6 Novembre 2000
Guido Ceronetti è
una delle menti più libere e fuori dall’ovvio di cui disponiamo
oggi in Italia. Accogliamo quindi con esultanza questo suo articolo apparso
sulla prima pagina della Stampa del 2 novembre, dove si dimostra che l’antieuropeismo
non deve stare a misurare le parole e che sull’Unione Europea si può
scrivere anche con la più brutale franchezza, ma che soprattutto
“Bisogna reagire, ribellarsi, contrastare, non lasciar fare a Bruxelles,
intralciare, ritardare, mettergli i bastoni, escogitare referendum, organizzare
proteste, tentare fughe disperate dal recinto.”
Giordano Bruno Guerri
Bruxelles
e i transgenici
L'Europa
da cui salvarsi
DI
GUIDO CERONETTI
Per l’Europa dell’UE la
mia simpatia è al di sotto dello zero.
Dare il voto danese è
bene ma non basta. Essere elvetisti ringhiosi anche fuori della Svizzera
è bene ma non basta.
Diffidare dell’inglese
è elegante ma non basta. Bisogna reagire, ribellarsi, contrastare,
non lasciar fare a Bruxelles, intralciare, ritardare, mettergli i bastoni,
escogitare referendum, organizzare proteste, tentare fughe disperate dal
recinto.
Quello è un gioioso
mattatoio bianco. Io non so fare critiche sagge: percepisco, di quel che
avviene dentro alle stanze degli europalazzi, un certo odore che mi pare
pestilenziale. Il naso è irrazionale però è un buon
giudice. Né fascismi né comunismi si sognarono, nel loro
delirio, di livellare i consumi alimentari e di dare norme di ferro sugli
ingredienti, i componenti, la fabbricazione, la quantità da produrre,
al punto da snaturare integralmente il prodotto e da sgretolare economie
intere.
Il Duce impose le bestiali
leggi razziali ma non arrivò alla fascistizzazione del gorgonzola,
i nazi non controllarono il grado di arianità del vino dell’Heuriger,
Stalin non pretese che nel caviale del Volga entrassero i geni della scolopendra
e del cetriolo. Bruxelles non attenta alle vite come i regimi totalitari:
attenta alla vita, semplicemente. Ecco perché non serve tanto la
critica saggia, quanto la fuga in massa dal carezzevole filo spinato, la
rivolta contro il leviatano piombato che ci propina anestetici di ciarle
per schiacciarci meglio e rapinarci dei lobi celebrali. Le Norme europee
sono assassini sguinzagliati per uccidere formaggi, pasta, olio, pane,
cioccolato, tutto, a poco a poco tutto, e sostituirli con simulacri.
In buona parte l’agricoltura
dei nostri paesi è già distrutta, impoverita e abbrutita
da decenni di pesticidi e di monocultura, ma le Norme mirano a distruggere
perfino il già distrutto, violentare il violato, e a perseguitare
quanto resta di pulito, di vero, di non trattato, di refrattario. E non
si fermeranno, le Norme: se non saranno fermate da immensi rifiuti di obbedienza
continueranno a sterminare la vita biologica, forma e apparenza … della
spirituale perché si aggredisce la materia per colpire lo spirito.
E’ naturale che Bruxelles e Transgenico vadano insieme: è la fase
ultima, la Soluzione Finale.
Oh, non è tutto
qui. L’UE è generosa, vuole allargarsi, vuole tutti dentro al suo
paradiso, ed ecco il suo Drang nach Osten, guarda chi si rivede. Vuole
allargarsi ad Est, dove prosperano le mafie più tremende, dove si
fa commercio di tutto, esseri umani, missili, plutonio, (leggete Jean Ziegler,
ne avrete un’idea). Avanti, tutti dentro, fino agli Urali e oltre… I Lupi
Grigi turchi, i trafficanti di miserie, tutto il Gotha del riciclaggio,
del crimine organizzato…
Ma chi la manovra questa
Europa delle Norme e della Ostfilia?
Dove ha in mente di portarci,
per quale fine?
Guido Ceronetti,
La Stampa web, 2 novembre 2000
La diffusione
di questo articolo è libera e gratuita, gentilmente citando la fonte
|
SOMMARIO |