L'otto per mille: lo Stato esattore dell'anima

 

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 13 Aprile 2004

 
 

  

      C’è un campo dove l’assunzione della responsabilità personale e il primato della propria coscienza (che in Italia è oppresso dal primato della coscienza collettiva) può e deve essere ripristinato senza indugio: la religione. L’assegnazione obbligatoria dell’otto per mille del reddito fiscale totale alle religioni, anche se obbedisce alle scelte indicate dai contribuenti, rappresenta una delle peggiori e non giustificate invasioni nella loro vita. Oltre a rispecchiare una evidente alleanza dello Stato con le religioni.

Una tassa supplementare

   Non c’è nessuna analogia con il rapporto storico dell’Italia con la Chiesa cattolica. Il concordato-trattato stipulato nel 1929 da Benito Mussolini con il pontefice Pio XI era un accordo di pace fra due Stati. Questo doveva porre fine al contenzioso che si trascinava dal 1871, ossia l’anno in cui si verificò l’annessione al Regno d’Italia dello Stato Pontificio e la dichiarazione di Roma Capitale. Niente a che fare, naturalmente, con “le religioni” in quanto tali.
   Più di cinquant’anni dopo è stato Bettino Craxi a inventare il marchingegno dell’otto per mille allo scopo di sottomettere al primato socialista dello Stato le coscienze individuali anche nell’ambito religioso.
   Si sono costretti così i cittadini a contribuire in forma surrettizia al mantenimento di tutte le religioni, dato che le scelte indicate dai contribuenti vengono comunque prelevati dal gettito fiscale complessivo.
   Perfino anche chi non crede a nessuna religione è costretto a dichiararlo, versando con il suo otto per mille una tassa supplementare allo Stato italiano.
   Non è cosa meno grave il fatto che si prevarica in questo modo l’essenza stessa di una fede religiosa: il suo porsi come” vera”.
   Contribuendo con il mio denaro a una religione per me “falsa”, compio una truffa davanti alla mia coscienza e alla mia capacità di giudizio, proprio nell’unico campo dove la natura, le leggi della fisica non mi costringono. Là dove sono libero di sentire e di pensare.
   Lo Stato esattore dell’anima è pertanto il più totalitario che si possa immaginare. E è proprio per rispetto verso le coscienze religiose che chiediamo l’abolizione dell’otto per mille.

Salvaguardare i nostri tesori

   C’è da aggiungere soltanto un’altra annotazione: lo Stato assuma su di sé attraverso il ministero dei Beni culturali le spese per il mantenimento dell’immenso patrimonio artistico costituito in Italia dagli innumerevoli templi cristiani, abbazie, monasteri, santuari, con tutto il loro contenuto prezioso di affreschi, di dipinti, sculture etc.
   Si tratta quindi di separare chiaramente l’ambito religioso da quello terreno.
   Si capirà, allora, che la Chiesa non può adempiere a questo compito neanche con la maggiore buona volontà da parte dei fedeli. E che è dovere dell’Italia salvaguardare i tesori di bellezza accumulati durante il lungo percorso storico compiuto insieme al cristianesimo.
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