Milano, 3 maggio 2007 - Arriva in libreria il nuovo saggio di Vladimir Bukovskij "EURSS. Unione Europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche" (edizioni Spirali), scritto con il ricercatore Pavel Stroilov. Bukovskij - che con gli archivi segreti di Mosca rivelò al mondo documenti inediti sul regime sovietico - richiama qui l'attenzione sul governo politico dell'Unione europea: prospetta scenari preoccupanti lanciando l´allarme per la corruzione e per l´assenza di democrazia. Un'analisi autorevole, argomentata e lucida, che finora nessuno aveva osato fare. Dalla "finlandizzazione" alla "Casa comune europea" - Sulla base dei documenti a loro disposizione, gli autori affermano che furono i problemi internazionali, più che quelli interni, a spingere i vertici dell'Unione sovietica verso le riforme: per il Politburo l'unico modo di modernizzarsi era utilizzare il potenziale dello stesso "nemico di classe". Considerata la crisi globale del socialismo e le proposte dei dirigenti comunisti europei (come Natta e Jaruzelski), Gorbacev modificò l'iniziale ostilità verso la Comunità europea, ritenuta fino a quel momento derivazione dell'accordo fra corporazioni multinazionali e politici liberali. Attraverso la perestrojka si puntò quindi su "un socialismo capace di inserirsi in modo più attivo nel processo di formazione della politica mondiale, per stimolarne mutamenti", consentendo alle forze "progressiste" di arrivare al potere. Se la costruzione di nuove relazioni internazionali con la Finlandia e l'Austria si era già rivelata valida, si trattava ora di allargare l'esperienza su scala continentale in nome della "Casa comune europea". Nuova architettura transeuropea dell'interdipendenza - Dalla trascrizione dei colloqui avuti da Gorbacev in vari incontri, risulta che il disegno di un'Europa unita dall'Atlantico agli Urali non solo era previsto fin dalla metà degli anni '80 - quindi ben prima di Maastricht e degli altri trattati comunitari - ma pure condiviso da tutti i leaders politici (da González a Mitterand, da Livingstone a Brandt e Delors, da Andreotti a Giscard d'Estaing) e avallato da osservatori americani come Kissinger e Rockefeller. La nuova architettura delle relazioni transeuropee si basava sull'interdipendenza e continuò a svilupparsi nonostante il crollo dell'URSS. Si chiede dunque Bukovskij: «Quando i politici europei oggi accettano "deficit democratico", quando moltiplicano la burocrazia, quando impongono "commissari del popolo" che nessuno ha eletto, quando annettono nuovi stati, perché non ci dicono chiaro e tondo: eccovi l'Europa delle repubbliche socialiste sovietiche?». Il dissidente russo suggerisce che gli U.S.A. si facciano invece promotori di un'unione economica alternativa, così da vanificare l'utopia socialista e "salvare quell'avanzo di Guerra fredda chiamato Unione Europea".
La vittoria del Kgb in una Guerra fredda mai terminata - In appendice, in un intervento proposto nel settembre 2006 in occasione del festival della letteratura "PordenoneLegge.it", Bukovskij parla con allarmante anticipo della spregiudicatezza di Putin e dell'attuale classe dirigente russa: "Già nel '99 avvertivamo che in una società marcia le élite sono fonte di marciume. Il Kgb ha vinto la lotta interna per il predominio: ora riesuma i vecchi simboli, perpetra genocidi in Cecenia, ferma i media indipendenti. Questo regime opprime e ricatta. Non è vero che la Guerra fredda sia finita". Poco dopo arriverà la notizia dell'assassinio della giornalista Anna Politkovskaja e dei veleni spionistici londinesi...
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"EURSS". UNIONE EUROPEA DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE Pagine: 158 - Collana: L'Alingua (saggistica) - Codice isbn: 978887770-7734 - Prezzo: € 20.00 =============================================
I due autori saranno in Italia per la presentazione del volume: 14 maggio 2007, Milano, Circolo della stampa; il 15 maggio, Roma, Grand Hotel Palace; 16 maggio, Bologna; 17 maggio, Padova, Fornace Carotta; 19 maggio, Senago (MI), villa Borromeo
1 Vladimir Bukovskij, nato in URSS nel 1942, vive a Cambridge (UK). Conobbe presto la prigione e l´ospedale psichiatrico per la sua opposizione al regime. Liberato nel 1976 in un clamoroso scambio con il leader comunista cileno Corvalán, ha proseguito nel suo impegno civile, denunciando intrighi e complicità. Lavora per un´opposizione democratica in Russia ed è attivista per i diritti umani. In Italia ha pubblicato libri come Una nuova malattia mentale in URSS: l´opposizione e Guida psichiatrica per dissidenti. Con Spirali: il romanzo Il convoglio d´oro e i saggi URSS dall´utopia al disastro, Gli archivi segreti di Mosca, La mentalità comunista. 2 Pavel Stroilov, studente presso l'Università statale di studi umanistici di Mosca, ricercatore al Centro Memorial, ha lavorato per anni in vari archivi russi. Ha chiesto asilo politico in Gran Bretagna.
Presentato “EURSS”, lo scandaloso saggio del dissidente russo BUKOVSKIJ E LA “SOVIETIZZAZIONE” DELL'OCCIDENTE L'autore: “La Guerra fredda non è mai finita, Mosca è la capitale occulta dell'UE. Il problema non è se il regime sovietico crollerà, ma non rimanere coinvolti quando ciò inevitabilmente accadrà” .
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