Alimentiamo l'Europa

 

di Sara Mittiga
ItalianiLiberi | 5 Febbraio 2004

 

Tutta la legislazione europea in materia di sicurezza alimentare lascia molto perplessi; tra l’altro nella maggioranza dei casi essa prevede l’utilizzo di sostanze industriali per la produzione di alimenti quali la cioccolata e i formaggi. Un esempio lampante è quello della norma che riguarda la sostituzione delle nocciole con sostanze chimiche per la produzione della cioccolata. Leggendo il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, consultabile sul sito dell’Unione Europea, ci si imbatte in un concetto, più volte ripetuto: la necessità di operare in direzione di un’ “armonizzazione” in materia di sicurezza alimentare. Ci si chiede cosa c’entrino le nocciole con l’esigenza dell’armonizzazione, e se tale armonizzazione tanto citata non abbia piuttosto la funzione di nascondere il più esplicito termine di “omologazione”; e se di omologazione si parla, allora dobbiamo dire addio a tutta una serie di prodotti tipici perché non rispondenti alle nuove norme sanitarie introdotte dall’Unione. Altre norme prevedono la sostituzione dei piani di lavoro delle cucine in marmo o in legno con piani in acciaio, o peggio, in plastica, perché “batteriologicamente pura”. I produttori artigianali non hanno futuro e i prodotti tipici saranno messi al bando, a vantaggio invece degli alimenti contenenti organismi geneticamente modificati e dei pesticidi, che invece continueranno ad essere usati per evitare la “contaminazione”. E sempre in riferimento al Libro bianco sopra citato, che esordisce con il sottolineare la necessità di fronteggiare “crisi riguardanti l’alimentazione umana e animale (BSE, diossina, ecc.)”, diventa palese come la crisi sia stata fronteggiata nella direzione opposta a quella auspicabile, poiché tali “crisi” sono da imputare piuttosto al fatto che per permettere la produzione di carne sempre più a buon prezzo, le cosiddette «bestie da macello» vengono tenute tutta la loro vita in condizioni innaturali e nutrite con sostanze chimiche. Dunque la valorizzazione dei prodotti locali e tradizionali avrebbe rappresentato un’ottima soluzione alla crisi che l’Unione si è trovata a fronteggiare, soluzione tra l’altro “armonica” con il famoso principio di valorizzazione delle autonomie locali voluto dall’Unione stessa con il trattato di Maastricht. Intanto veniamo a sapere che probabilmente anche la pizza cotta nei forni a legna sarà fuori legge, abituiamoci dunque all’idea delle pizze cotte nei forni elettrici, condite con mozzarella preparata con latte in polvere… però batteriologicamente pure, quello sì. □

 

 

 

 

 
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