eDITORIALE
2011: l'anno peggiore
di Ida Magli ItalianiLiberi | 05.01.2012
Con
il 2011 si è chiuso l’anno peggiore della storia d’Italia dalla fine
della seconda guerra mondiale. Abbiamo perduto la democrazia, abbiamo
perduto l’indipendenza, siamo diventati poveri, ci troviamo nella
condizione assurda di essere “rappresentati” da parlamentari che hanno
tradito il mandato ricevuto dai cittadini. Parlamentari che avevano due
strade legittime da seguire di fronte alla nomina irrituale da parte
del Capo dello Stato di un governo non eletto da nessuno: non dargli la
fiducia in Parlamento, oppure dimettersi tutti dal proprio incarico
rinviando le scelte ai cittadini. Non l’hanno fatto, e continuano a
mantenere in vita un governo illegittimo affermando con ogni loro Sì di
essere incapaci di fare il proprio lavoro delegandolo ad altri, e
prendendo anche di conseguenza uno stipendio cui non hanno diritto.
Questa è la situazione. Ne consegue - e non poteva non essere così –
che è stato instaurato un governo dispotico, il quale, come ha
affermato pubblicamente, non deve rispondere a nessuno di ciò che fa
(un tempo almeno i sovrani, pur essendo assoluti, dicevano di
rispondere a Dio delle proprie azioni) e che, sotto le vesti grottesche
di una finta democrazia, esercita un potere inquisitorio, poliziesco,
nel quale è stata abolita ogni libertà d’azione e ogni sfera privata. I
controllori del fisco e i banchieri sono stati appositamente
trasformati in un nuovo corpo di polizia al servizio del governo.
Non c’è nessuna giustificazione possibile. Ogni volta che i detentori
del potere hanno instaurato il dispotismo, il terrorismo di stato,
hanno sempre esibito dei buonissimi motivi. I governanti attuali non
fanno eccezione. La ricerca bancaria dell’evasione fiscale è
soltanto una forma moderna di ricerca, da parte dell’ Inquisizione,
dell’osservanza del precetto pasquale con relativa condanna pubblica
sul ponte San’Angelo. Cambiano le persone, ma i detentori del potere
sono sempre uguali: sono sicuri e si compiacciono del proprio potere
soltanto se opprimono i sudditi.
Cosa possiamo fare? L’ho già detto più volte e debbo necessariamente
ripetermi: sul piano della legittimità gli unici che possono farci
uscire da questa situazione sono i parlamentari: votino No anche
soltanto a una norma del governo Monti, quella sull’uso del denaro
contante e dell’obbligo di aprire un conto corrente se si superano i
mille euro. Metterebbero fine all’illegittimità della propria condotta
con la semplice, ma nobile, rivendicazione del diritto alle libertà
democratiche.
E il debito pubblico? Su quello non c’è nulla da aggiungere a quanto
tutti sanno benissimo: bisogna tornare alla sovranità monetaria, quindi
alla lira. Pochi giorni fa in un’intervista sull’Avvenire, Lucio
Caracciolo l’ha spiegato con concise, limpide parole: per l’euro non
c’è speranza. Stiamo buttando denaro, sacrifici, addirittura le vite di
coloro che si suicidano a causa della crudelissima stretta del credito,
in un enorme “vuoto”: le ambizioni dei costruttori della moneta unica.
Basta, non possiamo aspettare più. La massima responsabilità nelle
disavventure della storia è sempre spettata in primo luogo, non ai
massimi detentori del potere, ma a coloro che, potendolo, non si sono
opposti ai loro accessi di follia.
Ida Magli
www.italianiliberi.it
Roma, 04 Gennaio 2012
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