Caro Berlusconi, così non va.
Noi non vogliamo perdere la bella tensione immessa nella gente di Forza
Italia dalla ruvida sincerità e dallo stile inaugurato da
Guzzanti. Ma non lo capisce che senza aggressività si è
belli che vinti? E l’aggressività consiste nel dire sempre
no, votare sempre no, se vuole che qualcuno abbia ancora fiducia in lei
e nella possibilità di far cadere il governo delle sinistre. Si
leggono bei progetti di riorganizzazione del partito, si parla di
congressi, di nuove strutture per essere più vicini alla gente
come se avessimo chissà quanto tempo davanti, e soprattutto come
se avessimo infinite riserve di pazienza. Non è così.
Prima di tutto perché la situazione internazionale e quella
italiana impediscono di fare progetti di tal genere. Non lo vede che,
per voler conquistare il palcoscenico di chi è più
potente a livello internazionale (arrivano i Cinesi, arrivano i
Giapponesi, i Tedeschi ci hanno ripensato), si sta preparando una
situazione esplosiva intorno alla questione del Libano dalla quale
appare ormai abbastanza chiaramente che si finirà in
chissà quali conflitti? Bisogna votare no alla missione in
Libano perché questa è la decisione più razionale
che si possa prendere in funzione della salvaguardia degli Italiani e
quella che metterà in crisi il governo Prodi. Punto e basta. Gli
Italiani, compresi i Soldati, gliene saranno grati.
Lei abbia cari quelli che le dicono le cose che non
vorrebbe sentirsi dire, perché sono questi i veri amici: quelli
che criticano il proprio partito, i propri capi e lo fanno a viso
aperto, cominciando, come si è soliti fare in qualsiasi progetto
scientifico, nel dirle in che cosa ha sbagliato quando era al
Governo. Impegnare un anno nel realizzare il Federalismo voluto da
Bossi, per esempio: se avesse fatto dei veri sondaggi, e non
quelli che le danno soltanto buone notizie, avrebbe saputo che agli
Italiani non piaceva sia perché non hanno dimenticato la
volontà di secessione che si nasconde dietro il federalismo
bossiano, sia perché l’amore per l’Italia come
Patria e come identità è molto aumentato da quando con le
imposizioni della unione europea e con l’invasione musulmana, gli
Italiani hanno capito che la patria stanno per perderla.
Adesso, poi, si sentono progetti di organizzazione del
partito partendo “dallo spirito del ’94“. Possibile
che nessuno in Forza Italia capisca che c’è un abisso
dalla condizione del ’94 ad oggi? L’attacco alle Torri
Gemelle avrebbe dovuto costringere tutti i governanti a rivedere i
propri piani, cosa che invece nessuno ha fatto, a cominciare del
pachiderma unione europea. Lo spirito del ’94 può servire
soltanto se si esercita la forza e la volontà di vincere nei
confronti della situazione odierna, ossia facendo cadere il più
presto possibile il governo dei Comunisti e impedendo che la
presenza dei Musulmani e le leggi a loro favore aumentino.
Berlusconi deve rendersi conto che, una volta emanate, certe leggi,
come per esempio quella dei diritti religiosi, quella della
proprietà edilizia, quella del voto e della cittadinanza, nessun
nuovo governo le potrà eliminare. Non si possono eliminare, sia
perché provocherebbero ribellioni e conflitti fortissimi, sia
perché alcuni loro effetti sono irreversibili. Dunque non
possiamo aspettare né cinque anni, né un anno, ma neanche
un giorno; dobbiamo ripeterci ogni mattina: “oggi, oggi, lo
faremo cadere“.
Le manifestazioni a favore del Ponte sullo stretto sono una
ennesima prova che la Destra non possiede la minima
sensibilità per la realtà geografica, per la bellezza
fisica, storica, culturale dell’Italia e per la sua indipendenza.
Il Ponte sullo stretto così come il Tunnel sotto le Alpi sono
mostri finanziati dall’unione europea per distruggere
l’Italia-Nazione e Stato autonomo riducendola a corridoio.
Sì, non sono le opere-corridoio, ma
l’Italia-corridoio, che collega e stabilisce
l’unità dell‘Europa con l’Africa,
annientandosi.
Si sente anche discutere di progetti per una migliore
“comunicazione“ del Partito con la gente, per farsi
conoscere meglio sia politicamente che culturalmente. Bene. Ma se
c’è una cosa che sbalordisce è proprio che chi
possiede tutti i mezzi di comunicazione possibili, non si chieda come
mai di fatto “non comunichi“. Sia permesso ad un
antropologo, un antropologo che per giunta ha scritto per molti anni
insieme a Forattini, a Guzzanti, a Baget Bozzo, sul quotidiano
“la Repubblica“, considerato fin dalla sua nascita un
giornale davvero nuovo nella forma e nello stile, di dire
brutalmente la verità: a Forza Italia manca il senso che le
convinzioni arrivano nell’aria, nell’insieme del modello
culturale, senza nessuna pedagogia diretta, ma con una Forma che
è data dalla profondità delle idee critiche, dalla
bellezza che queste assumono quando sono intellettualmente vere. E
durissime.
Roma,
24-09-06 ItalianiLiberi
|