Malgrado
non rientri se non marginalmente nell’ambito degli interessi del
movimento “Italiani Liberi“, non possiamo fare a meno di commentare in
poche righe la questione Visco-Guardia di Finanza. Non si può fare a
meno di commentarla soprattutto per il fatto che né i politici né i
giornalisti affrontano chiaramente il dato essenziale. Il dato
essenziale è presto detto: il Governo ha tolto a Visco una parte dei
suoi poteri e ha rimosso il generale Speciale dal comando dell’Arma
assegnandogli un altro incarico (in teoria più prestigioso). Perché? Se
avesse ritenuto falsa la denuncia fatta dal Generale, Prodi non avrebbe
dovuto toccare per nulla Visco e condannare il Generale in quanto si
tratta di un militare. Un militare che mente, e mente accusando un
Ministro del Governo in carica di agire in modo da impedire
l’accertamento di una forma di corruzione nell’ambito dei politici
stessi, non può certo essere punito semplicemente cambiando di
posto. C’è però una inchiesta in corso da parte della Magistratura.
Bene: volendo attenersi al rispetto per la Magistratura, dovevano
essere sospesi dal proprio incarico tutti i protagonisti, in attesa del
risultato dell’inchiesta. D’altra parte la situazione è comunque
politicamente gravissima, sia che si appuri che Visco ha davvero
premuto per allontanare dalla vicenda Unipol alcuni ufficiali della
Guardia di Finanza, sia che viceversa si accerti che il Comandante
dell’Arma e altri quattro ufficiali insieme a lui, abbiano mentito
accusandolo. In realtà, sarebbe stata necessaria una inchiesta
parlamentare su tutta la vicenda a fianco di quella della Magistratura
e, lo ripeto, nel frattempo sospendere dal proprio incarico tutti i
protagonisti Qui si tratta di uno scontro fra poteri di
cui, per giunta, il Presidente della Repubblica rifiuta di prendere
atto. In definitiva, la famosa divisione dei poteri che, in teoria,
dovrebbe garantire secondo la Costituzione la loro libertà, è diventata
una specie di “spazio vuoto“ nel quale sprofondano e spariscono le
responsabilità. Ma il Presidente della Repubblica è anche il Capo delle
Forze armate e qui si tratta proprio del comportamento del Generale che
comanda una forza armata come la Guardia di Finanza che ha fra i suoi
principali compiti l’accertamento della corruzione e che accusa un
membro del Governo. Gli Italiani hanno visto sparire dalla scena
politica interi Partiti ad opera della Magistratura coadiuvata dalla
Guardia di Finanza e hanno potuto giudicare anche il comportamento non
sempre limpido dei Presidenti della Repubblica in quella circostanza.
Ma non è stata tanto la corruzione a rimanere loro impressa (una
corruzione di cui erano a conoscenza da lungo tempo), quanto
l’esibizione di innumerevoli menzogne e di una vigliaccheria quasi
impensabile da parte di uomini cui era affidato il destino dell’Italia.
Della vigliaccheria di Re, di Ministri, di Generali è purtroppo piena
la storia italiana, ma è l’unica cosa che gli Italiani non hanno mai
dimenticato e che non hanno perdonato. Non la perdoneranno neanche oggi.
Ida Magli
Roma, 3 Giugno 2007
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