La
pantomima che tutti i partiti hanno giocato in questi mesi, è
finalmente giunta alla sua conclusione. Nessuno voleva far cadere il
governo, per il motivo, più volte detto e scritto pubblicamente neanche
il più piccolo senso di vergogna, che i parlamentari dovevano maturare
il termine minimo per ottenere la pensione. L’unica cosa che i
sudditi di tali parlamentari possono dire è che li disprezzano.
L’Italia non è mai stata governata, neanche nei periodi più bui, da
rappresentanti tutti degni del medesimo disprezzo. Governanti che osano
perseguire, attraverso il fisco, i cittadini trattandoli da ladri
quando essi fanno votare i colleghi, cosiddetti pianisti, al proprio
posto (cosa documentata più volte da “Striscia la notizia“)
truffando così due volte i cittadini: nella approvazione delle leggi
con una falsa maggioranza e derubandoli con l’indennità di
presenza non dovuta. Cosa ne pensano i magistrati presenti in
parlamento? Cosa fanno gli integerrimi Violante, Di Pietro, ecc. se non
controllano che non ci siano ladri neanche nel luogo dove lavorano,
quando un dipendente di una qualsiasi azienda che facesse timbrare il
cartellino da qualcun altro verrebbe da loro condannato per truffa?
Noi
non abbiamo più parole per definire la illegittimità politica e sociale
nella quale vivono i cittadini italiani. L’opposizione finge di essere
opposizione; qualsiasi proposta riguarda esclusivamente le forme
elettorali, senza che sia mai accennato ai veri, gravissimi problemi
che incombono su di noi. Questi problemi impellenti sono due. Il primo:
approvare una norma che preveda un modo reale, fattibile,
con il quale cittadini possano contestare i governi. Che
significa la raccolta di firme che sta attuando Berlusconi in questi
giorni, dopo averci preso in giro per mesi facendoci credere che
avrebbe fatto cadere il governo da un giorno all’altro? E se
voleva raccogliere le firme perché non l’ha fatto quando ha organizzato
la adunata a Roma di oltre mezzo milione di persone? Dice ogni giorno
una parola diversa da quella precedente, ma adesso abbiamo capito
che non voleva far cadere il governo prima che i parlamentari avessero
maturato la pensione, altrimenti sarebbe stato sufficiente controllare
con assoluta fermezza le presenze in senato durante le votazioni. Il
secondo problema riguarda l’unione europea. Nessun partito ne parla
mai. Ma l’approvazione della nuova costituzione è ormai questione di
giorni. I cittadini non ne conoscono neppure una parola; vengono
impegnati a doveri e diritti di cui non sanno nulla. Sappiamo che
stanno per cadere i confini con altri sette paesi, il che significa che
una grande maggioranza di stranieri verrà in Italia, ma non c’è nessun
partito che se ne preoccupi. Cosa importa ai partiti del
territorio italiano, della sua densità demografica, dell’aria
irrespirabile, della perdita della patria,della indipendenza, del
faccia a faccia con persone di cui non conosciamo nulla salvo che
vogliono prendere il nostro posto; delle spese per la sanità, per la
scuola, per la casa,che graveranno ancor di più su di noi? I
politici si sono costruiti un impero a tavolino, con montagne di denaro
sulle quali i cittadini non hanno nessun controllo, e questa è l’unica
cosa che stia loro a cuore. In Danimarca, alle votazioni politiche
tenute in questi giorni, ha avuto il peso vincente il 20% degli
immigrati che vi risiedono con diritto di voto. Così sta succedendo in
quasi tutti i paesi dell’unione europea, e presto succederà anche in
Italia. Prodi ha già aumentato i flussi di ingresso a circa 350.000
extracomunitari, ma quelli appartenenti alla UE non hanno bisogno di
permesso. Come è successo con i Rumeni, succederà con tutti gli altri. L’unione
europea è stata progettata per distruggere le nazioni, le patrie. I
deboli lamenti che oggi alzano i nostri assassini (vedi l’articolo
pubblicato nella colonna a fianco), riconoscendo che forse sono stati
troppo frettolosi, rappresentano una ulteriore, grottesca presa in
giro. Si meravigliano che l’Europa “non cresca”. Questo era infatti il
loro programma. Cancellare tutti i segni di identità, tutti i valori,
tutte le lingue, tutte le storie, tutte le culture, assestandosi, nella
immensa ottusità intellettuale e morale che li contraddistingue,
sull’unica cosa che sono capaci di valutare: il denaro. Monete
uguali, uomini uguali. Naturalmente era un progetto del tutto
sbagliato. E la conseguenza la si vede ogni giorno sempre più chiara.
Ha vinto Hitler. Ha vinto perfino al di là di quanto avesse mai fantasticato sulla propria futura grandezza. Per cancellare Hitler, per far sì che non rinascesse mai più, è stata cancellata l’Europa.
Roma, 16 Novembre 2007
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