(Risposta a Michele Brunati)
Il
problema del rapporto con la Lega è molto difficile da spiegare ai miei
lettori, senza narrare qualcosa di quello che ho fatto. Subito dopo la
firma del trattato di Maastricht, quindi nel 1994, ho avuto un incontro
con Bossi durante il quale ho cercato di spiegargli quali fossero le
conseguenze del progetto di unione europea e di moneta unica,
pregandolo di fare in modo da tenerne fuori l’Italia. Bossi mi ha
ascoltato con attenzione, poi, di fronte alle sue perplessità, gli ho
anche detto: tenetevi le vostre poltrone, i vostri stipendi, i vostri
privilegi. Si sa che è difficile disfare le istituzioni: è sufficiente
perciò che non facciate nulla; lasciate le cose come stanno, senza
sviluppare o mandare avanti nessun progetto. Appena verrà il momento di
abbandonare la lira, si potrà cominciare a prendere posizione dando
battaglia. Dopo di allora i miei rapporti con la Lega sono stati sempre
amichevoli, ma quello che chiede il signor Brunati è un’altra cosa, e
io desidero chiarirla definitivamente. L’Unione
europea è la causa principale, e per molti aspetti determinante,
dell'agonia della civiltà italiana, un’agonia che presto, prestissimo
anzi, salvo che qualcuno combatta con tutte le forze per arrestarla,
giungerà alla sua fine. Non credo che nessuno dei lettori accetterebbe
le cure di un medico che ignori la causa della sua malattia, ma anzi
volontariamente non faccia diagnosi imponendogli farmaci che la fanno
progredire. Ebbene, è questo che stanno facendo, ormai da molti anni, i
nostri politici, ivi inclusa la Lega. I Sindaci non vogliono unire in
matrimonio i clandestini? Giustissimo. Ma in Italia ci sarebbero pochi
clandestini se i confini fossero chiusi a tutti, da qualsiasi paese
provengano, e si mettessero in atto le molte possibilità di controllo
date dai mezzi moderni: navi, aerei, satelliti, polizia di frontiera
armata, ecc. per prevenirne l’ingresso. Nessun Sindaco, però, neanche
quelli leghisti, è sceso in piazza per chiedere la chiusura dei
confini. Chiedono che ogni straniero dimostri di avere un minimo
reddito: questo è l’unico “valore”, il denaro, con il quale si valuta
l’Italia, la terra, la patria, la storia, la cultura, l’arte, la
lingua, la religione, di un popolo. In questi giorni entreranno a far
parte dell’UE altri nove Stati e sarà firmato il nuovo trattato
costituzionale europeo: nessuno ce ne ha parlato, nessuno protesta,
neanche la Lega, contro una dittatura che non ha pari in nessuna parte
del mondo: obbligare i cittadini ad obbedire ad una costituzione
di cui non conoscono neanche i contenuti. Il signor Brunati
ritiene che io sia attaccata eccessivamente alle mie idee e che dovrei,
per amore dell’Italia, piegarmi a qualche compromesso. I compromessi
sono possibili, e io li accetterei di buon grado, se, nel caso di cui
stiamo discutendo, non fossero costituiti dalla negazione dell’unico
strumento che la specie umana possieda per vivere: il sistema logico.
La relazione fra causa ed effetti. E’ una relazione assoluta, posta
dalla natura come le leggi della fisica, quelle stesse leggi per le
quali il signor Brunati, così come ogni guidatore, sa che se non
frena alla giusta distanza da un ostacolo, certamente andrà a
sbattervi. Ebbene è questo che i politici pretendono quando esercitano
il Potere: di essere al di là delle leggi della fisica, al di là delle
leggi della logica. Per questo essi costituiscono il maggiore pericolo
per i popoli: perdono il senso della realtà; si sentono e si comportano
da “onnipotenti”, da “Dei”. E’ questo, tanto per fare un esempio
evidente, che spinge Bossi a “offrire l’acqua viva della sorgente del
Po” a se stesso. E per me è sufficiente a farmi fuggire con orrore.
Salvo la differenza fra il suo immensamente più piccolo Impero,
diventare “come un Dio” è stata sempre l’aspirazione di ogni
condottiero, imperatore, faraone, che ha spinto i popoli alla
distruzione. Non è con la parola “ democrazia “ che ci si salva. E in
Italia, così come in Europa, la democrazia è soltanto una parola dietro
la quale si è costituita la più ferrea dittatura. Come in tutte le
dittature vige la massima censura sull’informazione: di quello che
fanno i dittatori nella Torre di Bruxelles, ai cittadini non viene
detto nulla. I giornalisti si sono adeguati a questo silenzio con
una sottomissione che sembrerebbe impossibile in una società come
quella attuale. Questa, però, è purtroppo la realtà. Non si alza
neppure una voce, neanche fra quelle più roboanti, a chiedere il perché
del silenzio sull’Europa, a pretendere almeno uno, un solo
dibattito sull’Europa. E’ evidente, del resto, che il
signor Brunati non conosce i politici. La distanza fra chi
detiene il Potere e i cittadini, anche quelli in apparenza più
stimati e rispettati, è assoluta. E’ vero che soltanto la Lega ha
chiesto qualche volta la mia collaborazione. Mai nessun altro, caro
signor Brunati, checché lei ne pensi, né a sinistra né a destra, ivi
compreso Berlusconi, ha pensato che io potessi essere consultato almeno
come “esperto” visto che sono un professore universitario di
Antropologia. I politici sanno bene quali “esperti” possono utilizzare
“come esperti per i loro bisogni”. Mai una mia idea, una mia proposta è
stata ritenuta utile, è stata adottata in nessun modo, neanche dalla
Lega. Il mio nome, il mio prestigio, il mio saper pensare, saper
scrivere, possono servire, ma questo soltanto: servire . Per i politici
contano soltanto i “politici”, e coloro che si mettono al servizio dei
politici nella speranza di diventarlo a loro volta. A poco a poco hanno
ridotto anche i giornalisti ad essere sacerdoti dei politici e che
sperano di diventare politici. Il loro mondo è del tutto distaccato da
quello dei cittadini: qualsiasi cosa facciano la fanno per ottenere
voti, per aumentare il peso del proprio Partito, per progettare il
futuro della propria carriera o, al massimo, per alimentare il loro
inesausto bisogno di denaro, di fama, di adorazione delle folle,
di Potenza e di Potere in confronto agli altri politici. Per il fatto
stesso che io non ho mai voluto possedere nessuna “tessera”, non ho mai
voluto appartenere a nessuno, a nessuna organizzazione, non ho mai
voluto fare carriera politica, i politici intuiscono, anche quando non
sono in grado di capire i miei motivi, che è bene tenermi lontana dal
potere, non farmi mettere neanche un piede nel recinto degli dei.
Un’ultima cosa, signor Brunati, per quanto riguarda la Lega.
Io non tradirò mai l’Italia e gli Italiani. Crede forse, il signor
Brunati, che la musica di Vincenzo Bellini, che la “Casta Diva”, non
sia italiana perché Bellini è nato a Catania? Che Verga o Pirandello
non siano delle purissime intelligenze italiane perché sono nati in
Sicilia? Bossi rivendica la sua appartenenza alla cultura dei Celti.
Forse ignora che Milano l’hanno fondata i Romani, che Parigi l’hanno
fondata i Romani, che Londra l’hanno fondata i Romani, che Vienna
l’hanno fondata i Romani; che non c’è ponte, in Europa, non c’è strada,
non c’è stadio, non c’è muro, non c’è Torre, non c’è Foro, non c’è
Diritto, non c’è Lingua, che non siano stati creati dai Romani…
Roma, 12 Dicembre 2007
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