alla
morte culturale oltre che fisica i legittimi proprietari e non ha alle
spalle nessuna altra storia salvo appunto quella della Conquista. Lo
stesso faranno gli stranieri che si stanno appropriando
dell’Europa. Si sente dire sottovoce che è la
Massoneria, unita alle Comunità ebraiche presenti in tutto il mondo, a
perseguire l’ideale della formazione di un unico gruppo umano, diretto
da un unico governo mondiale così come da un mercato mondiale. Di
questa “famiglia“ universale il popolo israelitico sarebbe il solo
sacerdote, riunendo sotto le tavole della legge mosaica tutti i
credenti nelle varie fedi religiose, cosa che spiegherebbe, perciò,
anche il comportamento del Papato, all’improvviso così condiscendente
verso il plateale falso delle cosiddette radici
giudaico-cristiane dell’Europa e l’affermazione del rispetto del
Vangelo nei confronti della Torah. Comunque stiano le cose, però, e
malgrado si sia costretti dal costume generale ad osservare in questo
campo una strana specie di “segreto“, il risultato sicuro ed
inevitabile è la fine del popolo italiano e della nazione Italia. Il
primo passo in questa direzione era già stato compiuto con il progetto
dell’unificazione europea. Se oggi i Romeni, presenti a migliaia nel
territorio italiano, hanno formato un partito che si presenterà alle
prossime elezioni, questo avviene in base alle norme stabilite
dall’Unione Europea per tutti i suoi cittadini. Così faranno,
ovviamente, tutti gli stranieri, per legge non più “stranieri“.
Ma sono i nostri governanti quelli che hanno voluto con tutte le loro
forze che si realizzasse il progetto europeo: senza l’Italia l’Unione
europea non si sarebbe potuta fare. Non mi soffermo sulle centinaia di
altri esempi che testimoniano il tradimento dei politici italiani
nei confronti di coloro di cui avrebbero dovuto difendere e assicurare
la terra, il nome, la storia, i beni, i valori, la vita perché
l’importante adesso è decidere se vogliamo lasciarci uccidere, e
suicidarci senza emettere neanche un lamento, oppure tentare un’ultima
disperata ribellione. Volendo rimanere nell’ambito delle regole
democratiche, siamo costretti a constatare che non sembra esista nessun
Partito deciso a emettere immediatamente e senza eccezioni le
leggi indispensabili a tentare di salvare gli Italiani. Proviamo,
tuttavia, ad elencarle prima di convincerci che dovremo fare appello a
qualcuno che possieda le forze e le ricchezze che sono necessarie per
formare un movimento di liberazione dell’Italia, anche se noi non
abbiamo nessun Sean Connery deciso a non mettere piede nella sua Scozia
se non quando sarà riuscito a vederla indipendente. (Io avevo pregato
Alberto Sordi di intervenire, ma, per quanto commosso, non ne ha avuto
il coraggio perché – mi ha detto- “Io non mi sono mai messo
contro il Potere“). Il programma immediato è
questo: chiusura dei confini (sospendendo il trattato di Schengen);
fine delle quote di ingresso per gli stranieri con sospensione a tempo
indeterminato delle normative precedenti, quale che ne sia il motivo
(non ci devono essere lavori cui gli italiani non possano provvedere
studiando gli eventuali incentivi); nessuno straniero può acquisire la
cittadinanza italiana (né con il matrimonio, né con la nascita in
Italia); nessuno straniero può acquistare immobili in territorio
italiano o ereditarli; l’ingresso in territorio italiano senza
passaporto e senza permesso è reato penale; sono vietati i campi
nomadi: gli zingari residenti in Italia da oltre cinque anni si
uniformeranno ai costumi di vita italiani, smettendo di fingere di
essere nomadi perché vivono in roulottes, oppure saranno costretti ad
andarsene in altri paesi e non saranno permessi altri ingressi. Né si
obietti che gli Italiani fanno pochi figli: nessuno desidera fare figli
quando è privo di speranze per il futuro. Il principio che guiderà le
nuove normative è quello del rispetto per gli Italiani alla stregua del
rispetto tanto sbandierato per tutti gli altri popoli. Non si
rispettano gli Africani con la beneficenza, ma, se proprio vogliamo
interessarcene, gli insegneremo a sfruttare le immense ricchezze dei
loro territori, faremo capire ai maschi musulmani che ciò che conta
davanti a Dio non è conservare “pure“ le mani non lavorando la terra,
ma produrre gli alimenti per le proprie donne e i propri figli. Lo
stesso discorso vale per tutti gli altri popoli condannati alla povertà
dall’osservanza delle norme islamiche. Possiedono territori sterminati
in confronto ai quali quello italiano non è neanche un fazzoletto. Noi
vogliamo conservarcelo, amarlo e coltivarlo con la stessa passione con
la quale lo hanno amato e coltivato per millenni coloro che ci hanno
preceduto e non ci stancheremo di gridare “l’Italia agli Italiani“.
Roma, 15 Aprile 2007
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