Editoriali    

Troppi poteri
alla Commissione

 

di Robi Ronza
il Giornale | 25 Agosto 2003

 
  Tra le scadenze importanti che ci attendono alla ripresa dopo le vacanze c'è il dibattito sul "Progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa", divenuto ufficiale lo scorso 20 Giugno e accessibile a chiunque sul sito Internet della Convenzione Europea. Mi dispiace di disturbare il clima di generale compiacimento con cui il progetto è stato accolto nel nostro Paese, ma sento il dovere di dire che si tratta di un progetto estremamente pericoloso per la democrazia e la libertà. In Italia ci si è soffermati soprattutto sull'assetto che vi si delinea per il vertice dell'Unione. Relativamente però si tratta di un dettaglio. Il nocciolo del problema è che la Convenzione progetta un'Europa nella quale i popoli non contano niente, mentre il potere centrale dell'Unione tende a non avere limiti.

 In primo luogo - fatto senza precedenti nella storia della moderna democrazia occidentale - si vuole arrivare a una Carta non votata dagli elettori, bensì istituita in forza di un trattato, ossia di un accordo tra Stati. La proposta avanzata dal governo italiano di sottoporla comunque a un referendum confermativo non ha sin qui incontrato consensi di qualche rilievo. In secondo luogo il cumulo delle competenze che nei più diversi modi vanno a finire nelle mani dell'Unione è impressionante. L'Unione "combatte l'esclusione sociale, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti dei minori"; "promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri" (art 3). Quando la Costituzione attribuisce all'Unione una competenza concorrente, "gli Stati membri esercitano la loro competenza nella misura in cui l'Unione non ha esercitato la propria o ha deciso di cessare di esercitarla".

 In altre parole, se non abbiamo capito male, nei cosiddetti settori di competenza concorrente (tra cui ad esempio l'ambiente, l'agricoltura, la pesca e la "coesione economica, sociale e territoriale" gli Stati hanno in effetti solo un potere sostitutivo nell'improbabile caso di una totale inerzia dell'Unione. "L'Unione ha competenza per promuovere le politiche economiche e dell'occupazione degli Stati membri e assicurarne il coordinamento"."L'Unione adotta misure intese ad assicurare il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri", in particolare adottando indirizzi di massima per dette politiche. E lo stesso vale per "le politiche dell'occupazione e per le politiche sociali" (art. 11). "L'Unione può condurre azioni di sostegno, di coordinamento o di completamento nei seguenti settori: industria, tutela e miglioramento della salute umana, istruzione, formazione professionale, gioventù e sport, cultura, protezione civile". (art. 16).

 In un modo o nell'altro, insomma, l'Unione può impicciarsi di quasi tutto lasciando agli Stati delle competenze non molto più vaste di quelle che le prefetture hanno in Francia. □

 

Mi dispiace di disturbare il clima di generale compiacimento con cui il progetto è stato accolto nel nostro Paese, ma sento il dovere di dire che si tratta di un progetto estremamente pericoloso per la democrazia e la libertà.

 

 

Il nocciolo del problema è che la Convenzione progetta un'Europa nella quale i popoli non contano niente, mentre il potere centrale dell'Unione tende a non avere limiti.

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