No,
carissimi amici degli Italiani Liberi, non è purtroppo un titolo
mio. Invidio moltissimo quelli che l’hanno inventato, ma non
è mio. E’ il titolo che hanno dato all’ultimo numero
della rivista Limes, uscito
in questi giorni, firme assolutamente insospettabili di ostilità
all’Europa. Basta guardare i nomi che figurano nel comitato
scientifico: da Luciano Canfora a Enrico Letta, da Angelo Panebianco a
Romano Prodi...
Che cosa è successo, dunque? Forse si sono
finalmente accorti che non si può andare avanti verso “il
nulla” senza fermarsi almeno un momento a riflettere? Da come si
sta svolgendo la campagna elettorale sembrerebbe di no:
sull’Unione europea nessuno dice una parola, né da una
parte né dall’altra. Un silenzio talmente concorde, mentre
tutt’intorno rimbombano i devastanti effetti del trattato di
Maastricht, della moneta unica, della liberalizzazione dei mercati,
della eliminazione dei confini che non c’è neanche un
giornalista, uno solo che si azzardi a porre una domanda. Se ne
può dedurre soltanto una cosa: tutti sono perfettamente
consapevoli del fatto che bisogna tenere nascosti ai poveri elettori
non soltanto i risultati pessimi dei quali stanno portando il peso, ma
anche e soprattutto che non si sa quale possa essere il futuro.
Un giorno del 1997, un giorno che a guardarlo oggi sembra
incredibilmente lontano, chiesi al Prof. Lucio Caracciolo (attuale
Direttore di Limes) se voleva
presentare nella Sala della Stampa Estera a Roma il mio ultimo
libro Contro l’Europa
(eh sì, per parlare contro l’Europa bisognava rifugiarsi
alla stampa estera!). Avevo naturalmente un buon motivo. Il Prof.
Caracciolo non era soltanto un gentilissimo, dolce collega
d’Università, ma aveva ai miei occhi una virtù
assolutamente eccezionale: aveva appena pubblicato un saggio, in un
volume a due mani dell’editore Laterza, dal titolo affascinante e
del tutto contro corrente: Euro
No. Se non si ricostruisce il clima di reverenza sacrale che
c’era allora (comincia a incrinarsi a fatica soltanto oggi) nei
confronti dell’Unione Europea, è quasi impossibile capire
che un libro dal titolo privo di infingimenti come Contro l’Europa ispirava quasi la paura dell’eresia. I librai
non lo mettevano in vetrina, i recensori avevano scelto concordemente
il silenzio tanto che ricordo ancora oggi con stupefatta gratitudine i
pochi audaci che ne hanno parlato: Piero Ostellino, Guido Ceronetti,
Luigi Magnaschi, Paolo Granzotto... e appunto Lucio Caracciolo che ne
ha fatto la presentazione insieme a un altro gentile collega Lucio
Villari.
Ebbene io invito tutti coloro che leggono questo sito a
studiare (è un testo che va studiato infatti) L’Europa è un bluff.
Non posso riassumere qui i contenuti sia per la vastità dei temi
trattati che per la loro importanza. Voglio soltanto sottolineare i
significati dell’editoriale, significati fortissimi, come appare
con chiarezza prima di tutto dal titolo: “Le vendette della
storia”. Ma poi da una serie di affermazioni quali, per esempio:
“L’Europa doveva abolire la storia. La storia ha abolito
l’Europa... Per darsi un’identità e quindi una
soggettività, qualsiasi organismo ha bisogno di delimitarsi
rispetto all’esterno. Esercizio cui gli europeisti si sono sempre
accuratamente sottratti... L’europeismo del secondo dopoguerra
era un’ideologia. Come tale immaginava che la storia avesse un
fine. O addirittura una fine: l’Europa unita... Nel sogno
europeista conta il viaggio, non la destinazione... Troppo facile
però ridurre tutto a un eccesso di astrattezza o di paternalismo
da parte di élite curiosamente attratte da un economicismo
paramarxista, dove l’Europa sostituisce il socialismo in quanto
sol dell’avvenire. L’obiettivo non è stato raggiunto
perché improbabile...”.
Tutte affermazioni verissime, inutile sottolinearlo. Ci
sono però da aggiungere almeno due cose. La prima: quale fiducia
potremo avere mai in quegli stessi politici che hanno voluto a tutti i
costi imporre la propria volontà ai popoli, esattamente come
hanno fatto Imperatori, Papi, Dittatori, e tacciono adesso sul loro
terribile errore presentandosi come nulla fosse alle prossime elezioni?
La seconda: lo scatenamento della forza islamica è collegato
alla disintegrazione delle Nazioni in Europa. Di questo, purtroppo, la
rivista Limes non parla. Ma
sono sicura che Caracciolo lo sa.
Così come l’Europa unita è
un’idea religiosa, sacrale, in quanto assoluta e fuori dalla
Storia, così si trova necessariamente priva di qualsiasi base
civile, laica, alla pari con le altre religioni, e perdente quindi
davanti all’unica religione che oggi non si vergogni di dirsi
“religione”: l’islamismo. □
Roma, 25
Febbraio 2006
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