Tra le scadenze importanti che ci
attendono alla ripresa dopo le vacanze c'è il dibattito sul "Progetto di
Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa", divenuto ufficiale
lo scorso 20 Giugno e accessibile a chiunque sul sito Internet della
Convenzione Europea. Mi dispiace di disturbare il clima di generale
compiacimento con cui il progetto è stato accolto nel nostro Paese, ma
sento il dovere di dire che si tratta di un progetto estremamente
pericoloso per la democrazia e la libertà. In Italia ci si è soffermati
soprattutto sull'assetto che vi si delinea per il vertice dell'Unione.
Relativamente però si tratta di un dettaglio. Il nocciolo del problema è
che la Convenzione progetta un'Europa nella quale i popoli non contano
niente, mentre il potere centrale dell'Unione tende a non avere limiti.
In primo luogo - fatto senza
precedenti nella storia della moderna democrazia occidentale - si vuole
arrivare a una Carta non votata dagli elettori, bensì istituita in forza
di un trattato, ossia di un accordo tra Stati. La proposta avanzata dal
governo italiano di sottoporla comunque a un referendum confermativo non
ha sin qui incontrato consensi di qualche rilievo. In secondo luogo il
cumulo delle competenze che nei più diversi modi vanno a finire nelle mani
dell'Unione è impressionante. L'Unione "combatte l'esclusione sociale, la
parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela
dei diritti dei minori"; "promuove la coesione economica, sociale e
territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri" (art 3). Quando la
Costituzione attribuisce all'Unione una competenza concorrente, "gli Stati
membri esercitano la loro competenza nella misura in cui l'Unione non ha
esercitato la propria o ha deciso di cessare di esercitarla".
In altre parole, se non abbiamo
capito male, nei cosiddetti settori di competenza concorrente (tra cui ad
esempio l'ambiente, l'agricoltura, la pesca e la "coesione economica,
sociale e territoriale" gli Stati hanno in effetti solo un potere
sostitutivo nell'improbabile caso di una totale inerzia dell'Unione.
"L'Unione ha competenza per promuovere le politiche economiche e
dell'occupazione degli Stati membri e assicurarne il
coordinamento"."L'Unione adotta misure intese ad assicurare il
coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri", in
particolare adottando indirizzi di massima per dette politiche. E lo
stesso vale per "le politiche dell'occupazione e per le politiche sociali"
(art. 11). "L'Unione può condurre azioni di sostegno, di coordinamento o
di completamento nei seguenti settori: industria, tutela e miglioramento
della salute umana, istruzione, formazione professionale, gioventù e
sport, cultura, protezione civile". (art. 16).
In un modo o nell'altro, insomma,
l'Unione può impicciarsi di quasi tutto lasciando agli Stati delle
competenze non molto più vaste di quelle che le prefetture hanno in
Francia. □ |