ItalianiLiberi, 6 Novembre 2000

 

La pillola di Maastricht
"Che venga lasciata libertà a ogni Stato"

di  IDA MAGLI (da il Giornale del 4/11/2000)
 

I nostri governanti sono finalmente felici. Hanno raggiunto uno dei principali scopi per i quali si sono adoperati con tanto entusiasmo a costruire l'Unione Europea: non essere responsabili delle decisioni più ardue. Avere, insomma, come si suol dire, le spalle coperte. E' il caso, fra i tanti, della pillola del giorno dopo: tutti i farmaci approvati dall'Unione Europea con procedura centralizzata, infatti, hanno diritto a essere posti in commercio entro novanta giorni. Dunque, anche volendo - gongolano i governanti - l'Italia non può sottrarsi agli obblighi europei. Per questo si è instaurata con tanta foga la commedia delle parti. I cattolici si schierano "moralmente" con la Chiesa, tanto non costa nulla. I cosiddetti laici si stracciano le vesti, gridando all'intrusione della Chiesa negli affari dello Stato, con tanta maggiore foga quanto più serve soltanto agli occhi dei poveri sudditi imbecilli. Già, perché tutti, parlamentari nazionali e parlamentari europei, pagati e strapagati per porgere qualche orecchio a quel che si decide al centro dell'Impero, lo sapevano, e tanto più godevano, memori ed eredi della lunga consuetudine nella storia d'Italia di chiamare in soccorso "lo straniero", francese o tedesco che fosse.

Il punto di vista nel quale ci poniamo in questo momento, pertanto, non è quello della liceità della pillola del giorno dopo (problema che come hanno spiegato i medici anche di orientamento cattolico, è molto opinabile in quanto contrasta con la definizione di "gravidanza"), ma quello dell'uniformità di decisioni che l'Unione europea comporta, impedendo a popoli ricchi di capacità di giudizio e di raffinata sensibilità filosofica, sia di discutere che di scegliere comportamenti diversi gli uni dagli altri. Un'impossibilità tanto più grave in quanto oggi l'umanità si trova davanti a problemi "di limite", come quelli della bioetica, limite di cui siamo responsabili non soltanto per noi stessi ma anche e soprattutto per il futuro della specie. In questo senso sia permesso dire che la visuale in cui si muove la Chiesa, quando afferma di difendere la vita, è spesso troppo limitata al presente. Le manipolazioni del Dna, in tutti i procedimenti transgenici, nelle piante, negli animali e nell'uomo, sono un attentato contro "la vita" che va ben al di là della vita del singolo individuo in quanto noi non sappiamo se non in piccolissima parte metterci al posto della Natura (o di un Dio creatore) e disfacciamo le leggi che sono state poste alla base della vita senza poterne minimamente prevedere le conseguenze.

Impedire ai cittadini di discutere di questi problemi, così come imporre decisioni uguali per tutti i popoli, è assolutamente ingiusto sia perché ogni essere umano è dotato di razionalità e di capacità etica (almeno in teoria), sia perché quanto minori diversificazioni di scelte vengono realizzate tanto più diventano catastrofici gli errori. Nel Trattato di Maastricht è prevista "l'armonizzazione" (termine da sostituire con il suo significato effettivo: resi uguali) dei sistemi sanitari degli Stati membri. L'Italia si faccia promotrice almeno di questo: che venga lasciata libertà in campo sanitario a ogni Stato.

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