La voluta, consapevole, dittatoriale imposizione ai popoli di Europa, e in
particolare agli Italiani, dell'enorme Stato sovranazionale di cui nessuno
sa in che modo potrà essere governato, prosegue dunque nel silenzio e nel
più plateale sotterfugio, quale, appunto, quello di prendere decisioni
macroscopiche nei giorni nei quali è ancora da ridisegnare l'assetto del
mondo. Del piccolo, risicatissimo dibattito che si è svolto nel Parlamento
Europeo a proposito della distribuzione delle spese, agli Italiani non è
giunta neanche una voce, tanta è la volontà dei governanti di sottrarre i
sudditi a qualsiasi dubbio, alla più piccola perplessità. Dieci nuovi
paesi, quasi tutti dell'Est e usciti tutti dalla dittatura marxista,
poveri e decisi a farsi aiutare dal cieco e ottuso Occidente che non sa
più neanche cosa sia la libertà. Il tradimento dei governanti verso gli
Italiani appare così facile da assumere lineamenti grotteschi. In questi
stessi giorni, infatti, mentre la disgregazione dell'Italia come nazione
sovrana prosegue nel mostruoso Superstato europeo, Bossi ha ottenuto
l'ennesima riforma del federalismo regionale, tirando perciò nel senso
inverso il tessuto nazionale, mentre alcuni parlamentari, cosiddetti
cattolici, si vantavano di aver aggiunto al testo predisposto da Bossi una
clausola "salvapatria". Salvapatria osano chiamarla!, senza che nessuno, e
tanto meno Bossi, abbia cambiato il comma fondamentale dell'articolo,
quello varato dal governo Amato poche ore prima di dimettersi, in cui si
subordina la capacità legislativa sia dello Stato centrale che delle
Regioni, al diritto comunitario europeo. Allora quella riforma fu
sottoposta a referendum (e gli Italiani non furono informati di questo
dato fondamentale) con un abuso costituzionale dato che l'articolo
riguardante la politica estera non poteva essere oggetto di referendum.
Adesso si aggiunge a questa proditoria condotta verso i cittadini, anche
una vena grottesca visto che, nella futura Costituzione Europea è stato
inserito diritto di ogni Stato di ritirarsi nel momento in cui lo volesse.
Naturalmente nessuno Stato, tranne quello italiano, ha mai dichiarato la
propria dipendenza sancendola nella Costituzione, per cui la possibilità
di uscire dall'Unione sarà inutile proprio per gli Italiani.
Possibile che gli Italiani siano stati governati per duemila anni da
nemici della loro libertà e che si ritrovino ancora una volta in queste
condizioni? Nessun uomo politico, nessun giornalista ha il più piccolo
sussulto di vergogna nell'ingannare così un popolo che ha già tanto
sofferto per riuscire ad appartenere ad una Nazione? Possibile che nessuno
si accorga dell'operazione fascistico-comunista che si compie
propagandando come unico bene l'Unione Europea al punto da inculcarlo
nella scuola di Stato, pagata dai cittadini? Scuotiamoci, cari Italiani:
il totalitarismo, mentre guardiamo crollare la statua di Saddam, è già
tragicamente radicato da noi.
Nello scrivere quanto scrivo, battendomi per la libertà dell'Italia contro
la volontà di tutti i potenti, mi sono di sprone e di conforto queste
parole di Giacomo Leopardi, che consegno a tutti gli Italiani affinché
anch'essi si ricordino quale abisso vi sia, e vi sia sempre stato, fra gli
Italiani e coloro che li hanno sempre governati: "O Italiani,, io non
temerò mai scrivendo il vero e scrivendo come potrò per voi, né l'odio di
chicchessia né il potere o la fama di chicchessia". (Discorso di un
Italiano intorno alla poesia romantica, 1818, a Recanati, suddito
dello Stato Pontificio)