Dobbiamo
convincerci che esiste un disegno politico preciso, un progetto che ha
cominciato ad essere messo in atto contemporaneamente a Maastricht, per
togliere all'Occidente europeo il suo connotato di diversità,
allo scopo di realizzare una società europea che coincida con il
territorio geografico di tutto il Continente. La parte asiatica, che si
vorrebbe far giungere fino ad Israele per poter così includere
gli Ebrei e l'Ebraismo nel connotato religioso di questa Europa,
è ovviamente quella che non somiglia per nulla all'Occidente,
alle sue caratteristiche culturali, psicologiche, storiche, artistiche,
politiche, ma è proprio questo il punto: siamo noi, i diversi,
che dobbiamo omogeneizzarci con l'Oriente, lasciandoci penetrare e
trasformare. Con l'Unione Europea si cancellano le Nazioni e le Patrie,
ma soprattutto si avvia il processo di unificazione con il territorio
geografico e politico orientale. Il fattore-guida, però, sono le
religioni perché il progetto politico di cui parlavo è
nato in funzione delle religioni, o meglio in funzione della Germania
(che è di fatto il Capo dell'Unione Europea) nel suo rapporto
con gli Ebrei. Ma, una volta messi al sicuro gli Ebrei, la religione
più forte nell'Oriente europeo è l'Islamismo e dunque
bisogna lasciare il passo all'Islamismo. I motivi di questa scelta sono
molti, ma indico qui soltanto i due più importanti: sottomettere
la laicità e l'irreligiosità dell'Occidente e al tempo
stesso far convergere tutte le differenze religiose presenti in Europa
nel tessuto dal quale sono nate, l'Antico Testamento. La Germania si
rallegra: è piena di Turchi musulmani e ha un Papa tedesco dalla
sua.
A noi, poveri cittadini, però, di questo progetto non è
stato detto nulla (come annunciare ai popoli che si è
programmato il loro suicidio?) ed è per questo che continuiamo a
meravigliarci ogni giorno di quello che succede e che ci appare
assurdo. Siamo invasi da clandestini che giungono da tutte le parti ma
i nostri governanti li amano a dismisura; i musulmani aumentano di
continuo il proprio potere ma la Chiesa li protegge; oggi è la
volta dei frati che regalano una moschea, ieri era di scena la
questione del «velo», l'altro ieri quella dei crocefissi,
fino a giungere alle reprimende islamiche nei confronti di un discorso
del Papa e al perdono che è stato benevolmente concesso alle sue
scuse. Questo episodio dovrebbe aver aperto gli occhi anche a quelli
che li tengono più chiusi su quello che sta succedendo e di cui
nessuno ci informa: il Cristianesimo si appresta a diventare una
«corrente» nell'ambito dell'Antico Testamento, la
più debole e l'unica che deve cambiare quasi tutto del proprio
assetto teologico e della propria storia in quanto gli Ebrei sono forti
per definizione e i Musulmani sono forti perché sono tanti e non
temono di affermarlo e di imporlo.
Nel caso non fossimo disposti a suicidarci, cosa possiamo fare? Dalla
Chiesa-Istituzione non possiamo sperare nulla. È cominciato ieri
il Congresso della Chiesa Italiana, pura operazione di immagine, che
non accenna neanche a uno dei problemi reali che incombono. Dai
cattolici possiamo aspettarci poco perché non possono credere, e
li si può capire, che sia in atto un simile tradimento.
Bisognerebbe che ci fosse fra i consacrati almeno un Savonarola a
prendere la parola e guidare dal basso i fedeli. Ci sarà? I
laici farebbero bene comunque a non aspettarlo e a cominciare a gridare
la loro protesta. Qui non si tratta di essere religiosi
«osservanti», ma di combattere per salvare la propria
identità storica, la propria indipendenza politica, la propria
libertà di pensiero davanti all'assalto del Sacro. È il
Sacro infatti quello che già sta dominando nelle nostre cronache
quotidiane: il Sacro più temibile, quello dell'Antichità,
quello della mentalità orientale, quello della sottomissione.
Questo vuol dire la parola islam: «sottomissione».
il
Giornale del 17-10-06 pagina 1
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