Non so con sicurezza chi sia
stato ad avere un’idea così grottesca ed infame. A quanto
si legge su diversi giornali pare che sia stato qualche storico; ma per
quanti misfatti siano stati compiuti attraverso i secoli nel
falsificare la storia, non sembra possibile giungere a farlo nella
contemporaneità, davanti agli occhi di quelli stessi che la
stanno vivendo. Eppure è proprio questo che si sta tentando di
fare: cambiare totalmente le carte in tavola e fornire interpretazioni
false di ciò che accade cambiandone i significati. Inutile
soffermarsi sugli strani arrampicamenti sugli specchi compiuti dai
commentatori per trovare qualche giustificazione logica alla
definizione di “fascisti“ affibbiata ai musulmani ribelli
che combattono contro l’Occidente. Giustificazioni logiche non ne
esistono e avrebbero dovuto essere proprio gli italiani a negarle se
non altro perché quando si parla di fascismo, si parla di loro.
Invece no. Come al solito, agli italiani si affibbiano tutti i
caratteri deteriori senza neanche la serietà dell’intento.
Macchiette siamo in qualsiasi caso, perfino adesso con l’idea che
ci sia qualcosa da spartire fra gli italiani e i terroristi musulmani.
Peccato che non sia più fra noi il genio di Alberto Sordi:
soltanto lui avrebbe saputo cogliere al livello giusto l’amara e
grottesca abiezione che ci è stata riservata.
Dato però che ci hanno costretto ad occuparci di
una cosa di cui non avremmo voluto neanche minimamente parlare, diciamo
soltanto poche parole nella speranza che i giornalisti si convincano a
non far circolare nel linguaggio comune il termine
“islamo-fascisti “ che è stato inventato ad un unico
scopo: distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica
dalla essenza profondamente religiosa della guerra contro
l’Occidente dei musulmani ribelli (il terrorismo è
soltanto lo strumento di questa guerra). Non sono le religioni che
scatenano le guerre, si affannano a ripetere contro ogni evidenza,
tutti i Capi, i Leader politici e religiosi del mondo. Adesso,
finalmente, si è trovata una via d’uscita. Nessuno
certamente ha mai pensato che alla base del fascismo ci fosse una
rivendicazione religiosa, dunque si tratta di una azione politica:
totalitaria, distruttiva, pericolosa, ma politica. Per giunta a parlar
male del fascismo non si offende nessuno (gli italiani sono nessuno):
né i tedeschi, né i russi, che pure di totalitarismo
forse un pochino più dei fascisti se ne intendevano. Ebbene,
questa volta gli italiani non debbono sopportare.
La storia del fascismo è ancora tutta da
scrivere nella sua realtà, ma è certo che se gli italiani
vi hanno creduto e l’hanno amato è perché ha fatto
per il popolo quello che nessun Re e nessun Papa aveva mai fatto:
strade, scuole, ospedali, sanatori, opera di protezione per la
maternità e per l’infanzia, ferrovie, poste, case
popolari, colonie marine e montane per i ragazzi, istituzioni di
cultura per la letteratura, per il teatro, per la musica, per la
scienza. Poi l’idea dell’Impero e le guerre con le
catastrofi che ne sono seguite. I Governanti vanno fermati quando
cominciano a perdere il senso della realtà, cosa che con il
potere succede immancabilmente a tutti, compreso il culto della
personalità (del quale gli italiani sono i più esperti al
mondo essendo stati governati per tanti secoli dai maggiori cultori
della personalità, quasi tutti solennemente canonizzati quali i
Papi), le restrizioni del pensiero e della parola nei confronti degli
oppositori, e infine le guerre. Di ossessione religiosa nel fascismo
non c’è stato assolutamente nulla, anzi. Il Concordato
firmato da Mussolini con la Chiesa è di gran lunga migliore di
quelli firmati successivamente.
Veniamo allora alla guerra islamica. L’Islamismo
è una religione, con tutta la forza di una religione alla cui
verità assoluta i fedeli credono e per la quale sono pronti a
combattere e a morire. Noi non riusciamo a comprenderlo
perché non abbiamo più nessuna vera fede religiosa. Il
Cristianesimo è una religione di routine ridotta in pratica ad
opere umanitarie che compiono allo stesso modo i volontari di
qualsiasi organizzazione, incluse quelle sindacali. E’ sbagliato
combattere per obbedire ai precetti della propria religione e per
diffonderla? Può darsi. Noi però l’abbiamo creduto
e l’abbiamo fatto per secoli e se adesso Bin Laden chiama
“crociati“ gli Americani, noi però avremmo
qualche difficoltà a definire “fascisti“ gli
innumerevoli Crociati che hanno combattuto e sono morti per diffondere
il Cristianesimo e salvarne la sopravvivenza nell’Europa
d’Occidente.
Nel Corano, il Libro sacro dei musulmani, alcuni precetti
sono ben chiari: “Non obbedire ai miscredenti, ma
combattili con grande vigore.” (XXV, 54); “Siate
inoltre zelanti nel combattere per la causa di Dio come si
conviene“ (XXII,77); “Se i vostri padri, i vostri figli, i
vostri fratelli, le vostre spose, i vostri parenti, i beni che avete
acquistato, il commercio di cui temete la rovina e le abitazioni in cui
vi dilettate, vi sono più cari di Dio, del suo apostolo e della
guerra nella via di Dio, aspettatevi di vedere Dio emanare il suo
ordine di punizione per voi, poiché Dio non dirige la gente
empia.” (IX,24); “O voi che credete, non prendete il mio
nemico e il nemico vostro per amici, dimostrando ad essi affezione,
mentre essi non credono a ciò che è venuto a voi della
verità, avendo essi espulso l’apostolo e voi perché
credete in Dio; se uscite a combattere nella via mia…”
(LX,1). Insomma nel Corano la guerra è obbligatoria contro i
nemici, contro i vicini miscredenti, contro Giudei e Cristiani
finché non accettino l’Islam e paghino il tributo; il
combattente è superiore per dignità al non combattente,
gli emigrati combattenti sono accetti a Dio; i morti in guerra per Dio,
sono vivi, sono martiri… su questo ci dobbiamo onestamente
confrontare, sulle religioni.
Falsificare i significati e i fatti della storia, come
stanno facendo coloro che si sono inventati “ l’Islamismo
fascista “ allo scopo dichiarato (sembra perfino ridicolo il
pensarlo) di suscitare nell’opinione pubblica occidentale il
timore verso i terroristi, è perciò una operazione
abietta, e tanto più abietta in un Occidente che ha fatto della
“coscienza storica“ la bandiera della sua civiltà.
Dimostra però ampiamente una cosa: che i Governanti
disprezzano la dignità e l’intelligenza dei propri
sudditi tanto quanto disprezzano la dignità e
l’intelligenza dei credenti musulmani, terroristi o meno che
siano.
Roma, 14 agosto 2006
PS/ Invito i lettori di questo articolo a
scrivere e a far scrivere il maggior numero possibile di lettere ai
direttori dei giornali protestando contro questa idea e chiedendo che
non adoperino più il termine di " islamofascisti ".
Ida Magli
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