editoriale

Risposte alle lettere

di Ida Magli 
ItalianiLiberi | 12 Dicembre 2007


(Risposta a Michele Brunati)

  Il problema del rapporto con la Lega è molto difficile da spiegare ai miei lettori, senza narrare qualcosa di quello che ho fatto. Subito dopo la firma del trattato di Maastricht, quindi nel 1994, ho avuto un incontro con Bossi durante il quale ho cercato di spiegargli quali fossero le conseguenze del progetto di unione europea e di moneta unica, pregandolo di fare in modo da tenerne fuori l’Italia. Bossi mi ha ascoltato con attenzione, poi, di fronte alle sue perplessità, gli ho anche detto: tenetevi le vostre poltrone, i vostri stipendi, i vostri privilegi. Si sa che è difficile disfare le istituzioni: è sufficiente perciò che non facciate nulla; lasciate le cose come stanno, senza sviluppare o mandare avanti nessun progetto. Appena verrà il momento di abbandonare la lira, si potrà cominciare a prendere posizione dando battaglia. Dopo di allora i miei rapporti con la Lega sono stati sempre amichevoli, ma quello che chiede il signor Brunati è un’altra cosa, e io desidero chiarirla definitivamente.
 L’Unione europea è la causa principale, e per molti aspetti determinante, dell'agonia della civiltà italiana, un’agonia che presto, prestissimo anzi, salvo che qualcuno combatta con tutte le forze per arrestarla, giungerà alla sua fine. Non credo che nessuno dei lettori accetterebbe le cure di un medico che ignori la causa della sua malattia, ma anzi volontariamente non faccia diagnosi imponendogli farmaci che la fanno progredire. Ebbene, è questo che stanno facendo, ormai da molti anni, i nostri politici, ivi inclusa la Lega. I Sindaci non vogliono unire in matrimonio i clandestini? Giustissimo. Ma in Italia ci sarebbero pochi clandestini se i confini fossero chiusi a tutti, da qualsiasi paese provengano, e si mettessero in atto le molte possibilità di controllo date dai mezzi moderni: navi, aerei, satelliti, polizia di frontiera armata, ecc. per prevenirne l’ingresso. Nessun Sindaco, però, neanche quelli leghisti, è sceso in piazza per chiedere la chiusura dei confini. Chiedono che ogni straniero dimostri di avere un minimo reddito: questo è l’unico “valore”, il denaro, con il quale si valuta l’Italia, la terra, la patria, la storia, la cultura, l’arte, la lingua, la religione, di un popolo. In questi giorni entreranno a far parte dell’UE altri nove Stati e sarà firmato il nuovo trattato costituzionale europeo: nessuno ce ne ha parlato, nessuno protesta, neanche la Lega, contro una dittatura che non ha pari in nessuna parte del mondo: obbligare i cittadini ad obbedire ad  una costituzione di cui non conoscono neanche i contenuti.
 Il signor Brunati ritiene che io sia attaccata eccessivamente alle mie idee e che dovrei, per amore dell’Italia, piegarmi a qualche compromesso. I compromessi sono possibili, e io li accetterei di buon grado, se, nel caso di cui stiamo discutendo, non fossero costituiti dalla negazione dell’unico strumento che la specie umana possieda per vivere: il sistema logico. La relazione fra causa ed effetti. E’ una relazione assoluta, posta dalla natura come le leggi della fisica, quelle stesse leggi per le quali il signor Brunati, così come  ogni guidatore, sa che se non frena alla giusta distanza da un ostacolo, certamente andrà a sbattervi. Ebbene è questo che i politici pretendono quando esercitano il Potere: di essere al di là delle leggi della fisica, al di là delle leggi della logica. Per questo essi costituiscono il maggiore pericolo per i popoli: perdono il senso della realtà; si sentono e si comportano da “onnipotenti”, da “Dei”. E’ questo, tanto per fare un esempio evidente, che spinge Bossi a “offrire l’acqua viva della sorgente del Po” a se stesso. E per me è sufficiente a farmi fuggire con orrore. Salvo la differenza fra il suo immensamente più piccolo Impero, diventare “come un Dio” è stata sempre l’aspirazione di ogni condottiero, imperatore, faraone, che ha spinto i popoli alla distruzione. Non è con la parola “ democrazia “ che ci si salva. E in Italia, così come in Europa, la democrazia è soltanto una parola dietro la quale si è costituita la più ferrea dittatura. Come in tutte le dittature vige la massima censura sull’informazione: di quello che fanno i dittatori nella Torre di Bruxelles, ai cittadini non viene detto nulla. I giornalisti si sono  adeguati a questo silenzio con una sottomissione che sembrerebbe impossibile in una società come quella attuale. Questa, però, è purtroppo la realtà. Non si alza neppure una voce, neanche fra quelle più roboanti, a chiedere il perché del silenzio sull’Europa,  a pretendere almeno uno, un solo dibattito sull’Europa. 
 E’ evidente, del resto, che il signor Brunati non conosce i politici. La distanza  fra chi detiene il Potere e i cittadini, anche quelli in apparenza  più stimati e rispettati, è assoluta. E’ vero che soltanto la Lega ha chiesto qualche volta la mia collaborazione. Mai nessun altro, caro signor Brunati, checché lei ne pensi, né a sinistra né a destra, ivi compreso Berlusconi, ha pensato che io potessi essere consultato almeno come “esperto” visto che sono un professore universitario di Antropologia. I politici sanno bene quali “esperti” possono utilizzare “come esperti per i loro bisogni”. Mai una mia idea, una mia proposta è stata ritenuta utile, è stata adottata in nessun modo, neanche dalla Lega. Il mio nome, il mio prestigio, il mio saper pensare, saper scrivere, possono servire, ma questo soltanto: servire . Per i politici contano soltanto i “politici”, e coloro che si mettono al servizio dei politici nella speranza di diventarlo a loro volta. A poco a poco hanno ridotto anche i giornalisti ad essere sacerdoti dei politici e che sperano di diventare politici. Il loro mondo è del tutto distaccato da quello dei cittadini: qualsiasi cosa facciano la fanno per ottenere voti, per aumentare il peso del proprio Partito, per progettare il futuro della propria carriera o, al massimo, per alimentare il loro inesausto bisogno di denaro, di  fama, di adorazione delle folle, di Potenza e di Potere in confronto agli altri politici. Per il fatto stesso che io non ho mai voluto possedere nessuna “tessera”, non ho mai voluto appartenere a nessuno, a nessuna organizzazione, non ho mai voluto fare carriera politica, i politici intuiscono, anche quando non sono in grado di capire i miei motivi, che è bene tenermi lontana dal potere,  non farmi mettere neanche un piede nel recinto degli dei.
 Un’ultima cosa, signor Brunati, per quanto riguarda la Lega. Io non tradirò mai l’Italia e gli Italiani. Crede forse, il signor Brunati, che la musica di Vincenzo Bellini, che la “Casta Diva”, non sia italiana perché Bellini è nato a Catania? Che Verga o Pirandello non siano delle purissime intelligenze italiane perché sono nati in Sicilia? Bossi rivendica la sua appartenenza alla cultura dei Celti. Forse ignora che Milano l’hanno fondata i Romani, che Parigi l’hanno fondata i Romani, che Londra l’hanno fondata i Romani, che Vienna l’hanno fondata i Romani; che non c’è ponte, in Europa, non c’è strada, non c’è stadio, non c’è muro, non c’è Torre, non c’è Foro, non c’è Diritto, non c’è Lingua, che non siano stati creati dai Romani…

Roma, 12 Dicembre 2007

 
  
EMAIL posta@italianilberi.it
04/12/2007
da: Michele Brunati

  Nel suo recente articolo "Il Potere e noi", lei si aspetta dei suggerimenti, delle proposte, o anche dei rimproveri da parte dei lettori sul fatto che il Partito degli Italiani, quello della nostra salvezza, non riesce a decollare.
Mentre lei da diversi anni continua a lamentarsi (giustamente) di questa Europa di faccendieri e dei tradimenti perpetrati dai nostri governanti, la situazione continua incessantemente a peggiorare. Il sottoscritto, su questo tema di alto profilo, cioè salvare gli Italiani da questi tiranni travestiti da "democratici", le ha scritto più e più volte consigliandola di valutare qual è lo schieramento politico già ben organizzato e dinamico (cioè che si dà da fare...) che più si avvicina a quanto lei vorrebbe fare col "suo/nostro" partito che non nasce.
 
Non le sembra che la Lega Nord sia la più vicina a quanto lei va predicando da sempre? La prego di non guardare le piccole diversità che sicuramente ci possono essere tra lei e quel movimento. O facciamo tutto in proprio, oppure cerchiamo di adattarci a ciò che troviamo già attivo e a noi più vicino. Le sue battaglie spesse volte coincidono con quelle di Borghezio: solo che lei le fa seduta a tavolino e Borghezio nelle piazze a farsi arrestare. Non è forse meglio valorizzare quel 90% delle idee che coincidono piuttosto che evidenziare sempre quel 10% che vi separa? Io non credo che in Italia ci sia un movimento più determinato della Lega Nord nel cercare di perseguire i propri obiettivi. È inutile che io glieli elenchi perché sono noti a tutti, come è noto a tutti che tanti leghisti sono stati indagati, processati e condannati per le proprie idee e non per attività sovversive dell'ordine costituito.
 
Mi sa dire lei se al giorno d'oggi di politici così tosti e risoluti ne possiamo trovare altri sulla piazza? Lei si ostina a confidare in Berlusconi come se fosse il cavaliere senza macchia e senza paura. Lo lasci perdere. È un cavallo zoppo che non riuscirà mai a concludere nulla di ciò che a lei e a noi sta a cuore. Basta non dimenticare che, quando era al governo, ha firmato lui per l'Italia la carta costituzionale dell'Europa descrivendola in toni entusiastici. È quello che ha lasciato ai suoi la libertà di voto sull'indulto e che non ha mai fatto una critica, che sia una, alle "direttive" europee che mirano all'annullamento delle identità dei popoli. Ha solo fatto qualcosa perché fossero ampliati i parametri di Maastricht in modo da dare respiro alla nostra economia, parametri che peraltro stavano stretti anche alla Francia e alla Germania. Tutto qui. Da un gabbamondo così cosa possiamo mai aspettarci?
Per salvare il salvabile bisogna muoverci subito perché siamo in pericoloso ritardo e per ottenere ciò ci vogliono uomini ben determinati, non ominicchi da quattro soldi come i damerini di Forza Italia (o come diavolo si chiama ora)!
 
Io non ho ancora capito bene che cosa lei trovi di così disdicevole nella Lega Nord, tanto da rinunciare a qualsivoglia azione che porti alla nostra salvezza. Ma non stia lì a guardare se, tra le cose che servono alla nostra causa, il Carroccio ci mette anche l'autogestione del Nord o il federalismo fiscale! E allora? Con la gestione centralizzata della ricchezza prodotta dalla nazione (e con gli sperperi che ci vengono segnalati ogni sera dal Gabibbo), le nostre finanze non possono fare altro che ridursi allo sfacelo. E poi, non le sembra più che giusto che la maggior parte dei soldi guadagnati col lavoro, e non con l'intrallazzo, stiano nelle mani di chi li produce? Nonostante le ostilità della "dominazione centrale", stanno allargandosi a macchia d'olio i paesi del nord-est dove i sindaci leghisti (subito indagati) negano la residenza a chi non ha un lavoro e una casa. Non le sembra un atto coraggioso verso la sicurezza dei propri concittadini nel proteggerli dalle contaminazioni dei perditempo e dei nullafacenti che il sinistro governo delle sinistre, in pieno accordo con l'Europa "allargata", ha legittimato con l'apertura incontrollata delle frontiere? Chi altri ha il coraggio di fare ciò?
 
Per essere propositivo, non mi resta che riproporle ciò che le avevo suggerito già da qualche tempo. Si faccia avanti verso il movimento leghista nel dare il suo consenso e nel partecipare alla composizione del gruppo dirigente. Riprenda a scrivere le sue idee sul giornale La Padania e vedrà che la gente del Nord, quella vera, sarà dalla sua parte. Lei stessa in più occasioni ha avuto modo di dire che i leghisti le vogliono bene e che hanno sempre applaudito i suoi interventi a Radio Padania. Ma che cosa vuole di più per essere bene accolta? Certo un po' di pazienza bisogna pur averla per potersi inserire in una organizzazione già precostituita: non si può mica pretendere subito di comandare... Ma le alternative non sono molte. O ci si organizza in proprio, ma abbiamo visto che ciò è impraticabile, oppure si scarta la Lega e si sceglie qualche altro partito di quaquaraquà, abili solo nel perseguire i loro tornaconti personali.
 
Sarebbe proprio il colmo se, a causa di alcune piccole differenze di vedute, si rinunciasse ad un seppur timido tentativo di salvare la nostra storia, la nostra libertà, e la nostra identità di popoli italici.
Non è detto che con il suo fattivo appoggio al Carroccio le cose andranno sicuramente per il giusto verso. Però almeno faccia in modo che un giorno possa dire ai suoi nipotini o a chi per loro che non si è dedicata solo alle lamentele manifestate dietro una scrivania, ma che almeno un tentativo l'ha fatto e che non si è arresa cosi, senza opporre resistenza.
     
  
 
 
  

 

 
 
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