editoriale

L'Italia agli Italiani

di Ida Magli 
ItalianiLiberi | 21 Aprile 2007

  Esiste un solo popolo tanto odiato dai propri governanti da essere condannato alla morte: il popolo italiano. Io non so se si sia ancora in tempo per salvare qualche cosa della terra chiamata Italia, della sua storia, della sua lingua, delle opere create nel susseguirsi dei secoli dagli innumerevoli geni che da lei sono nati, celebrandola, amandola e facendola amare con la forza dell’arte, della musica, della poesia, della scienza, della bellezza. Non posso però non gridare ancora una volta, dopo averci provato inutilmente da oltre venti anni, che non si può aspettare neanche un momento di più.
Guardiamolo con uno sforzo di oggettività il panorama  che abbiamo sotto gli occhi e convinciamoci che non si tratta di episodi scollegati l’uno dall’altro, ma delle metastasi di un cancro ormai profondamente radicato ed esteso a quasi tutti gli organi vitali; un cancro che era non soltanto  prevedibile già molti anni or sono ma che è stato volutamente inoculato, alimentato, immettendo di continuo le dosi cancerogene ovunque potevano essere assorbite e lasciandole libere di agire intersecandosi e confluendo l’una nell’altra così che nulla potesse impedirne la circolazione in tutto il corpo moltiplicandone e sommandone gli effetti letali.
  Ripeto che la distruzione della cultura italiana, la consegna del territorio dell’Italia agli stranieri, è stata perseguita con ostinata pervicacia dai governanti proprio per raggiungere lo scopo della cosiddetta “società multi-etnica“ (quindi non italiana) che è di per sé una “non-società“ in quanto è intrinseco alla ragione e ai sentimenti della specie umana il raggrupparsi in base a dei legami di somiglianza, di parentela, di reciproca identità. E’ di ieri l’episodio della sommossa cinese, ma questa è appunto la manifestazione di una metastasi nella quale il tessuto organico italiano è già stato sopraffatto. Del resto se esistono le China-town, le Little-Italy è perché appunto gli esseri umani, tutti gli esseri umani, si riuniscono secondo le proprie somiglianze, formando
 “gruppo“ nei confronti di tutti gli altri gruppi. E’ naturale che sia così; è stato ed è ovunque così. Di solito si pensa agli Stati Uniti d’America come ad una nazione multietnica e tuttavia forte e solidale. Ma l’America possiede un territorio immenso, che ha conquistato sconfiggendo e riducendo alla morte culturale oltre che fisica i legittimi proprietari e non ha alle spalle nessuna altra storia salvo appunto quella della Conquista. Lo stesso faranno gli stranieri che si stanno appropriando dell’Europa. 
  Si sente dire sottovoce che è la Massoneria, unita alle Comunità ebraiche presenti in tutto il mondo, a perseguire l’ideale della formazione di un unico gruppo umano, diretto da un unico governo mondiale così come da un mercato mondiale. Di questa “famiglia“ universale il popolo israelitico sarebbe il solo sacerdote, riunendo sotto le tavole della legge mosaica tutti i credenti nelle varie fedi religiose, cosa che spiegherebbe, perciò, anche il comportamento del Papato, all’improvviso così condiscendente verso il plateale falso delle cosiddette radici giudaico-cristiane dell’Europa e l’affermazione del rispetto del Vangelo nei confronti della Torah. Comunque stiano le cose, però, e malgrado si sia costretti dal costume generale ad osservare in questo campo una strana specie di “segreto“, il risultato sicuro ed inevitabile è la fine del popolo italiano e della nazione Italia.
  Il primo passo in questa direzione era già stato compiuto con il progetto dell’unificazione europea. Se oggi i Romeni, presenti a migliaia nel territorio italiano, hanno formato un partito che si presenterà alle prossime elezioni, questo avviene in base alle norme stabilite dall’Unione Europea per tutti i suoi cittadini. Così faranno, ovviamente, tutti gli stranieri, per legge non più
 “stranieri“. Ma sono i nostri governanti quelli che hanno voluto con tutte le loro forze che si realizzasse il progetto europeo: senza l’Italia l’Unione europea non si sarebbe potuta fare. Non mi soffermo sulle centinaia di altri esempi che testimoniano il tradimento dei politici italiani  nei confronti di coloro di cui avrebbero dovuto difendere e assicurare la terra, il nome, la storia, i beni, i valori, la vita perché l’importante adesso è decidere se vogliamo lasciarci uccidere, e suicidarci senza emettere neanche un lamento, oppure tentare un’ultima disperata ribellione. Volendo rimanere nell’ambito delle regole democratiche, siamo costretti a constatare che non sembra esista nessun Partito deciso a emettere immediatamente e senza eccezioni  le leggi indispensabili a tentare di salvare gli Italiani. Proviamo, tuttavia, ad elencarle prima di convincerci che dovremo fare appello a qualcuno che possieda le forze e le ricchezze che sono necessarie per formare un movimento di liberazione dell’Italia, anche se noi non abbiamo nessun Sean Connery deciso a non mettere piede nella sua Scozia se non quando sarà riuscito a vederla indipendente. (Io avevo pregato Alberto Sordi di intervenire, ma, per quanto commosso, non ne ha avuto il coraggio perché – mi ha detto-  “Io non mi sono mai messo contro il Potere“).
   Il programma immediato è questo: chiusura dei confini (sospendendo il trattato di Schengen); fine delle quote di ingresso per gli stranieri con sospensione a tempo indeterminato delle normative precedenti, quale che ne sia il motivo (non ci devono essere lavori cui gli italiani non possano provvedere studiando gli eventuali incentivi); nessuno straniero può acquisire la cittadinanza italiana (né con il matrimonio, né con la nascita in Italia); nessuno straniero può acquistare immobili in territorio italiano o ereditarli; l’ingresso in territorio italiano senza passaporto e senza permesso è reato penale; sono vietati i campi nomadi: gli zingari residenti in Italia da oltre cinque anni si uniformeranno ai costumi di vita italiani, smettendo di fingere di essere nomadi perché vivono in roulottes, oppure saranno costretti ad andarsene in altri paesi e non saranno permessi altri ingressi. Né si obietti che gli Italiani fanno pochi figli: nessuno desidera fare figli quando è privo di speranze per il futuro. Il principio che guiderà le nuove normative è quello del rispetto per gli Italiani alla stregua del rispetto tanto sbandierato per tutti gli altri popoli. Non si rispettano gli Africani con la beneficenza, ma, se proprio vogliamo interessarcene, gli insegneremo a sfruttare le immense ricchezze dei loro territori, faremo capire ai maschi musulmani che ciò che conta davanti a Dio non è conservare “pure“ le mani non lavorando la terra, ma produrre gli alimenti per le proprie donne e i propri figli. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri popoli condannati alla povertà dall’osservanza delle norme islamiche. Possiedono territori sterminati in confronto ai quali quello italiano non è neanche un fazzoletto. Noi vogliamo conservarcelo, amarlo e coltivarlo con la stessa passione con la quale lo hanno amato e coltivato per millenni coloro che ci hanno preceduto e non ci stancheremo di gridare “l’Italia agli Italiani“.

Roma, 15 Aprile 2007

 
  
 
 
  

 

 
 
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