Se il
Papa fosse un cittadino dell'Unione Europea sarebbe già iniziata
la procedura per un mandato d'arresto europeo nei suoi confronti. Non
stiamo scherzando: l'Unione Europea ha vagheggiato un mondo perfetto
nel quale è reato criticare o esprimere un giudizio che possa
offendere la razza, la cultura, la religione sia di un individuo che di
un popolo. È un progetto fuori dalla realtà, almeno per
quanto riguarda il mondo musulmano, e la vicenda che ha coinvolto in
questi giorni Ratzinger lo dimostra. Il Papa si è visto
costretto a giustificare il suo pensiero, a scusarsi con i musulmani (i
musulmani in generale, non i terroristi) delle parole che ha detto.
Parole, solo ed esclusivamente parole. Non minacce, non ingiurie, non
armi. Siamo in molti a pensare che non avrebbe dovuto piegarcisi; ma la
conclusione da trarre è comunque questa: che la figura
più rappresentativa della storia dell'Occidente (storia
effettiva, a prescindere da credenti e non credenti) non può
più dire nulla senza temere di venire interpretato in senso
negativo dai musulmani e scatenare così non si sa quali
ritorsioni.
I governanti, i leader occidentali debbono convincersi che il mondo
musulmano sa di avere già vinto, ed è per questo che
reagisce al livello del Capo della Chiesa. Come si può pensare
che così fedeli al loro credo come sono, i musulmani nutrano
della stima verso coloro che, pur di instaurare il famoso
«dialogo», hanno rinunciato a difendere ciò che di
più prezioso possiedono: Gesù? Gesù si è
ribellato al regime dell'Antico Testamento, al concetto di
impurità, all'uccisione degli animali, all'offerta del prepuzio,
alla tabuizzazione delle donne (lo dico per coloro che ancora non lo
sapessero: il peggio dell'islamismo consiste nell'essersi agganciato ai
primi cinque libri dell'Antico Testamento).
Sia permesso ad una donna contestare a sua volta al Papa di aver
condannato l'Occidente, e condannato perché dà scandalo
alle popolazioni dell'Africa e dell'Oriente secondo quanto hanno
lamentato i suoi vescovi, invece di condannare i musulmani. Sono di
sesso maschile quei vescovi, caro Papa, e ciechi come sono sempre stati
i maschi, missionari, viaggiatori, etnologi, antropologi che si sono
recati in quei Paesi. Non vedono che le donne sono delle bestie da
soma, che zappano con un figlio sulle spalle, uno in pancia e due
aggrappati alle vesti, che procreano e allattano in continuazione anche
se quasi senza cibo, considerate impure a causa delle mestruazioni, a
milioni mutilate della clitoride e con la vagina cucita per il timore
che i maschi hanno dell'apertura del corpo femminile, analfabete e
prive di qualsiasi diritto. No, questo non lo vedono, e non gridano
allo scandalo. Ma io so che se in questo momento sto scrivendo quello
che sto scrivendo, lo devo a Gesù. L'Occidente certamente ha
molte colpe ma i diritti delle donne non sono dovuti all'Illuminismo,
alla scoperta del Soggetto, perché alle donne la libertà,
la parità, la voce con la quale sono state le prime a
testimoniare per Lui, ad avviarsi al patibolo lodandolo per averle
fatte degne «di morire per lui come i maschi» gliele ha
date Gesù.
L'Occidente, dunque, riprenda contatto con la realtà. Il mondo
non diventa perfetto quando i governanti decidono che lo deve
diventare. Bisogna reagire con forza, che si sia credenti oppure no,
perché qui è in gioco la nostra libertà
territoriale e politica. L'umiliazione inflitta oggi al Capo della
Chiesa è l'ultimo avviso per l'Occidente: o la smette subito di
voler sembrare stupidamente «buono» oppure presto
dovrà o diventare musulmano o difendersi con le armi.
il
Giornale del 18-09-06 pagina 1
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