Siamo
governati in base al principio di contraddizione. O meglio: il
principio di contraddizione è quello che permette ai nostri
governanti di esercitare il massimo del proprio potere su ogni singolo
cittadino fingendo invece di esservi costretto per garantire la nostra
sicurezza. Facciamo soltanto alcuni esempi. Gli immigrati clandestini
imperversano; si fanno addirittura dei muri all'interno delle nostre
più nobili e belle città, ma non esistono confini
(figurarsi muri) fra le varie Nazioni dell'Unione Europea così
che chiunque può entrare in Italia, stabilirvisi, acquistare
terreni ed edifici, usufruire dei nostri servizi sanitari e scolastici.
Ovviamente questo significa anche che un clandestino entrato, per
esempio, in Spagna, prende allegramente il treno e sbarca a Milano o in
qualsiasi altra città senza che nessuno gli chieda documenti.
In altri termini, si fa il contrario di quello che con il semplice buon
senso siamo soliti fare per arrestare le acque di un fiume che
straripa: togliamo gli argini. La Francia al tempo degli attacchi
terroristici in Spagna aveva ripristinato i propri confini, sospendendo
il trattato di Schengen, il più scellerato dei trattati contro
le patrie e contro il diritto di ogni cittadino di possedere il proprio
territorio e di vivervi al sicuro. Noi non sappiamo se la Francia abbia
mantenuto questa sospensione perché il fatto fondamentale che
caratterizza l'Unione Europea è il silenzio che la circonda. In
confronto, sembrerebbe che la nostra patria e i nostri interessi siano
collocati nella striscia di Gaza, della quale sappiamo minuto per
minuto quello che la riguarda. Sarebbe sufficiente questa concorde
volontà di tenerci all'oscuro a darci la certezza che tutto
ciò che viene deciso a livello di Unione Europea, è
contro di noi.
Ma il sistema basato sul principio di contraddizione riguarda molte
altre decisioni europee delle quali a stento trapela qualche notizia,
senza neanche il minimo dubbio che debbano essere sottoposte alla
discussione e al giudizio dei cittadini. Due fatti sono di questi
giorni. Il primo è il silenzio che ha circondato un fatto
clamoroso: la sospensione fino al 2009 dell'approvazione da parte del
governo tedesco della Costituzione europea (ne ha scritto Alessandro
Caprettini sul Giornale). Proprio così: dopo la bocciatura della
Francia e dell'Olanda e il rinvio ad un futuro senza data da parte
della Gran Bretagna, se manca l'approvazione della Germania che senso
può avere questa Costituzione? Nel frattempo, però, si va
avanti come nulla fosse a fingere che l'Ue esista. Esista con una sua
politica estera (supportata con protervia da Prodi) ma purtroppo priva
di forze militari sufficienti, come lamentano, chiedendo sempre
più soldi, gli esponenti della Commissione. Esista approvando o
disapprovando la manovra finanziaria del governo italiano, cosa di cui
va fiero l'animo servo dei nostri governanti, come se non sapessero che
l'Ue non può fare altro che fingere di possedere il potere di
approvare o disapprovare. Che ne sarebbe dell'Europa, infatti, senza
l'Italia? Dove collocherebbe i confini? Per questo ci ha dato tanti
fondi per il famoso «corridoio» Torino-Lione, a noi del
tutto inutile e dannoso: appropriarsi per sempre del territorio
italiano.
Infine, la decisione più grave (che naturalmente esisteva fin da
quando l'Ue è stata progettata): includere la Turchia. Il signor
Barroso ha fatto la solita finta della faccia feroce dando alla Turchia
«cinque settimane» (non ridete?) per riconoscere Cipro e
per stabilire anche sul suolo turco la sacrosanta libertà
d'espressione, quella sancita dall'Europa che condanna con l'arresto
chiunque giudichi o esprima pareri difformi da quelli politicamente
corretti sulle religioni, sulle razze, sui comportamenti sessuali,
sulla storia nazista, ecc. ecc. Certo che per gli italiani l'ingresso
nel Parlamento europeo e nel territorio, senza confini, di 70 milioni
di musulmani, il problema più grave è quello della
libertà di espressione... D'Alema si è affrettato ad
affermare che la Turchia deve entrare senza ulteriori condizioni,
confortato da tutti gli altri politici, inclusi quelli
dell'opposizione. Dunque, è così. Non possiamo che
constatarlo ancora una volta: i nostri governanti perseguono
l'annientamento della indipendenza e della cultura italiana; vogliono
la sua distruzione e la vittoria di quella musulmana.
Perché?
il
Giornale n. 267 del 11-11-06 pagina 1
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