Di certo,
nascosto da qualche parte, qualcuno si sta beando che in Parlamento
non sia passata la proposta di ridurre da tre a uno gli anni di
separazione prima di accedere al divorzio. Non vedo cosa ci sia da
bearsi e non ne faccio neppure una questione di maggioranza o
minoranza, destra o sinistra. La proposta – oltretutto limitata a chi
non ha figli minorenni – era una correttissima manifestazione di
civiltà con la quale si aumentava la libertà a disposizione del
cittadino: vi siete separati perché il matrimonio andava male? Volete
divorziare a tutti gli effetti dopo un lungo anno di “riflessione”?
Fatelo.
Non si capisce perché lo Stato (o peggio alcuni parlamentari nascosti
dietro il voto segreto) si debba impicciare – a legge sul divorzio
ormai rodatissima - nell’imporre un’attesa di tre anni che non serve
a nessuno e che al più può provocare lentezze, fastidi, e di certo
l’impressione di avere sul collo leggi restrittive, inutili,
vessatorie.
Il Parlamento – maggioranza, opposizione e ondivaghi branchi di
franchi tiratori – dovrebbero capire, specialmente in casi come
questi, che il loro compito è sì fornire norme e leggi per il vivere
civile, ma badando soprattutto al bene supremo, ovvero garantire il
massimo di libertà ai cittadini: anche dallo Stato.
Ricevuto il doveroso diritto a questa libertà, il cittadino farà quel
che gli sembra meglio per la sua vita, senza essere avviluppato da
divieti o obblighi - nati da menti censorie e oppressive - tanto più
insopportabili in casi così intimi come quelli che riguardano la vita
privata e familiare. Faccio un esempio personale, a maggiore
testimonianza. Mi sono sposato quasi una ventina di anni fa (con
un’italiana) negli Stati Uniti proprio per non subire le nostre leggi
sulla famiglia, allora tanto più vessatorie di quelle di oggi; dopo
cinque anni è avvenuta la separazione, consensualissima e che dura
tuttora senza che il divorzio sia mai stato chiesto, né dopo uno né
dopo tre anni. Che vuol dire questo? Libertà, nient’altro che libertà,
alla faccia di chi, seduto in Parlamento e magari nascondendosi dietro
al dito del voto segreto, la vuole limitare a tutti senza beneficio
per nessuno. □ |