Si
compie ancora una volta il rito delle elezioni. Vorrei spiegare, nel
modo più chiaro e più conciso possibile, quali siano i motivi per i
quali noi, gli Italiani, non ci salveremo comunque, né con queste
elezioni né con altre se non porremo duramente ai nostri politici la
domanda su che cosa intendano fare riguardo all’Unione Europea.
Purtroppo il sistema delle elezioni affidate al popolo tranquillizza,
anzi addormenta lo spirito critico nei confronti dei politici, sia
verso quelli che governano che verso quelli che stanno
all’opposizione.Al tempo stesso fa credere che, viceversa, lo spirito
critico sia fortissimo in quanto si svolge una specie di pseudo
battaglia fra i due fronti, pseudo battaglia cui partecipano, fingendo
di informare, anche i giornalisti.
Cerco di spiegare il motivo principale. Nessuno dei Partiti esistenti
oggi in Italia, piccoli o grandi che siano, ha come scopo la difesa
dall’unione europea, la limitazione del suo potere, nemmeno nei campi
per i quali alcuni dei Partiti affermano di combattere. Prendiamo per
esempio l’immigrazione. E’ soprattutto la Lega che si è fatta
della battaglia contro l’immigrazione la propria bandiera, ma sa
benissimo che si tratta di una battaglia utile soltanto per gettare la
polvere negli occhi dei poveri Italiani e averne i voti. Le
normative europee impediscono qualsiasi limitazione in quanto, con il
trattato di Schengen, tutti i cittadini dei 27 paesi entrati
nell’Unione possono circolare liberamente, stabilirsi dove vogliono,
lavorare dove vogliono, dare il proprio voto a chi vogliono e dove
vogliono. Avete sentito la Lega parlare di questo? No, sicuramente no.
Ma non basta. Gli Italiani non ne possono più di sopportare gli Zingari
e sperano nelle focose parole dei leghisti per esserne liberati. Ma
nessuno ha loro spiegato che sono le normative europee che garantiscono
agli Zingari il diritto a conservare i propri costumi e a fingere di
vivere da nomadi stabilendosi nei paesi dell’Unione. Naturalmente i
veri “nomadi“ erano quelli che nei secoli passati si spostavano
nelle vastissime steppe ungheresi, ucraine, russe allevando e
vendendo cavalli e razziando i villaggi degli agricoltori. Che importa?
Invece delle razzie si svuotano le tasche dei romani nella
metropolitana e invece dei cavalli si fa commercio di lussuose
automobili rubate. Se passiamo all’
immigrazione sia regolare che clandestina dall’Africa e dal Vicino e
Medio Oriente troviamo ancora una volta che è il progetto (mai spiegato
a chiare lettere ai poveri Italiani) di estendere l’Unione Europea a
tutti i paesi “ mediterranei “ a far affluire in Italia gente da ogni
luogo vicino e lontano. Inutile dire che si possono trasformare in
“europei” i paesi dell’Africa e dell’Oriente fino ad Israele soltanto
con la solita prassi dell’inganno e della falsificazione verbale e
mentale che sta alla base della costruzione europea. Che senso ha il
fatto che l’Africa del Nord è bagnata dal Mediterraneo? La cultura dei
Marocchini è forse simile a quella italiana? Qualche marocchino ha
forse mai composto “Casta Diva“ o “Un bel dì vedremo”? E la lingua
italiana? E’ forse nato qualche Petrarca o qualche Leopardi in Libia o
in Tunisia? Ma questa è la situazione. Si vuole la distruzione
delle nazioni, delle culture, delle lingue per poter unificare i
territori. Siccome però nessun Partito, lo ripeto, nessuno, né di
destra né di sinistra affronta questo argomento, noi sappiamo che non
ci possiamo fidare, che veniamo ingannati di proposito in tutto.
Naturalmente il progetto di unificazione europea era sbagliato fin
dall’inizio e la situazione di oggi ne è soltanto la conferma. (Nessuno
tiri fuori la forza dell’euro. Ci tornerò in un altro articolo, ma sia
sufficiente a capire che si tratta di una moneta immaginaria il fatto
che il suo valore non corrisponde allo sviluppo dell’economia e che è
servita soltanto a nasconderci il pagamento dell’inflazione riducendo
di colpo della metà il valore della lira.) Ma i nostri politici non ne
parlano agli Italiani, i giornalisti meno che meno come se la questione
non ci riguardasse. Prodi (come del resto tutti i governanti prima di
lui, compreso Berlusconi) è il più zelante nello spronare alla firma
della costituzione europea, ossia alla rinuncia di quello che resta
della sovranità e della indipendenza delle Nazioni. Non un dibattito si
svolge in proposito, neanche sulle enormi difficoltà che la gestione
delle istituzioni europee necessariamente comporterà. Qualcuno ha mai
spiegato agli Italiani come si farà a farsi governare a turno da un
Polacco, da un Rumeno, da un Tedesco? E la Polizia? Chi sopporterà di
farsi arrestare da un Austriaco o da un Francese? E’ vero che gli
impassibili Commissari europei hanno già provveduto a metterci il più
forte dei bavagli: il mandato di arresto europeo se ti azzardi a dire
una sola parola di critica su chiunque, ma anche di questo agli
Italiani non è stato permesso discutere.
Lo stesso tipo di discorso vale per gli altri temi, in apparenza
“caldi“, sui quali fingono di accapigliarsi oggi i Partiti. I Dico? In
Europa sono stati già approvati, sia per le coppie etero che per quelle
omosessuali, come pure le adozioni e l’eutanasia. Dunque, è tutto
inutile. O si esce dall’unione europea, oppure ci si adegua. I
cattolici? La prima a tradire è stata la Chiesa cattolica, la quale sa
bene che in Europa i cattolici sono in minoranza. Ma non per nulla è
stato eletto un Papa tedesco. La leadership dell’Europa è stata fin
dall’inizio affidata alla Germania e, di conseguenza, come è avvenuto
nella storia passata quando è stato eletto il primo Papa tedesco
in concomitanza con il potere degli Ottoni (Bruno di Carinzia con
il nome di Gregorio V) così, dopo il prudente passo di “avvicinamento”,
indispensabile dopo tanti secoli di Papi italiani, con l’elezione di un
polacco, è arrivata l’ora di Ratzinger. Lo scopo dei politici è sempre
e soltanto il proprio potere, compreso quello dei Papi, non l’interesse
dei sudditi, un interesse che viene o non viene perseguito a
seconda se serva all’aumento del potere. Il vero “conflitto di
interessi” è questo: quello fra i politici e i sudditi.
Dunque, è l’Unione Europea il vero scopo dei politici e dei Partiti, in
Italia così come in Francia, in Germania, in Olanda, in Libia, in
Grecia, in Turchia, in Israele, mentre in altri paesi, come
l’Inghilterra, i governanti non vogliono perdere la propria sovranità
perché sanno di poter essere più potenti rimanendone fuori (la forza
della sterlina sta lì a dimostrarlo).
Infine, un accenno a quei paesi che, viceversa, sperano con l’unione
europea di poter raggiungere una più forte autonomia e indipendenza,
staccandosi dal cordone ombelicale cui sono legati: l’Irlanda, la
Scozia, le Province Basche; e, sotto sotto, la Padania di Bossi.
Sì, proprio così: anche la Lega spera di raggiungere il suo originario
scopo autonomistico senza dover più pronunciare la parola poco
gradevole di “secessione”. Si farà l’Europa delle Regioni, e a questo
lavorano i sempre più forti “Governatori”. Addio Unità d’Italia,
addio Risorgimento, addio lingua italiana, addio Patria… Sono
talmente ottusi, questi politici, talmente incolti, da credere che
comunque l’Europa si farà e sarà forte, ricca, faro di civiltà e di
pace per tutto il mondo. Non si avvedono dell’involuzione psicologica,
sociale e culturale cui l’hanno già tragicamente spinta. Con il solito
disprezzo per i sudditi, non si rendono conto che sono i popoli la
ricchezza di una Nazione, quello che creano gli individui appartenenti
ad una determinata nazione. Ma soprattutto questo è vero per le Nazioni
dell’Europa d’Occidente: sono loro che hanno prodotto Shakespeare e
Molière, Dante e Leonardo, Bach e Mozart, Leopardi e Goethe, Vivaldi e
Bellini, Beethoven e Verdi, Kant e Machiavelli, Michelangelo e Giotto,
Newman e Galileo… insomma gli innumerevoli geni che illuminano la
storia di tuttal’ Umanità. Era forse “padano” Giuseppe Verdi quando
rivendicava l’italianità della sua musica, era forse “padano”
Alessandro Manzoni quando si ostinava a trovare il focus della lingua
italiana “risciacquandola in Arno”? Ah! Come aveva ragione Verdi! “Dio ci guardi dall’aver fiducia nei nostri governanti e nelle nazioni straniere”.
Ida Magli
Roma, 27 Maggio 2007
|