Tutta la
legislazione europea in materia di sicurezza alimentare lascia molto
perplessi; tra l’altro nella maggioranza dei casi essa prevede
l’utilizzo di sostanze industriali per la produzione di alimenti quali
la cioccolata e i formaggi. Un esempio lampante è quello della norma
che riguarda la sostituzione delle nocciole con sostanze chimiche per
la produzione della cioccolata. Leggendo il Libro bianco sulla
sicurezza alimentare, consultabile sul sito dell’Unione Europea, ci si
imbatte in un concetto, più volte ripetuto: la necessità di operare in
direzione di un’ “armonizzazione” in materia di sicurezza alimentare.
Ci si chiede cosa c’entrino le nocciole con l’esigenza
dell’armonizzazione, e se tale armonizzazione tanto citata non abbia
piuttosto la funzione di nascondere il più esplicito termine di
“omologazione”; e se di omologazione si parla, allora dobbiamo dire
addio a tutta una serie di prodotti tipici perché non rispondenti alle
nuove norme sanitarie introdotte dall’Unione. Altre norme prevedono la
sostituzione dei piani di lavoro delle cucine in marmo o in legno con
piani in acciaio, o peggio, in plastica, perché “batteriologicamente
pura”. I produttori artigianali non hanno futuro e i prodotti tipici
saranno messi al bando, a vantaggio invece degli alimenti contenenti
organismi geneticamente modificati e dei pesticidi, che invece
continueranno ad essere usati per evitare la “contaminazione”. E
sempre in riferimento al Libro bianco sopra citato, che esordisce con
il sottolineare la necessità di fronteggiare “crisi riguardanti
l’alimentazione umana e animale (BSE, diossina, ecc.)”, diventa palese
come la crisi sia stata fronteggiata nella direzione opposta a quella
auspicabile, poiché tali “crisi” sono da imputare piuttosto al fatto
che per permettere la produzione di carne sempre più a buon prezzo, le
cosiddette «bestie da macello» vengono tenute tutta la loro vita in
condizioni innaturali e nutrite con sostanze chimiche. Dunque la
valorizzazione dei prodotti locali e tradizionali avrebbe
rappresentato un’ottima soluzione alla crisi che l’Unione si è trovata
a fronteggiare, soluzione tra l’altro “armonica” con il famoso
principio di valorizzazione delle autonomie locali voluto dall’Unione
stessa con il trattato di Maastricht. Intanto veniamo a sapere che
probabilmente anche la pizza cotta nei forni a legna sarà fuori legge,
abituiamoci dunque all’idea delle pizze cotte nei forni elettrici,
condite con mozzarella preparata con latte in polvere… però
batteriologicamente pure, quello sì. □ |