Dai
dati del sondaggio effettuato in questi giorni su quello che gli
italiani pensano nei confronti dell'immigrazione musulmana, risulta con
grande evidenza l'assoluto distacco di coloro che guidano la
società italiana - membri del governo, politici, opinionisti,
sacerdoti - da ciò che la maggioranza dei cittadini pensa,
sente, desidera, soffre. Sì, soffre. Soffre perché non
riesce a capire i motivi del comportamento dei leader, un comportamento
che anche soltanto alla luce del buon senso appare distruttivo degli
interessi degli italiani, di tutto ciò che essi possiedono e che
hanno conquistato con le fatiche, le lotte, le passioni, le angosce di
lunghissimi secoli. Nessun popolo, infatti, quanto quello italiano ha
dovuto aspettare oltre 1500 anni per possedere l'indipendenza del
proprio territorio, la libertà dal potere degli stranieri e del
Papato, e non riesce a spiegarsi come mai adesso lo si spinga ogni
giorno di più a perdere questa libertà così
duramente conquistata, a doversi rallegrare nel veder giungere frotte
di stranieri ad impadronirsene e a imporre valori religiosi del tutto
alieni a quelli cristiani.
Su questo aspetto dell'islamismo nessuno, tranne (in apparenza) i
politici, si fa illusioni: i musulmani non possono accettare i
«valori» di una cultura diversa dalla loro perché la
religione è tutta la loro cultura, non soltanto una parte.
Allora perché i politici vogliono a tutti i costi farli arrivare
da noi? Perché, per esempio, non si chiudono i confini,
piuttosto che spendere immense forze e denaro ad inseguire i
clandestini quando sono già entrati nel nostro territorio?
Perché sembrano essere i sacerdoti, gli insegnanti, gli
amministratori comunali a spingere gli italiani a rinunciare ai segni
della religione cristiana per rispettare quelli musulmani?
I cittadini non riescono a trovare una spiegazione logica a questa
politica ma non riescono a trovarla perché nessuno ha voluto
fino ad oggi dire loro chiaramente che tutto quello che viene fatto ha
come unico scopo la formazione dell'Unione Europea. L'Unione Europea, a
sua volta, non è fine a se stessa, ma ha come suo scopo ultimo
l'unificazione euro-afro-mediorientale. Per questo vengono messi in
primo piano i diritti degli individui: per eliminare le nazioni, le
società, le patrie, insomma i popoli. Soltanto così i
governanti possono sperare di unificare quello che di per sé
è impossibile unificare. Unificare nel senso che intendono loro,
naturalmente: con le carte geografiche stese sul tavolino, con le cifre
del prodotto interno lordo, ossia sommando numeri, non popoli. Si
vedrà allora che i musulmani sono già adesso maggioranza
e sempre più lo saranno con l'altissima prolificità; dato
poi che tenerli buoni non è così facile come è
facile con i cristiani, tanto vale che i cristiani si abituino subito a
dar loro ragione.
Qualcuno si è forse stupito delle affermazioni fatte in questi
giorni da Gianfranco Fini? Niente Dio, niente Patria, niente famiglia?
È evidente che per Fini la «società» non
esiste; esistono appunto soltanto gli individui. Ma il motivo è
proprio questo: vuole scalare l'Unione Europea. Così come ha
sempre fatto e continua a fare Prodi. Degli italiani non importa nulla
a nessuno di coloro che comandano e neanche del futuro: hanno oggi la
loro ricompensa in potere, in denaro, in prestigio. Sul loro impero il
sole quasi non tramonta e «dopo di me, il diluvio!».
il
Giornale del 29-12-06 pagina 1
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