In
questi giorni, con la ratifica da parte del Parlamento italiano del
cosiddetto Trattato di Lisbona, si porrà fine definitivamente
all'esistenza delle Nazione Italia. E mano a mano si porrà fine
all'esistenza di quasi tutte le altre nazioni in Europa. Non bisogna
sorprendersi del silenzio che accompagna l'atto più importante che sia
mai stato compiuto dal 1870 con il Regno d'Italia. È un silenzio che
non è dovuto soltanto al volere dei governanti, ben sicuri fin
dall'inizio dell'operazione “Unione europea“ che bisognava tenerne
all'oscuro il più possibile i cittadini, ma anche alla obiettiva
difficoltà per i giornalisti di fornire informazioni e tanto meno
spiegazioni di un progetto che esula da qualsiasi concetto di
«politica“. Il Trattato di Lisbona è infatti una «visione del
mondo» universale, una teologia dogmatica con le sue applicazioni
pratiche, la forma più assoluta di totalitarismo che sia mai stata
messa in atto. Come potrebbero i giornalisti istruire con poche parole
milioni di persone sulla metafisica di Kant? Eppure c'è quasi tutto
Kant, inclusa la sua proposta per la Pace Perpetua, nel progetto
dell'Unione europea. Ma c'è anche molto Rousseau, molto Voltaire, molto
Marx, con in più quello che Tremonti definisce «mercatismo»:
l'assolutizzazione del mercato. La falsificazione dei significati
linguistici accompagna fin dall'inizio l'operazione europea: quello che
viene firmato non è affatto un Trattato e non è neanche una
«Costituzione», come era stato chiamato prima che i referendum popolari
lo bocciassero. È la proclamazione di una religione universale,
accompagnata in tutti i dettagli dagli strumenti coercitivi verso i
popoli e verso le singole persone per realizzarla. È il passo
fondamentale, dopo averlo costituito in Europa, per giungere alla meta
prefissata: il governo mondiale. Posso indicare in questo breve spazio soltanto alcuni degli strumenti preordinati: A)
Il sincretismo fra le varie religioni e fra i vari costumi culturali.
Un sincretismo che verrà raggiunto con lo spostamento di milioni di
persone e smussando tutte le differenze attraverso il «dialogo».
Discendono da questa precisa volontà dei governanti le ondate
immigratorie che stanno soffocando l'Europa d'occidente. Si tratta di
decisioni di forza, prese a tavolino: se nasceranno reazioni o
conflitti, come di fatto sono già nati, provvederanno le schedature
biometriche, la polizia e il tribunale europeo a eliminarli. B) Il
governo concentrato in poche persone, quasi sconosciute ai cittadini,
mentre diventano sempre più pleonastici i parlamenti nazionali. Il
parlamento europeo, infatti, tanto perché nessuno possa obiettare in
seguito che non aveva capito, è stato istituito fin dall'inizio privo
di potere legislativo. Pura finzione al fine di gettare polvere negli
occhi ai cittadini e tenere buoni con ricche poltrone i residui
pretendenti al potere nell'impero fittizio. C) Nella sua qualità
di fase di passaggio verso il governo mondiale, l'Europa deve essere
debolissima, come infatti sta diventando. Per ora qualcuno lo nota a
proposito dell'economia e della ricerca (ricerca significa
intelligenza), ma presto sarà chiaro a tutti l'impoverimento
intellettuale e affettivo di popoli costretti a perdere la propria
identità, la propria «forma» in ogni settore della vita. In Italia la
perdita è più grave per il semplice motivo che gli italiani sono i più
ricchi di creatività. Di fronte al vuoto di qualsiasi ideale e di
qualsiasi futuro, i giovani si battono per quelli vecchi inesistenti,
oppure «si annoiano». Vi si aggiungono con uguale impoverimento i
milioni di immigrati, anch'essi sradicati dalla loro identità e gettati
nel crogiolo della non-forma. Si tratta di conseguenze ovvie,
perseguite con ostinazione durante il passare degli anni sia dai
fanatici credenti nella religione universale che da coloro che se ne
servono per assolutizzare il proprio potere. Ci troviamo di fronte a
quello che i poeti tedeschi individuavano chiaramente durante il
nazismo come « il generale naufragio dello spirito ». Seppellire le
nazioni per paura del nazionalismo significa provocare di nuovo il
generale naufragio dello spirito. Significa che alla fine Hitler ha
vinto. Ida Magli Roma, 24 Maggio 2008
n. 135 del 2008-06-07 pagina 15
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