Editoriale  

il Giornale - IL PUNTO


 

Se la Svizzera cede alla Ue

 

 
di Antonello Zunino
il Giornale | 26 Maggio 2003

Nella prima settimana di giugno il presidente della Confederazione Elevetica Pascal Couchepin sarà in Italia; non sappiamo se anche in forma pubblica; sicuramente per un dibattito in forma privata sui futuri rapporti tra la confederazione stessa e la Ue. Un tema da brividi per chi vede nell’Europa un freno allo sviluppo del Continente nel breve termine e un pericolo di un «Super Stato» destinato a scontrarsi con l'impero americano nel medio-lungo. Un tema, invece, entusiasmante per chi è europeista, generalmente tanto convinto quanto ignorante della realtà sottostante, aspirante a un potere superiore e persino a quello degli inquilini della Casa Bianca e anche più sganciato dal controllo dei cittadini. L’incontro ci appassiona perché anche i ciechi si saranno accorti che i cosiddetti «euroscettici», poveri esseri che vorrebbero semplicemente un’Europa diversa da quella che senza chiederne il consenso ai suoi cittadini avanza un passo alla volta verso mete sempre più ambiziose e incerte, sono ormai «fuori scena».

Chi vuoi sapere il futuro di questa Europa, non come tanti lo vorrebbero, ma come lo stanno disegnando i politici, potrebbe limitarsi a leggere sul Sole 24 ore della domenica la rubrica di Giovanni Amato, «Lettere dall’Europa», raffinata e convincente, ma «falsa». Non perché vi si dicano falsità, ma perché la stessa persona solleva dubbi e critiche cui propone essa stessa soluzioni alternative. Insomma un bellissimo soliloquio senza ombra di contradditorio. Quando diciamo che lo stile Ue somiglia a quello dell’ex Unione Sovietica - fatta salva la dittatura - non crediamo di esagerare? Lo spazio tiranno ci obbliga a sintetizzare. Marx sosteneva che tutti gli uomini erano uguali, che quindi le classi sociali fossero inutili e che il mondo con un’unica classe non avrebbe più avuto motivo di conflitti: quindi il paradiso terrestre sarebbe stato riaperto. Bisognava solo fare qualche sacrificio e aspettare. Con qualche decina di milioni di morti di deportati e la miseria di massa, il capitolo del «Socialismo reale» si è chiuso dopo 70 anni. La Ue è nata nell’affermazione che tutti i popoli sono eguali, pertanto gli Stati sono inutili e, diventando «regioni» più o meno folcloristiche perché le loro caratteristiche dovranno cedere il passo a un «Super Stato» con la testa a Bruxelles ma i muscoli a Parigi e a Francoforte. Purtroppo i popoli, come gli uomini, non sono affatto tutti eguali e tutto ciò che come «Stati» rappresentano non potrà mai finire sotto la direzione unica di un ente sovrannazionale.

Per ora ci limitiamo a ricordare che dal 1995, anno del grande balzo verso l’euro, l’Europa è cresciuta sempre meno in termini relativi e ora anche in termini assoluti; con l’allargamento a 25 le cose non miglioreranno mentre, sul piano dell’armonia comune, i dissidi, clamorosamente emersi con la guerra all’Irak, esploderanno. Se avremo l’opportunità di incontrare il presidente svizzero, che probabilmente vorrà appianare le divergenze del suo Paese con l’Ue sia in merito a problemi concreti come il segreto bancario, sia per sdrammatizzare la diffidenza dei suoi concittadini a un’unione che li strozzerebbe per sempre, cercheremo di ricordargli che la piccola Svizzera è il Paese dove i grandi banchieri hanno potuto sviluppare ricchezza, occupazione e libertà privata fuggendo dalla grande Francia durante la rivoluzione francese, dove tanti profughi politici hanno trovato il loro asilo, Lenin incluso, e dove milioni di persone, non potendo fuggire fisicamente dai rispettivi Paesi, sono riuscite a farvi approdare i propri patrimoni. E che è anche il Paese dove Lutero e Calvino hanno potuto rompere con Roma creando una nuova religione senza finire sul rogo. infine il Paese che ha messo la pace nella sua Costituzione in tempi non sospetti. Se la Svizzera vuole suicidarsi e con il suo suicidio danneggiare l’intera Europa, il presidente dica di sì all’Uem. Per restare europei liberi non ci sarà che rifugiarsi in Gran Bretagna o in Scandinavia; ma siamo troppo numerosi e quindi, se come accaduto in Unione Sovietica, non ci ribelleremo tutti insieme, i nostri figli saranno più poveri e meno liberi di quello che siamo stati noi; ossia un cammino all'incontrario.

Antonello Zunino

 

 

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