editoriale

Reconquista musulmana

di Ida Magli
il Giornale | 17 Settembre 2006




Dobbiamo convincerci che esiste un disegno politico preciso, un progetto che ha cominciato ad essere messo in atto contemporaneamente a Maastricht, per togliere all'Occidente europeo il suo connotato di diversità, allo scopo di realizzare una società europea che coincida con il territorio geografico di tutto il Continente. La parte asiatica, che si vorrebbe far giungere fino ad Israele per poter così includere gli Ebrei e l'Ebraismo nel connotato religioso di questa Europa, è ovviamente quella che non somiglia per nulla all'Occidente, alle sue caratteristiche culturali, psicologiche, storiche, artistiche, politiche, ma è proprio questo il punto: siamo noi, i diversi, che dobbiamo omogeneizzarci con l'Oriente, lasciandoci penetrare e trasformare. Con l'Unione Europea si cancellano le Nazioni e le Patrie, ma soprattutto si avvia il processo di unificazione con il territorio geografico e politico orientale. Il fattore-guida, però, sono le religioni perché il progetto politico di cui parlavo è nato in funzione delle religioni, o meglio in funzione della Germania (che è di fatto il Capo dell'Unione Europea) nel suo rapporto con gli Ebrei. Ma, una volta messi al sicuro gli Ebrei, la religione più forte nell'Oriente europeo è l'Islamismo e dunque bisogna lasciare il passo all'Islamismo. I motivi di questa scelta sono molti, ma indico qui soltanto i due più importanti: sottomettere la laicità e l'irreligiosità dell'Occidente e al tempo stesso far convergere tutte le differenze religiose presenti in Europa nel tessuto dal quale sono nate, l'Antico Testamento. La Germania si rallegra: è piena di Turchi musulmani e ha un Papa tedesco dalla sua.
A noi, poveri cittadini, però, di questo progetto non è stato detto nulla (come annunciare ai popoli che si è programmato il loro suicidio?) ed è per questo che continuiamo a meravigliarci ogni giorno di quello che succede e che ci appare assurdo. Siamo invasi da clandestini che giungono da tutte le parti ma i nostri governanti li amano a dismisura; i musulmani aumentano di continuo il proprio potere ma la Chiesa li protegge; oggi è la volta dei frati che regalano una moschea, ieri era di scena la questione del «velo», l'altro ieri quella dei crocefissi, fino a giungere alle reprimende islamiche nei confronti di un discorso del Papa e al perdono che è stato benevolmente concesso alle sue scuse. Questo episodio dovrebbe aver aperto gli occhi anche a quelli che li tengono più chiusi su quello che sta succedendo e di cui nessuno ci informa: il Cristianesimo si appresta a diventare una «corrente» nell'ambito dell'Antico Testamento, la più debole e l'unica che deve cambiare quasi tutto del proprio assetto teologico e della propria storia in quanto gli Ebrei sono forti per definizione e i Musulmani sono forti perché sono tanti e non temono di affermarlo e di imporlo.
Nel caso non fossimo disposti a suicidarci, cosa possiamo fare? Dalla Chiesa-Istituzione non possiamo sperare nulla. È cominciato ieri il Congresso della Chiesa Italiana, pura operazione di immagine, che non accenna neanche a uno dei problemi reali che incombono. Dai cattolici possiamo aspettarci poco perché non possono credere, e li si può capire, che sia in atto un simile tradimento. Bisognerebbe che ci fosse fra i consacrati almeno un Savonarola a prendere la parola e guidare dal basso i fedeli. Ci sarà? I laici farebbero bene comunque a non aspettarlo e a cominciare a gridare la loro protesta. Qui non si tratta di essere religiosi «osservanti», ma di combattere per salvare la propria identità storica, la propria indipendenza politica, la propria libertà di pensiero davanti all'assalto del Sacro. È il Sacro infatti quello che già sta dominando nelle nostre cronache quotidiane: il Sacro più temibile, quello dell'Antichità, quello della mentalità orientale, quello della sottomissione. Questo vuol dire la parola islam: «sottomissione».

il Giornale del 17-10-06 pagina 1

 
 
  
 
 
  

 

 
 
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