EDITORIALE

Una idea
grottesca ed infame:
il fascismo islamico

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 14 Agosto 2006

  Non so con sicurezza chi sia stato ad avere un’idea così grottesca ed infame. A quanto si legge su diversi giornali pare che sia stato qualche storico; ma per quanti misfatti siano stati compiuti attraverso i secoli nel falsificare la storia, non sembra possibile giungere a farlo nella contemporaneità, davanti agli occhi di quelli stessi che la stanno vivendo. Eppure è proprio questo che si sta tentando di fare: cambiare totalmente le carte in tavola e fornire interpretazioni false di ciò che accade cambiandone i significati. Inutile soffermarsi sugli strani arrampicamenti sugli specchi compiuti dai commentatori per trovare qualche giustificazione logica alla definizione di “fascisti“ affibbiata ai musulmani ribelli che combattono contro l’Occidente. Giustificazioni logiche non ne esistono e avrebbero dovuto essere proprio gli italiani a negarle se non altro perché quando si parla di fascismo, si parla di loro. Invece no. Come al solito, agli italiani si affibbiano tutti i caratteri deteriori senza neanche la serietà dell’intento. Macchiette siamo in qualsiasi caso, perfino adesso con l’idea che ci sia qualcosa da spartire fra gli italiani e i terroristi musulmani. Peccato che non sia più fra noi il genio di Alberto Sordi: soltanto lui avrebbe saputo cogliere al livello giusto l’amara e grottesca abiezione che ci è stata riservata.
  Dato però che ci hanno costretto ad occuparci di una cosa di cui non avremmo voluto neanche minimamente parlare, diciamo soltanto poche parole nella speranza che i giornalisti si convincano a non far circolare nel linguaggio comune il termine “islamo-fascisti “ che è stato inventato ad un unico scopo: distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla essenza profondamente religiosa della guerra contro l’Occidente dei musulmani ribelli (il terrorismo è soltanto lo strumento di questa guerra). Non sono le religioni che scatenano le guerre, si affannano a ripetere contro ogni evidenza, tutti i Capi, i Leader politici e religiosi del mondo. Adesso, finalmente, si è trovata una via d’uscita. Nessuno certamente ha mai pensato che alla base del fascismo ci fosse una rivendicazione religiosa, dunque si tratta di una azione politica: totalitaria, distruttiva, pericolosa, ma politica. Per giunta a parlar male del fascismo non si offende nessuno (gli italiani sono nessuno): né i tedeschi, né i russi, che pure di totalitarismo forse un pochino più dei fascisti se ne intendevano. Ebbene, questa volta gli italiani non debbono sopportare.
    La storia del fascismo è ancora tutta da scrivere nella sua realtà, ma è certo che se gli italiani vi hanno creduto e l’hanno amato è perché ha fatto per il popolo quello che nessun Re e nessun Papa aveva mai fatto: strade,  scuole, ospedali, sanatori, opera di protezione per la maternità e per l’infanzia, ferrovie, poste, case popolari, colonie marine e montane per i ragazzi, istituzioni di cultura per la letteratura, per il teatro, per la musica, per la scienza. Poi l’idea dell’Impero e le guerre con le catastrofi che ne sono seguite. I Governanti vanno fermati quando cominciano a perdere il senso della realtà, cosa che con il potere succede immancabilmente a tutti, compreso il culto della personalità (del quale gli italiani sono i più esperti al mondo essendo stati governati per tanti secoli dai maggiori cultori della personalità, quasi tutti solennemente canonizzati quali i Papi), le restrizioni del pensiero e della parola nei confronti degli oppositori, e infine le guerre. Di ossessione religiosa nel fascismo non c’è stato assolutamente nulla, anzi. Il Concordato firmato da Mussolini con la Chiesa è di gran lunga migliore di quelli firmati successivamente.
  Veniamo allora alla guerra islamica. L’Islamismo è una religione, con tutta la forza di una religione alla cui verità assoluta i fedeli credono e per la quale sono pronti a combattere e a morire. Noi non riusciamo  a comprenderlo perché non abbiamo più nessuna vera fede religiosa. Il Cristianesimo è una religione di routine ridotta in pratica ad opere umanitarie che  compiono allo stesso modo i volontari di qualsiasi organizzazione, incluse quelle sindacali. E’ sbagliato combattere per obbedire ai precetti della propria religione e per diffonderla? Può darsi. Noi però l’abbiamo creduto e l’abbiamo  fatto per secoli e se adesso Bin Laden chiama “crociati“ gli Americani, noi però  avremmo qualche difficoltà a definire “fascisti“ gli innumerevoli Crociati che hanno combattuto e sono morti per diffondere il Cristianesimo e salvarne la sopravvivenza nell’Europa d’Occidente.
  Nel Corano, il Libro sacro dei musulmani, alcuni precetti sono ben chiari: “Non obbedire ai miscredenti, ma combattili con grande vigore.” (XXV, 54); “Siate inoltre zelanti nel combattere per la causa di Dio come si conviene“ (XXII,77); “Se i vostri padri, i vostri figli, i vostri fratelli, le vostre spose, i vostri parenti, i beni che avete acquistato, il commercio di cui temete la rovina e le abitazioni in cui vi dilettate, vi sono più cari di Dio, del suo apostolo e della guerra nella via di Dio, aspettatevi di vedere Dio emanare il suo ordine di punizione per voi, poiché Dio non dirige la gente empia.” (IX,24); “O voi che credete, non prendete il mio nemico e il nemico vostro per amici, dimostrando ad essi affezione, mentre essi non credono a ciò che è venuto a voi della verità, avendo essi espulso l’apostolo e voi perché credete in Dio; se uscite a combattere nella via mia…” (LX,1). Insomma nel Corano la guerra è obbligatoria contro i nemici, contro i vicini miscredenti, contro Giudei e Cristiani finché non accettino l’Islam e paghino il tributo; il combattente è superiore per dignità al non combattente, gli emigrati combattenti sono accetti a Dio; i morti in guerra per Dio, sono vivi, sono martiri… su questo ci dobbiamo onestamente confrontare, sulle religioni.
  Falsificare i significati e i fatti della storia, come stanno facendo coloro che si sono inventati “ l’Islamismo fascista “ allo scopo dichiarato (sembra perfino ridicolo il pensarlo) di suscitare nell’opinione pubblica occidentale il timore verso i terroristi, è perciò una operazione abietta, e tanto più abietta in un Occidente che ha fatto della “coscienza storica“ la bandiera della sua civiltà.
  Dimostra però ampiamente una cosa: che i Governanti disprezzano la dignità e l’intelligenza dei  propri sudditi tanto quanto disprezzano la dignità e l’intelligenza dei credenti musulmani, terroristi o meno che siano. 

Roma, 14 agosto 2006

PS/ Invito i lettori di questo articolo a scrivere e a far scrivere il maggior numero possibile di lettere ai direttori dei giornali protestando contro questa idea e chiedendo che non adoperino più il termine di " islamofascisti ".

Ida Magli

 
 
  
 
 
  

 

 
 
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