C’è
un campo dove l’assunzione della responsabilità personale e il primato
della propria coscienza (che in Italia è oppresso dal primato della
coscienza collettiva) può e deve essere ripristinato senza indugio: la
religione. L’assegnazione obbligatoria dell’otto per mille del reddito
fiscale totale alle religioni, anche se obbedisce alle scelte indicate
dai contribuenti, rappresenta una delle peggiori e non giustificate
invasioni nella loro vita. Oltre a rispecchiare una evidente alleanza
dello Stato con le religioni.
Una tassa supplementare
Non c’è
nessuna analogia con il rapporto storico dell’Italia con la Chiesa
cattolica. Il concordato-trattato stipulato nel 1929 da Benito
Mussolini con il pontefice Pio XI era un accordo di pace fra due
Stati. Questo doveva porre fine al contenzioso che si trascinava dal
1871, ossia l’anno in cui si verificò l’annessione al Regno d’Italia
dello Stato Pontificio e la dichiarazione di Roma Capitale. Niente a
che fare, naturalmente, con “le religioni” in quanto tali.
Più di cinquant’anni dopo è stato Bettino Craxi a inventare il
marchingegno dell’otto per mille allo scopo di sottomettere al primato
socialista dello Stato le coscienze individuali anche nell’ambito
religioso.
Si sono costretti così i cittadini a contribuire in forma
surrettizia al mantenimento di tutte le religioni, dato che le scelte
indicate dai contribuenti vengono comunque prelevati dal gettito
fiscale complessivo.
Perfino anche chi non crede a nessuna religione è costretto a
dichiararlo, versando con il suo otto per mille una tassa
supplementare allo Stato italiano.
Non è cosa meno grave il fatto che si prevarica in questo modo
l’essenza stessa di una fede religiosa: il suo porsi come” vera”.
Contribuendo con il mio denaro a una religione per me “falsa”,
compio una truffa davanti alla mia coscienza e alla mia capacità di
giudizio, proprio nell’unico campo dove la natura, le leggi della
fisica non mi costringono. Là dove sono libero di sentire e di
pensare.
Lo Stato esattore dell’anima è pertanto il più totalitario che si
possa immaginare. E è proprio per rispetto verso le coscienze
religiose che chiediamo l’abolizione dell’otto per mille.
Salvaguardare i nostri
tesori
C’è da aggiungere
soltanto un’altra annotazione: lo Stato assuma su di sé attraverso il
ministero dei Beni culturali le spese per il mantenimento dell’immenso
patrimonio artistico costituito in Italia dagli innumerevoli templi
cristiani, abbazie, monasteri, santuari, con tutto il loro contenuto
prezioso di affreschi, di dipinti, sculture etc.
Si tratta quindi di separare chiaramente l’ambito religioso da
quello terreno.
Si capirà, allora, che la Chiesa non può adempiere a questo compito
neanche con la maggiore buona volontà da parte dei fedeli. E che è
dovere dell’Italia salvaguardare i tesori di bellezza accumulati
durante il lungo percorso storico compiuto insieme al cristianesimo.
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