email del 13.08.07 Gent.ma Prof.ssa Magli, dal suo scritto “L'Europa che non vuole diventare islamica” apparso il 10 agosto 2007 su “il Giornale” estraggo queste righe che costituiscono un principio, un diritto alla conservazione dei popoli italiani (mi scusi il plurale): “Se
non ci si convince di questo, ossia che la Ue è stata voluta dai
governanti per espropriare i cittadini, e non ci si convince quindi che
ogni Stato deve prendere immediatamente tutte le decisioni
indispensabili per salvaguardare la propria sopravvivenza come nazione
libera, come territorio che porta un nome e che appartiene ai cittadini
che ne hanno formato la storia, la lingua, la tradizione religiosa...”
Oriana Fallaci, ne “La Rabbia e l'Orgoglio”,
afferma che la Francia ha una legge che punisce il genocidio. Quando
lessi il libro, circa tre anni fa, feci subito un'indagine e scoprii
che anche noi abbiamo una legge così, perché abbiamo recepito una
Convenzione dell'ONU che istruisce di punire e prevenire il genocidio.
Si tratta della Convention
on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide Approved and
proposed for signature and ratification or accession by General Assembly resolution 260 A (III) of 9 December 1948 entry into force 12 January 1951
reperibile su un sito delle United Nations @ www.unhchr.ch/html/menu3/b/p_genoci.htm
I punti che trovo rilevanti della Convenzione sono due:
1. la definizione di genocidio, espressa in cinque diverse modalità; la terza recita: “Deliberately inflicting on the group conditions of life calculated to bring about its physical destruction in whole or in part” 2.
l'altro punto importante è l'obbligo, oltre che di punire, quello di
prevenire e quindi non carica pochi volonterosi dell'onere di cercare e
denunciare colpevoli in uno Stato dove il diritto si é perso, ma
consente a tutta la popolazione, capito il problema, di chiedere con
ragione, azioni di prevenzione dal disastro. Credo anche che la
Convenzione superi la legge italiana che cita la prevenzione solo nel
titolo. Altre
letture di testi sulla Convenzione – trovati sul Web - sono orientate a
episodi storici noti e anche alla prevenzione di altri dove la violenza
é indicata come causa di imminente genocidio. Se
la Convenzione non fosse applicabile così com'è scritta, allora
dovrebbe essere solo emendata per prevedere situazioni come la nostra. In
Italia, l'effetto di una invasione pacifica, voluta (rif. Bat' Ye'Or) e
illimitata equivale ad un genocidio scritto nel futuro: anche in
assenza di momentanea violenza il risultato sarà lo stesso. La
nostra difesa potrebbe essere la prevenzione utilizzando una legge
internazionale contro quella situazione che Lei denuncia da tempo.
Abbiamo contro sindacati, loro emanazioni, parte del clero e loro
emanazioni, radio e televisioni. Anche qui vien da pensare ad un piano
che viene da lontano! Serve
una potente comunicazione di massa. Serve dire quando e perché è giunto
il momento di applicare un trattato che chiede di prevenire, anche se
il momento potrebbe essere già trascorso.
R.M.
Gentile amico, quello
che lei ricorda a proposito della proibizione del genocidio mi è stato
sempre molto presente, come lei stesso ha immaginato. Ma, sebbene io
abbia scritto innumerevoli volte che i nostri governanti vogliono la
morte dei propri sudditi, ho quasi sempre espresso questa convinzione
affermando che "incitano gli Italiani al suicidio" proprio perché sono
assolutamente certa che, se ci riferiamo alla legge sul genocidio, ci
diranno subito che è stata fatta per le stragi, lo sterminio voluto e
determinato delle popolazioni (ovviamente con il presupposto di quanto
avvenuto durante la seconda guerra mondiale) straniere, o almeno
ritenute razzialmente straniere, e mai è stato pensato che potessero
essere i governanti a volere la morte dei propri sudditi, e di
conseguenza la morte anche per se stessi. La
verità è che una situazione come quella attuale, preordinata in ogni
particolare, che favorisce sotto tutti gli aspetti la consegna del
territorio e di tutte le istituzioni (incluso il servizio sanitario di
Stato pagato con le tasse dei cittadini anche per quelli che
arrivano proditoriamente, di nascosto e che non hanno mai pagato e mai
pagheranno neanche un soldo per i servizi che ricevono), non si è mai
verificata nella storia. Insomma: il genocidio ha sempre riguardato il
comportamento di governanti contro stranieri, oppure verso gruppi di
popolazioni stanziate col tempo in seguito a guerre in una parte
del territorio e che se ne contendono la proprietà, ma mai, ripeto:
mai, in funzione della rapida estinzione del proprio popolo da parte
dei suoi governanti, cancellandolo dalla storia. E' questo che si sta
facendo: via il cristianesimo, via la lingua italiana, via l'arte
italiana, via la letteratura, via la musica e gli strumenti italiani (i
violini sono stati creati a Cremona), via il costume di vita e il
diritto fra le persone, e infine: via la pelle bianca, i capelli
biondi, gli occhi chiari, le voci allenate geneticamente alla pronuncia
delle lingue discese dal latino. Insomma: io credo che con il termine
"genocidio" non riusciremmo né a dare un'idea dell'operazione che i
governanti d'Europa stanno facendo, né
a
farli smettere usando gli strumenti delle leggi, comprese quelle sul
genocidio. Non ci riusciremmo perchè i cittadini non riescono a credere
che sia possibile un tale tradimento: preferiscono credere che i
governanti siano stupidi, oppure che si tratti di un eccesso di
generosità verso i popoli poveri, compresa l'azione della Chiesa in
questo campo. Ma anche la Chiesa sta uccidendo se stessa. Io
comunque la ringrazio di tutto quanto mi ha scritto e spero che
finalmente qualche italiano si scuota dall'inerzia. Ma nessuno fra i
rappresentanti dei Partiti ha risposto neanche una parola a quanto ho
pubblicato sul Giornale né ieri, né in tutti gli anni passati, e questa
è la prova migliore di quanto affermo: sono loro che lo vogliono.
Ida Magli
Roma, 13 Agosto 2007 |