eDITORIALE
Stranieri al governo
di Rosaria Impenna ItalianiLiberi | 26.12.2011
Il
salto logico che gli Italiani non sono ancora riusciti a compiere è
considerarsi governati da “stranieri”. Quando essi, similmente ai
popoli delle varie Nazioni d’Europa, comprenderanno questo principio
semplice e al tempo complesso, si renderanno conto di essere sudditi al
Potere di dominatori. Solo nella tragica ammissione di ciò è possibile
interpretare la perentoria durezza che risiede nelle parole del
presidente Napolitano, sulla insistenza che nessuna “emergenza
costituzionale” è implicita al governo tecnico e sulla necessità che
anche i meno abbienti debbano compiere sacrifici, perché l’Italia resti
in Europa.
Da molti anni, esattamente dalle firme apposte ai Trattati di
Maastricht e di Lisbona, la parola Europa, nell’accezione assai diversa
da quella “romantica” da noi tutti amata come momento di suprema
espressione di civiltà, s’insinua con pervasiva ostinazione là dove nei
secoli non eravamo abituati a collocarla, ossia a segnare i “limiti” di
tutto quel che riguarda l’idea di Nazione.
L’elenco è tristemente lungo, ma l’accelerazione alla svendita graduale
delle varie Istituzioni Nazionali a cui sta giungendo con ogni mezzo
questo Governo, ci sembra allarmante. L’intero lavoro degli attuali
Ministri, non eletti e perciò dittatori, in quanto imposti da
raffinatissimi manipolatori dei mass-media e della politica nel senso
più ampio, si esplica in tal senso. Anche il Decreto “Salva Italia”,
s’inserisce in questo inganno, mascherato dalle parole che ne incensano
benefici, affinché l’Italia si salvi. Ma l’idea di Italia di chi
governa non coincide con quella degli Italiani, perché chi detiene il
Potere consegue un’idea di Nazione che prevede un progetto
internazionalista e mondialista che la esclude. Per questo, nelle
parole degli attuali governanti e politici, si rivela tutta la veemenza
dittatoriale di chi disprezza fortemente i sudditi, diventati come
stranieri.
Siamo tali perché oggetto di imposizioni che ci conducono verso scenari
economici, sociali, politici e culturali devastanti per la nostra
stessa sopravvivenza di gruppo. E’ forse la prima volta nella storia,
che i governanti si trovano a perseguire scopi di tale portata. Il
Decreto Salva Italia, risponde infatti al criterio di portare al
graduale dissolvimento della Sovranità Nazionale e di un nuovo assetto
Istituzionale che indurrà l’intera popolazione a vedersi sottoposta a
vincoli che ne strangoleranno l’identità e quell’ordine culturale delle
cose che permette a un popolo di essere tale e riconoscersi nella
propria storia pur nel cambiamento.
E’ paradossale constatare quasi ogni giorno che il progetto dell’Unione
Europea (in nessun altro luogo come in questo sito se ne sono spiegate
con illuminante sapienza tutte le implicazioni) si esplichi attraverso
vicende interpretabili “solo” attraverso analisi a posteriori, ma in
realtà, esse sono così ben organizzate, anche quando appaiono
impreviste, che non si può non ritenere che siano state pensate in un
unicum e, attraverso tempi e modi studiatissimi, si manifestano poi
concretamente ai nostri ingenui occhi. Insomma, a noi ogni piccolo
cammino che porta all’alienazione della Nazione appare dettato dal
caso, dietro vi è invece un ordito pensatoio che ha proprio questo come
scopo.
C’è un’eccellente spia che indica l’esattezza di quanto stiamo
affermando, è l’inspiegabile coralità che in genere il progetto UE
diffonde come potente aura intorno a sé, e in particolare, nel modo in
cui questo governo riceve puntelli dalle parole del presidente
Napolitano e da tutti i mass-media. Non avevamo mai assistito a una
fermezza così ben preordinata nel condurre operazioni che in ogni
ambito si traducono in maggiore oppressione e smantellamento
dell’Identità Nazionale. Non si spiegherebbe il motivo per cui ogni
decisione presa, che pare sempre a vantaggio degli Italiani, sia
viceversa la graduale, inesorabile rinuncia a quel che ci appartiene
come Nazione. Ma il Sancta Sanctorum che tiene al momento tutto, come
in un legame indissolubile, è la crisi economica.
D’altronde, con l’avvento dell’euro e con il venir meno dell’idea di
Nazione era inevitabile, ma l’incessante proposta di “maggiore” Europa,
implorata da miriadi di voci al servizio dei dominatori all’opera,
contiene il chiaro progetto di “unificare” il più possibile le
Istituzioni dei vari Paesi, questo si realizzerà solo con le cannonate
lanciate dalla crisi. Essa è come un prisma dalle infinite
sfaccettature che riesce a imporre quel che la Dittatura intende
realizzare.
La crisi è in definitiva lo strumento ideale per far compiere ai popoli
quel che sarebbe loro imposto solo con le armi; una sorta di guerra le
cui battaglie rappresentano il tessuto ideologico che si intende
instaurare. L’espediente che permette ai Dominatori di realizzare il
loro fine, portare la Nazione allo smembramento, per sacrificarla al
Golem dell’unificazione europea.
Rosaria Impenna
www.italianiliberi.it
Roma, 23 Dicembre 2011
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